Per le azzurre un argento da sogno
Agli Europei di Brno la Nazionale di Sales dopo otto vittorie si arrende nella finalissima Agli Europei di Brno la Nazionale di Sales dopo otto vittorie si arrende nella finalissima Per le azzurre un argento da sogno Oro all'Ucraina, ma per l'Italia è un risultato storico BRNO. Al termine della finale europea, persa dalle azzurre contro l'Ucraina (66-77), Catarina Pollini vagava per il campo a incoraggiare le sue compagne e dispensare loro buffetti di simpatia e ringraziamento. Nel suo molo di capitana della nostra Nazionale non poteva esimersi, nemmeno in quel momento di malcelata amarezza, dal tenere unito un gruppo meraviglioso che fino in fondo ha accarezzato un incredibile sogno dorato. Le azzurre non ce l'hanno fatta, arrendendosi soltanto in dirittura d'arrivo alla maggior prestanza fisica delle ucraine, ma la medaglia d'argento le premia comunque per un torneo europeo quasi impeccabile, terminato con un risultato che alla vigilia sarebbe parso pura follia ipotizzare. L'Italia del basket femminile 6 seconda in Europa ed è già qualificata per le Olimpiadi di Atlanta '96: siamo curiosi di vedere quante altre nostre Nazionali, a partire da quella del basket maschile che inizia questa settimana la sua avventura continentale, riusciranno ad emulare una simile impresa per i Giochi del prossimo anno. Ma quel che più conta è che questa volta le cestiste azzurre hanno sudato, costruito e ampiamente meritato un argento che vale come non mai. Il nostro basket femminile aveva già vinto un oro continentale, ma 57 anni fa, al primo Europeo, quando lo sport in gonnella e la pallacanestro in particolare erano agli albori. Inoltre fu quella un'edizione casalinga (a Roma), che facilitò i compiti della nostra Nazionale, cosi come avvenne nel '74 a Cagliari, quando le italiane centrarono il bronzo. Anche la qualificazione alle Olimpiadi non ha precedenti così im- portanti: le azzurre vantano altre due presenze ai Giochi, ma nell'80 a Mosca c'era il boicottaggio delle Nazioni filostatunitensi, mentre nel '92 a Barcellona furono ammesse soltanto dopo l'esclusione della Jugoslavia per motivi politici. Dunque quelle carezze della Pollini alle compagne sottolineavano anche la gioia per un risultato storico. Proprio la Pollini è stata ieri la migliore in campo, precisa e tenace in attacco ma anche a rimbalzo, dove però le italiane hanno pagato la carenza di centimetri e la grande stanchezza di un torneo massacrante nel quale, prima di ieri, erano ancora imbattute (8 vittorie su 8 incontri). L'Italia questa volta ha iniziato subito bene il match, come non le era capitato spesso in questi Europei, ma ha poi cominciato a patire la precisione delle tiratrici dell'Ucraina (5/6 iniziale nelle bombe!), che si è così portata in vantaggio (da 10- 7 al 5' per le azzurre a 10-14 al 6') grazie soprattutto all'esperta Tkachenko, alla lunga Nazarenko e alla cecchina Zhirko. Tra le azzurre, invece, solo Caselin e Pollini sono parse in grado di perforare con continuità la difesa avversaria, attenta e veloce a scatenare il contropiede dopo ogni palla recuperata. Nemmeno la difesa a zona 1-3-1 ordinata dal et Sales è riuscita ad arginare gli attacchi delle ucraine, che anche sui propri errori di ti¬ ro sono spesso riuscite a catturare i rimbalzi offensivi. Andate al riposo in svantaggio ma ancora in partita (32-41 per l'Ucraina), le azzurre si sono aggrappato alla loro «zarina» Pollini e sono riuscite a rimontare in un paio di occasioni fino a -6 (37-43 al 24' e 54-60 al 34'), ma ancora la Tkachenko e la Zhirko hanno vanificato il pressing finale ordinato da Sales. Giorgio Viberti Italia-Ucraina 66-77 (32-41) Italia: Adamoli 2, Bonfiglio 2, Balleggi, Paparazzo 3, Gardellin 7, Caselin 10, Ballabio 2, Pollini 27, Rczoagli 3, Tufano 8, Arnetoli, Schiesaro 2. Ucraina: Burenok 7, Zhirko 28, Sviridova, Tkachenko 24, Dovgaljuk 3, Matvejeva, Silianova 5, Nazarenko 10. Classifica: 1. Ucraina, 2. Italia, 3. Russia, 4. Slovacchia, 5. Lituania, 6. Moldavia, 7. Rep. Ceca, 8. Croazia. Una grande Pollini e le entrate di Caselin non bastano contro le tiratrici di Kiev Dopo Ricardo Sales (a sinistra) e la squadra femminile entrano in scena Ettore Messina (a fianco) e la Nazionale maschile
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