Parolaio

Parolaio Parolaio MAL ANIMO. Il Giornale dedica sarcastiche considerazioni ai modi non esattamente cavallereschi con cui taluni sconfitti del referendum hanno reagito al verdetto delle urne: «Non ci vogliono stare». Ci sta tutto, invece, lo strafalcione che si annida nel velenoso consiglio del giornalista di Feltri: «"Bisogna saper perdere", cantava Mal dei Primitives». Ma, oltreché perdere, bisogna anche sapere ricordare che negli Anni Sessanta la canzone incautamente citata non era interpretata da Mal dei Primitives bensì dai Rokes. Così, tanto per non esacerbare ulteriormente l'animo del povero Mina. E perché bisogna saper vincere. CATTIVI MAESTRI. In principio fu Marco Masini che ci intitolò una canzone. Poi al Salone del Libro Enzo Siciliane vi ricorse per apostrofare il critico Roberto Cotroneo. La pur irreprensibile Catherine Spaak brandì lo stesso epiteto a iy svantaggio del critico televisi- 'àv vo di Repubbli ''x&.. ca Gualtiero ,_ . . . Peirce.Afarele Catherine Spaak spese di cotanta predicazione è Fulco Pratesi che su Eco. La nuova ecologia racconta: «Alzo il ricevitore. Una voce non si perde in preamboli: "C'è Marco?". Rispondo che non c'è nessun Marco». Replica: «Vaffanculo». Maleducazione? No, citazione d'autore. TA-PUM TA-PUM. H. G. Wells è tornato tra noi e ha trovato nuovo materiale da inserire nella sua macchina del tempo. Dalle nebbie di ieri il redivivo Wells ha tirato fuori il celeberrimo gruppo musicale denominato Pueblo unido che si è esibito alla manifestazione di chiusura dei «Sì» sui referendum tv guadagnandosi il commento ironico di Paolo Conti del Corriere della Sera. E ha pure suggerito alla band le parole per protestare su Liberazione, ripescando per il giornalista «borghese» un paio di invettive oramai malinconicamente confinate negli angoli polverosi della memoria: «pennivendolo» e «lacche Donatella Dini dei ricchi e dei potenti». Jamas sera vencido. FRANCHI TIRATORI. «Ricordo Piero Chiara, vicino al quale stavo seduta undici anni fa, la prima volta che feci parte di questa giuria...». La giuria evocata da Isabella Bossi Fedrigotti sul Corriere della Sera è quella del Premio Campiello, quest'anno rudemente messa sotto accusa da Sebastiano Vassalli. E cosa riemerge nel ricordo della Bossi Fedri- meni I basti | ge ni gotti? Che Chiara «espose la sua appassionata dichiarazione di voto e poi, con mia sorpresa, sul foglio da consegnare alle segretarie per i conteggi finali, coprendosi un poco con la mano come chi non vuol lasciarsi copiare, scrisse cinque nomi diversi da quelli annunciati nel discorso». Come mai? «"Così ne faccio contenti dieci", sorrise ineffabile avendo visto che avevo visto». Geniale. COSI' FAN TUTTE. Famiglia Cri stiana si presenta a casa del presidente del Consiglio per offrire ai suoi lettori un ritratto privato dell'illustre inquilino e della di lui consorte. Fulminante l'ingresso: «"E' lei il personaggio", esordisce Lamberto Dini e indica sua moglie». Sublime, elegantissima, delicata, solenne, presidenziale come si conviene alla moglie del premier di un governo tecnico, la risposta di Donatella Pasquali Zingo■èi ne Dini («tre co¬ gnomi per riassumere una storia», chiosa il settimanale cattolicol: «No, no, per dirla alla romana è lui er mejo fico der bigonzo». Secondo Famiglia Cristiana la scena appena descritta costituisce nientemeno che «un duetto mozartiano». Mozart: co' 'na zzeta sortanto, me riccomanno. LE CENERI DI GRAMSCI. Perfidia pura. Il più antibcrlusconiano dei settimanali italiani, diretto nel più antiberlusconiano dei modi, rivestito con le più antiberlusconiane delle copertine, seguito e apprezzato dai più antiberlusconiani dei lettori, insomma l'Espresso, viene proditoriamente accusato dall'Unità di essere berlusconiano. Anzi (peggio) «berlusconista». Nel sommario di un servizio sul tasso, di gramscijfi smo nei Jibri di testo, protesta infatti il giornale gramsciano doc, l'Espresso «aggiunge un tocco che un giorno avremmo detto maccartista, adesso suona solo berlusconista». Ahi. CAMERA DEI LORDS. Al termine della trasmissione Bar Condicio, rife- risce il Comete della Sera, Francesco D'Onofrio propone un leale dialogo sulle regole del maggioritario al vignettista politicamente collocato, secondo la logica bipolare anglosassone, nello schieramento avverso: «Io gli faccio ingoiare tutto. Siete come quelli che hanno ammazzato Moro. Io vi trascino in tribunale, infami! Vi denuncio». Centro moderato. Pierluigi Battista sta | iy 'àv ''x&.. ■èi jfi ,_ . . . Catherine Spaak Donatella Dini