La vendetta di Saddam al muro in 150

Imprigionati centinaia di familiari di soldati dopo la fallita insurrezione di Abu Gharib Imprigionati centinaia di familiari di soldati dopo la fallita insurrezione di Abu Gharib La vendetta di Saddam: al muro in 150 Esecuzione in massa per i golpisti BAGHDAD. La vendetta di Saddam Hussein è stata spietata, secondo il suo stile: centocinquanta soldati del battaglione blindato «14 luglio», che mercoledì si era reso protagonista di una insurrezione (fallita) contro il regime iracheno, sono stati messi a morte dalle autorità di Baghdad. La notizia è stata diffusa ieri da fonti irachene degne di fede. Secondo le fonti, sono inoltre centinaia gli arresti eseguiti in seno alle famiglie dei soldati implicati nell'insurrezione, che è stata stroncata nel sangue dai reparti fedeli al dittatore iracheno nella località di Abu Gharib, vicino a Baghdad. Il massacro dei centocinquanta soldati sarebbe avvenu¬ to, sul posto e sensa processo, fin da giovedì, mentre alcuni ammutinati sono riusciti a fuggire e altri sono stati arrestati e incarcerati. Le fonti non sono state in grado di precisare il nu • mero di arresti. Sempre secondo le fonti, i sei-vizi d'informazione iracheni e le forze di sicurezza erano impegnati ancora ieri a rastrellare tutta la regione di Abu Gharib, così come il governatorato di Anbar, fino alle frontiere con la Siria, la Giordania e l'Arabia Saudita, alla ricerca di soldati riusciti a fuggire. Il governo iracheno ha categoricamente smentito qualsiasi informazione su tale insurrezione, che ha invece trovato alcune conferme al Dipartimento di Stato americano e al Pentagono. In quindici anni di potere Saddam Hussein ha subito molti tentativi di colpo di Stato militare ma l'ha sempre fatta franca, un po' per naturale abilità a sopravvivere, un po' grazie alla fortuna. Per esempio nel gennaio di quest'anno è stata solo la buona sorte a salvarlo quando alcuni cecchini, appostati sui tetti vicino al palazzo presidenziale, gli hanno sparato mancando però il bersaglio e dandogli tempo di mettersi al riparo. E' seguito il massacro dei mandanti: il generale dell'aviazione Mohammad Al Doulaimi e parecchi altri alti ufficiali, assieme a centinaia di soldati semplici. Del resto la «purga» degli alti gradi del regime, in stile staliniano, è una pratica costante in Iraq, magari anche solo a scopo preventivo, quando i complotti non ci sono, e senz'altro ha avuto una parte importante nel garantire la sopravvivenza del Raiss iracheno. Un altro asso nella manica di Saddam Hussein sono i sosia. Da satrapo orientale qual è, ne fa ampio uso, pare che ne abbia più d'uno e che li mandi in giro anche in occasioni ufficiali, senza preoccuparsi di esporli all'occhio rivelatore delle telecamere. E questo crea un bell'imbarazzo a golpisti e attentatori: esporsi solo per colpire uno che magari non è lui? [e. st.] I dittatore iracheno Saddam Hussein con alcuni dei suoi generali

Persone citate: Gharib, Saddam Hussein

Luoghi citati: Arabia Saudita, Baghdad, Giordania, Iraq, Siria