la pampa, una terra di campioni

la pampa, una terra di campioni la pampa, una terra di campioni Orsi, Martino, Omar: dieci storie di gauchos Prima di Sorin erano arrivati in 10 dalla pampa per sposare la Signora. In epoche diverse. Il primo argentino che indossò la maglia bianconera si chiamava Raimundo Orsi, detto Mumo. Un nome leggendario, un'ala che segnava gol direttamente su calcio d'angolo. Fu acquistato nel '28 dalla Juve che gli offrì una Fiat 509 e uno stipendio di 8 mila lire al mese. Stette fermo un anno perché non aveva ottenuto il nullaosta dalla società di appartenenza. Disputò 177 partite nella squadra presieduta da Edoardo Agnelli. Realizzò 77 reti e vinse gli scudetti del famoso quinquennio. Renato Cesarini (era nato a Sinigallia) giocò nello stesso periodo, però disputò un minor numero di partite (128 con 46 gol). Era un mostro di generosità e di acrobazia, simpatico guascone che non aveva paura di nulla. Un ciuffo di riccioli quasi gli copriva la fronte. Fumava come un turco, aveva una voce metallica, ma accattivante. Saltimbanco del pallone, sapeva divertirsi giorno e notte. José Maglio seguì le orme dei connazionali con minor fortuna, accumulò solo 17 gettoni arricchiti da 5 gol. Grandissimo fu invece Luisito Monti, un pilastro pieno di coraggio. Lo descrivono litigioso e diffidente, soprattutto nei confronti dei giornalisti. In campo era un caterpillar. Centromediano potente ma agile, sapeva sganciarsi e segnare gol importanti: ne fece 19 in 225 partite. Lasciò l'Italia nel '39. Pluridecorato ma insoddisfatto. Una contraddizione spiegata dal carattere. Bisogna aspettare 10 anni prima di rivedere un argentino con la maglia bianconera: Rinaldo Martino, piede di velluto e cervello sopraffino, arrivò nel '49. Aveva un fisico da età indefinibile, piuttosto corpulento, ma delicato nei gesti tecnici. Una mezzala con i fiocchi, uno spruzzo dietro l'altro di fantasia: 33 partite e 18 gol in una delle più belle Juventus mai viste. Fu uno dei pupilli di Giovanni Agnelli, che oggi lo ricorda con rimpianto. Ballò una sola stagione,, come Eduardo Ricagni, comunque bel rapace sotto porta: 17 gol in 24 gare. Poi comparve l'effimero Vairo, tentò di sconfiggere la nostalgia affogandola nel whisky, in compagnia di donne occasionali. Rifece la valigia in pieno inverno, dopo sole 11 apparizioni in campionato. Fu molto più redditizio Raoul Conti C56-57), mezzala con il naso rincagnito, da pugile, e con sette polmoni che lo sospingevano su e giù per il campo. Ma il fenomeno assoluto doveva comparire nel '57, nella squadra ricostruita (anche con Charles) da Umberto Agnelli. Ed ecco Omar Sivori, uno degli angeli (con Maschio e Angelillo) dalla faccia sporca. Per l'Avvocato era e rimane un «vizio». Irrideva gli avversari con veroniche e tunnel, con tocchi corro- sivi come acido. La sua genialità era sempre incisiva, come la freddezza esibita in area di rigore. Non la riscontrammo più in altri (Maradona escluso) fenomeni della pelota. Humberto Rosa chiuse la serie degli argentini in biancone¬ ro. Somigliava un po' a Paul Newman. Diciotto volte indossò la casacca bianconera, con 2 gol all'attivo. Un simpatico hombre dal cuore dolce come zucchero filato. E oggi c'è Sorin, diciannovenne terzino dal viso di bimbo. (a. e] ARGENTINA & JUVE PRIMA DI SORIN PERI0D0 GI0CAT0RE PRESENZE G0L 1929 35 0RSIRAIMUND0 177 77 1929 35 CESARINIRENAT0 128 46 1931-32 MAGLI0 J0SE' 17 5 1931 39 MONTI LUIS 225 20 1949 50 MARTIN0 RINALD0 33 18 1953 54 RICAGNIEDUARD0 24 17 1955 56 VAIR0JUAN 11 3 1956 57 C0NTIRA0UL 30 7 1957-65 SIV0RI0MAR 215 135 1961-62 R0SAHUMBERT0 18 2 N.B. - La colonia argentina è la più numerosa del nostro calcio: a partire dal 192930 sono stati 129 i giocatori conterranei di Sivori e Maradona che hanno giocato nella serie A italiana OapgldAsana3 Rinaldo Martino (a sinistra) e Mumo Orsi due campioni dal talento eccezionale Omar Sivori arrivò nel '57 per fare grande la Juventus di Umberto Agnelli; si trasferi al Napoli nel '65 dopo aver vinto 3 scudetti

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