Dal Vaticano arrivano lunghi messaggi di gelo

Dal Vaticano arrivano lunghi messaggi di gelo UNA STORIA DI POLEMICHE Dal Vaticano arrivano lunghi messaggi di gelo ACITTA' DEL VATICANO LLA vigilia dell'inaugurazione della moschea di Roma, dal mondo cattolico si fanno sentire le polemiche, rinforzate dal fatto che domani non ci saranno alte personalità vaticane ma solo mons. Clemente Riva, vescovo ausiliare di Roma, in rappresentanza del cardinale Camillo Ruini, oltre al Nunzio apostolico in Italia. E il motivo di tale freddezza si capisce. Paolo VI diede il via libera alla costruzione della moschea quando in fase ancora consultiva venne chiesta la sua opinione: era il 1975 e si registrava tutto un altro clima di collaborazione e dialogo tra cattolici e musulmani, sulla spinta del Concilio. Poi negli anni sono arrivati fondamentalismo, flussi migratori, matrimoni misti, portando la Chiesa verso un atteggiamento se non prevenuto almeno guardingo. L'unico a parlare è padre Maurice Borrmans, uno dei maggiori esperti vaticani di islamismo. «Da quando è stata posta la prima pietra della nuova sede del Centro culturale islamico (che sorge insieme alla Moschea) i nostri rapporti si sono raffreddati tanto che oggi sono quasi a zero, mentre prima si svolgeva una fitta serie di convegni ed incontri. All'inaugurazione non andrò perché non sono stato invitato - sottolinea Borrmans - però sono contento che i musulmani stranieri residenti in città abbiano finalmente un luogo di culto e un contro culturale. Detto questo, vorrei che lo stesso diritto fosse garantito a tutti i credenti in tutte le parti del mondo anche in quei Paesi islamici dove oggi non è permessa la libertà di cu' o». Fin dall'inizio, la moschea si è attirata le critiche: prima degli ambientalisti che riuscirono a far abbassare l'altezza del minareto, poi dei cattolici come il cardinale Silvio Oddi e il centro culturale «Lepanto», che giudicavano una vera e propria offesa avere una moschea nel cuore della cristia¬ nità. Da parte sua, Giovanni Paolo II ha sempre parlato a favore dei diritti umani e della libertà religiosa: a Casablanca, in Marocco, nel 1985, a 50 mila giovani musulmani disse che i valori morali e spirituali poggiati sulla fede in Dio, e non le ideologie, possono e devono guidare l'uomo. In questi anni però a guastare i rapporti sono venute le persecuzioni anticattoliche in Sudan, Arabia Saudita, Iran e Iraq, mentre dappertutto in Medio Oriente si registra un vero e proprio esodo di cristiani. E se non bastasse, spesso i vescovi italiani, anche davanti al Papa, hanno levato appelli a vigilare verso i matrimoni «misti» tra una cattolica e un musulmano osservante, perché quasi sempre si trasformano in oppressione per la donna e sfociano nella richiesta di annullamento rivolta al Tribunale ecclesiastico. Anche Giovanni Paolo II, in un discorso rimasto celebre, ha esortato i cattolici ad accoglierò tutti i musulmani, stando però bene attenti a sposarne qualcuno, specie se musulmano di religione: era il 16 settembre 1993, appena un anno e mezzo fa. Luca Tornasi I Sopra monsignor Riva, a destra Giovanni Paolo II

Luoghi citati: Arabia Saudita, Iran, Iraq, Italia, Marocco, Medio Oriente, Roma, Sudan