E' l'Inghilterra il nuovo Eldorado di Fabio Galvano

DE^ANma1 E' l'Inghilterra il nuovo Eldorado Dietro al rifiuto di Cantona e aU'arrivo di Gullit un'improvvisa ricchezza E' l'Inghilterra il nuovo Eldorado Dalla tv via satellite 120 miliardi alle società DE^ANma1 LONDRA ON sono più l'Italia e la Spagna - non solo loro, perlomeno - l'Eldorado del calcio europeo. Dopo essere rimasta per tanti anni terra di conquista per le nostre società, perenne vivaio di geni calcistici, l'Inghilterra sta prendendosi secche rivincite. E non solo per Ince che strizza il naso davanti alle miliardarie offerte dell'Inter, o per Cantona che lo ha preceduto sulla strada del no. I club inglesi e scozzesi ci portano via chi già avevamo: è il caso di Gascoigne, che torna emigrando a Nord del Vallo Adriano; o di Gullit, che dalla Sampdoria ha trovato la via dell'Arsenal. Ormai l'Inghilterra affronta ad armi pari il calciomercato europeo. Non più cenerentola con poche sterline in tasca, si e presa (e si è poi fatta scappare dopo appena un anno) un giocatore come Klinsmann. Per Roberto Baggio si era anche dettu di un interessamento dell'Arsenal. Ora le pagine sportive inglesi - tanto per restare in tema di dialogo con l'Italia sono intasate da titoli a caratteri cubitali su Bergkamp, che finalmente pare aver raggiunto l'accordo con l'Arsenal dopo avere detto dì no all'Aston Villa. Che cosa succede? Che i «prezzi» inglesi si sono portati al livello di quelli europei, aiutati anche dagli scossoni monetari, che hanno penalizzato lira e peseta, ma che sono stati meno severi con la sterlina. Con quello che hanno, insomma, i club inglesi hanno più potere d'acquisto. E poi c'è un'improvvisa diffusa ricchezza. «Tutto merito - dice Andy Williamson - della televisione». Williamson è il vice-segretario della Lega inglese, e negli ultimi tre anni ha assistito prima incredulo e poi sbalordito alla trasformazione- economica del calcio inglese. Se qualche mese fa un giocatore come Andy Cole ha potuto passare dal Newcastle al Manchester United per 7 milioni di sterline, ossia 18 miliardi e mezzo di lire, e se proprio in questi giorni il Nottingham Forest sta trattando la cessione al Liverpool o all'Everton di Stan Collymore per 8,5 milioni (in lire sono quasi 23 miliardi), si capisce come questo mondo calcistico abbia smes- so l'abito liso del passato e indossi panni reali. In tre anni, spiega Williamson, gli introiti televisivi sono quadruplicati. E' finito il duopolio della Bbc e della Itv, che si spartivano la torta in buon accordo. E con la comparsa della tv via satellite, in particolare della Sky di Rupert Murdoch (lo stesso che sta dando la scalata alle tre reti di Berlusconi), il valore dei contratti è esploso. Quest'anno la televisione ha immesso nella Premier Division del calcio inglese 45 milioni di sterline, circa 120 miliardi di lire. La metà viene divisa in parti uguali dalle 22 squadre (quasi tre miliardi l'una). Un altro 25 per cento premia le società più «gettonate» alla tv. Il rimanente quarto viene suddiviso in base ai risultati: una quota all'ultima in classifica, due alla penultima, e così via fino a 22 quote per la vincente, che significa altri due miliardi e mezzo per il Blackburn vincitore all'ultima giornata sul Manchester United. Non è solo la tv a concedere le maggiori disponibilità finanziarie. Per il nono anno consecutivo il numero degli spettatori - e quindi degli incassi - è aumentato. E i bilanci delle società, quasi tutte proprietarie del loro terreno di gioco, restano solidi, con norme che le proteggono da investimenti azzardati imponendo che qualsiasi acquisto sia pagato per almeno il 50 per cento in contanti e che le dilazioni sul restante non superino i dodici mesi. Ma la rinascita del calciomercato britannico non è solo, sostiene Williamson, una questione di soldi. Molti giocatori, dice, apprezzano lo «stile competitivo» del calcio inglese, da cui in passato erano solo le considerazioni economiche a tenerli distanti. «I ritmi di gioco sono diversi, più sostenuti. Il calcio è più divertente. La qualità della vita è più distesa. Ecco allora un interesse da parte dei grandi nomi intemazionali, che possono trattare il nostro calcio sullo stesso piano di quelli che erano i paradisi del pallone». Paradisi, i nostri, in continua tensione. L'esperienza di Law e di Greaves ha fatto scuola. Fabio Galvano Eric Cantona ha rifiutato di trasferirsi all'Inter; Ruud Gullit, qui di fianco, ha scelto l'Arsenal

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Liverpool, Londra, Manchester, Spagna