Sorin: fate largo mi manda Sivori

Ha 19 anni l'ultimo acquisto argentino della Juventus che confessa le sue ambizioni Ha 19 anni l'ultimo acquisto argentino della Juventus che confessa le sue ambizioni Sorin: fate largo, mi manda Sivori C'è accordo tra società e calciatore ma l'Argentinos J. ora gioca al rialzo TORINO. Sorin e la Juve sono d'accordo. Ma i dirigenti dell'Argentinos Juniors fanno resistenza e dicono che per concludere l'affare (la Juve, secondo loro, offre 1 milione di dollari) occorrono ancora 150.000 dollari (250 milioni di lire) che potrebbero spuntare dai diritti televisivi di una gara amichevole. Difficoltà minime. Ma ci sono. Intanto il ragazzo ha fatto le visite mediche. E si presenta. Ha la faccia di un moccioso. Gli occhi sono intensi e mobilissimi. Juan Pablo Sorin compare con passo sicuro ma non spavaldo. E con la comprensibile curiosità di chi scopre un nuovo mondo. Viene dall'Argentina, raccomandato da una firma illustre, Omar Sivori. Juan Pablo ha 19 anni, e ti sbatte in faccia una maturità straordinaria. Quando gli chiediamo se lo infastidisce l'interesse dei giornalisti, replica: «A me piace tanto rispettare il lavoro altrui, come gli altri devono rispettare il mio. Dunque, avanti con le domande». E intanto incrocia lo sguardo del pr Daniele Boaglio per riceverne un consenso silenzioso. Gli chiediamo se ha studiato. La risposta è sorprendente: «Frequento l'università, indirizzo giornalistico, sarò uno di voi. Ma ora la mia vita è il calcio. Devo molto a Sivori, non sono sicuro di nulla ma voglio conquistare tanto. Sento sulle spalle grosse responsabilità, ma non ò un problema per chi fa del pallone un lavoro». La Juve gli si spalanca davanti, come un davanzale da dove si ammirano panorami stupefacenti. «Lo so - ammette Juan Pablo con un sorriso timido - sono stato ammaestrato bene da Sivori. E poi in Argentina chi non conosce le tradizioni juventino, i suoi trionfi? Ero un ragazzetto quando Scirea &C. conquistarono la Coppa Intercontinentale proprio contro il mio Argentinos Juniors. So pure che Vialli è un leader e che il segreto di questa grande squadra è il gruppo formato da Lippi. Una Juve, insomma, chi. ha sempre fame di successi. E io mi ci vedo bene, perché se non vinco non mi diverto, mai. Il sottoscritto deve saziare una pancia che ha sempre voglia di vittorie. E io le cerco anche qui, in Italia, possibilmente nella Juve. Ma occhio, la vittoria la inseguo attraverso il divertimento, sono un forzato con il sorriso sulle labbra». Senta, senor Sorin, lei forse non sa che nella Juve razzolano fior di campioni. «Non sono sciocco, e mi rendo conto che la concorrenza ò terribile, ma io non ho paura di nulla e di nessuno. Non credo sia un difetto essere moderatamente ambiziosi». E quando gli offriamo di salire sul treno dei desideri, il pupo di Baires non ha incertezze: «Ho l'ansia di dimostrare ciò che valgo. Ansia in senso positivo, ansia come voglia matta di entrare in contatto con il vostro campionato. Sono del segno del Toro, essendo nato il 5 maggio del '76, e raggiungo l'obiettivo che mi prefiggo». Anche la titolarità? «Il discorso si fa serio, chi ha sicurezza della titolarità, e qual è l'allenatore che la garantisce? Io conto molto sui fatti, e sono sicuro del... mio». Il lettore sappia che Juan Pablo Sorin è il terzino di fascia sinistra nella Under 20 argentina. E' veloce, agile, tutto mancino, va a fondo campo e crossa. E pare che abbia dato buoni saggi di adattabilità anche nel ruolo di difensore centrale. Buon per la Juve. Ce ne sarà di spazio da occupare con gli impegni sui tre fronti (il campionato, la Coppa dei Campioni e la Coppa Italia)! Passiamo agli hobby, Pablo sembra come attratto da una calamita e ci confida che «dal teatro al cinema, dalla letteratura allo arti figurative, ogni espressione che trasmetta un messaggio alla gente è degno della mia attenzione e dei miei studi. Amo soprattutto le buone letture, quelle classiche, da Oscar Wilde a Garcia Màrquez, da Hugo a Isabelle Allende. Come vedete non mi soffermo solo sugli autori sudamericani. La bellezza, quando è assoluta, non presenta confini». Juan Pablo ha una sorella, che resterà in Argentina insieme con la madre. Il giovane difensore sarà seguito in Italia dal padre, che ovviamente gli fa da procuratore. Un modo per amministrare al meglio i guadagni. Anche se il ragazzo è maturo al punto da saper evitare trappole e trabocchetti. Il tema si sposta su Maradona, il fenomeno argentino che sta per tornare al calcio giocato. «Sono felice per la gente che andrà a vederlo e per lui - conclude Pablo con aria estremamente compita -, è il massimo che si possa desiderare, però come calciatore». Angelo Caroli Juan Pablo Sorin è il tercino sinistro della "Under 20» argentina E' arrivato nel clan bianconero con buone credenziali: esterno che fluidifica spesso e va a crossare palloni importanti per le punte

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