Atlantide, la fortuna di essere sprofondati di Aldo Cazzullo

Atlantide, la fortuna di essere sprofondati Da Platone a Disney, un'antologia di tutti i racconti ispirati al mito del continente perduto Atlantide, la fortuna di essere sprofondati Quarantamila opere fra poemi epici, filosofia e fantascienza miERREMOTI, inondazioni, File nello spazio di un solo a giorno e di una sola notte j tutto inghiottito in un col*■ Ipo. Così scomparve l'isola di Atlantide. Ma scomparve davvero? Dalla superficie terrestre, forse (anche se qualcuno afferma il contrario). Certo non dalla fantasia degli uomini. E dai romanzi che essa ha creato. Lo documenta la bella antologia Atlantides, les iles englouties (ed. Presses de la Cité), dedicata alle Atlantidi inghiottite della storia della letteratura. Se il mito è ancora vivo, il merito è proprio suo, di Platone: nel Timeo racconta di una città grande e superba, che costruisce un ciclopico tempio a Poseidone, conquista la Libia (ossia l'Africa) fino all'Egitto e l'Europa fino al Mar Tirreno, viene sconfitta dagli ateniesi e paga con la sommersione la sua hybris o sete sacrilega di potere. Ma lo stesso Platone nel Crizia ci presenta la città ancora (o di nuovo) integra e potente. Poi la narrazione si mterrompe. E Atlantide resta lì, con i suoi palazzi coperti d'oro ancora in piedi, a ospitare tutti i sogni degli uomini che verranno. Perché di un Continente Perduto, da colonizzare con la parte migliore di sé, l'uomo ha sempre avuto bisogno, per giustificare le sconfitte di oggi e progettare le rivincite di domani. Una prova? Quarantamila opere di carattere (più o meno) scientifico, delle quali 3600 dedicate ai pas¬ si di Platone: tante ne ha ispirate Atlantide, dal V secolo a. C a oggi. E poi poemi epici, trattatelli filosofici e religiosi, strampalate costruzioni cosmogoniche e teosofiche. Persino una memorabile striscia di Disney, dove i paperi incontrano gli atlantidi, sopravvissuti sul fondo del mare grazie a provvidenziali branchie di cui la natura li ha equipaggiati in extremis. PiU centinaia di romanzi, fioriti in particolare nel cùiquantennio 1870-1920, quando il mito della Terra Perduta (Atlantide, Mu, Lemuria) divenne genere letterario. «Tutto nasce dal silenzio narrativo su cui si chiude il Crizia - scrive Lauric Guillaud, curatore dell'antologia, nel saggio introduttivo -. Grazie a quei puntini di sospensione, l'Atlantide non è più sommersa ma nascosta, gli atlantidi non sono impuri ma perfetti, e l'utopia si fa romanzo». Un silenzio che gli scrittori hanno riempito con le parole più diverse. Qualcuno ha immaginato un'Atlantide risorta a nuova vita dagli abissi. Per altri non 6 mai morta, e ancora vive tr le onde del Mar dei Sargassi, o in una cupola di vetro in fondo all'oceano. Molti romanzi sono ambientati in un passato senza tempo, e raccontane di cataclismi epocah e Eden sommersi; ma per la maggior parte ambientano la rediviva Atlantide nei giorni nostri. Alcuni la immaginano come la città del futuro, dove la tecnologia ha corso più hi fretta che nel mondo degli umani, i palazzi sono di vetro e i cieli solcati da macchine volanti. Altri la concepiscono come una nuova Atene, ellenizzata, con giovani in toga che discutono di filosofia e sacerdoti con la barba a punta prostrati davanti a Poseidone. Il piatto forte dell'antologia è un racconto poco noto di Jules Venie, L'Eternel Adam. Poi c'è un inedito di Jean Carrère, La Fin d'Atlantis, e un classico di José Moselli, La Fin d'Illa. Inedito anche II continente perduto, di C. J. Cutliffe Hyne, e un altro romanzo inglese dei primi anni del secolo, // giorno in cui la terrà tremò, di H. Rider Haggard. E ancora racconti e romanzi brevi di Howard (il padre di Conan), Clark Ashton Smith (il compagno di cordata di Lovecraft nella scalata alle terre immaginarie), Ray, Merritt... «Tutti assieme spiega Guillaud - hanno scritto il più grande poliziesco della storia: pensate che, dopo 25 secoli, se ne cerca ancora la chiave». Forse l'unico che l'ha trovata è Jacob Kruger; nel 1855 scrisse un immaginifico romanzo per sostenere che gli atlantidi non erano affogati, ma avevano fondato colonie e si erano tramandati un sapere antico, grazie al quale avevano imposto il proprio dominio al mondo... Avete indovinato: gli atlantidi del romanzo di Kruger siamo noi. Aldo Cazzullo // più grande poliziesco della storia: dopo 25 secoli se ne cerca ancora la chiave Il mito di Atlantide è stato tramandato da Platone nei due dialoghi «Timeo» e «Crizia»

Luoghi citati: Africa, Atene, Egitto, Europa, Libia