Causio salva gli azzurri

Oltre 60 mila all'Olimpico per Italia '82-Resto del Mondo AMARCORD A ROMA Oltre 60 mila all'Olimpico per Italia '82-Resto del Mondo Causio salva gli azzurri Boniek, 2 gol, ancora Bello di notte ROMA. Ridateci Zibi, il bello di notte. E magari Altobclli, Causio, Bruno Conti, Junior con i capelli che più bianchi non si può. Giocando ai due all'ora, come si conviene a signori ormai lontani dalla verde età, la Nazionale dei nazionali dell'82 e la squadra dei loro coetanei del Resto del Mondo hanno divertito i 62 mila spettatori dell'Olimpico e quanti l'hanno seguite in diretta televisiva. La partita si è conclusa in pareggio sul 3-3 dopo un primo tempo finito 1-1 : hanno segnato Hansi Muller e due volte Boniek; per gli azzurri Altobclli, Graziani e Causio. Ad ogni rete degli stranieri, gli italiani hanno risposto con grande grinta in un tourbillon di sostituzioni per salvaguardare lo spettacolo e il cuore di chi era in campo. Gol belli, persino bellissimi. Come non si vedono spesso in serie A. Un pallonetto di Boniek ha beffato Tacconi con la morbidezza precisa di una piuma. Causio gli ha risposto alla stessa maniera pescando fuori dai pali il belga Pfaff, cui il passare degli anni ha accentuato il talento istrionico al limiti della buffoneria: tanto clownesco da esibirsi in una serie di parate tenendo tra i guantoni un gelalo. E poi tocchi raffinati, palleggi aerei, aperture illuminate. Tutto un po' rallentato come in un film frenato dal tempo. Ma proprio la velocità ridotta e la marcature a distanza hanno favorito l'esibizione dei campioni più tecnici. Non era una partita seria, se non per i protagonisti che non ci stanno mai a perdere. Qualcuno sembrava che fosse stato catapultato all'Olimpico senza una ragione apparente: avete mai pensato che Favero e Giacomo Ferri e Soldà potessero giocare in una nazionale? E Serena nell'82 non seguì il Mondiale di Spagna alla tv? Sono dettagli che non interessano alla gente, sempre pronta ad applaudire i beniamini di un'epoca. L'importante era tuffarsi in un'operazione nostalgia, con la scusa di un incasso da devolvere all'associazione dei donatori di midollo osseo. Se l'industria del calcio è in crisi di presenze, quella del football di beneficenza è in pieno boom. Un fenomeno impressionante. Ormai non c'è esibizione di cantanti, magistrati, attori e attrici, giornalisti, parlamentari e pizzaioli che non attragga allo stadio più spettatori di quanti non ne abbia mediamente un match del Torino o di una media squadra di serie A. Forse è il fascino dell'evento unico. Forse è la certezza di poter entrare in uno stadio con mogli e figli senza imbattersi nello straccio di un ultra. Forse è la dimostrazione che in Italia c'è il fascino perverso di osservare chiunque non stia facendo il proprio mestiere. Certo il pubblico esiste. E nel caso delle «vecchie glorie» funziona il richiamo della memoria perduta. Quel dribbling del Barone o di Bruno Conti, la corsa di Cabrini, la ruvida grinta di Gentile. Come rivedere per la centesima volta il filmato di Italia-Germania 4-3. [m. a.) Zibi Boniek ancora una volta «Bello di notte»; con questo pallonetto ha sorpreso il portiere degli azzurri Tacconi mettendo a segno il suo secondo gol

Luoghi citati: Germania, Italia, Roma, Spagna