A Volvera si cerca ancora il miracolo Famiglie in pellegrinaggio alla casa della «santa»
Famiglie in pellegrinaggio alla casa della «santa» Famiglie in pellegrinaggio alla casa della «santa» ompresa fra i 40 e i 50 anni sposata. E, dagli Anni Trenta, ha cominciato a ricevere i malati nella casa che non ha lasciato fino alla morte. Il cortile è rimasto lo stesso, con i doppi servizi igienici costruiti quando i pellegrini e i malati erano migliaia. Il nipote Giacomo, 39 anni, apre la porta spiegando che «Oggi, stranamente, non c'è nessuno. Ma di solito si presentano anche 40 persone a mattina. Lei ne visitava da 200 a 400 al giorno». La casa. Due stanze arredate assai modestamente. Panche in legno, la statua della Madonna con un fascio di catenine d'oro al collo alto dieci centimetri, donate dalle persone guarite. Due letti, una teca con l'ulti¬ I nqu mo abito di Mariuccia. E poi lumini, centinaia di fotografie dei malati passati dalla «santa». Le pareti sono tappezzate di ex voto; scritti nella parlata semplice di un anonimo di Barge, 1954: «Per riconoscenza a Mariuccia che mi ha guarito della cirrosi epatica, che soffrivo da quattro anni». O con le parole forbite di un anonimo del 1983, che racconta il risveglio del padre in coma. La «santa» ha donato al Comune, nell'85, una casa di riposo costata due miliardi: frutto delle offerte dei malati. In paese qualcuno dice che i parenti, grazie a Mariuccia, sono diventati miliardari: «Ma no - dice Giacomo -. Anche se ci sono stati dei vantag¬ Per favorire il collegament egozianti rimpiangono i tempi d'oro ando arrivavano 400 persone al giorno i o t gi economici: per noi, come per tutto il paese. Lei non ha mai chiesto soldi. Abbiamo donato in memoria sua un'ambulanza». Giuseppe Carossia le ha dedicato un libro, «Mariuccia», che si vende a 16 mila lire. Racconta anche di un arresto, nel '33, per esercizio abusivo della professione medica. (Accusa presto caduta). Quante copie ne abbia vendute, non vuol dirlo: (Alcune migliaia, in Italia e all'estero». Nelle vetrine ci sono statue di Mariuccia (55 o 120 mila lire), ritratti (60 mila). Sesiiant'anni di «miracoli» sono stati, per Volvera, anche anni di affari d'oro. «Una volta si, che c'era gente - racconta Serena Audisio, 19 anni, del bar Roma -. ra Torino e provincia '..>:. ì.iniitji n alla tomba della «Santa» Il nipote Giacomo Sopegno la barista Serena Audisio ed ex voto nella casa di Volvera Anche noi affittavamo camere. Si facevano 200 coperti al giorno, tutti su prenotazione». Maria Tubini, dell'albergo Serena: «Ogni giorno arrivavano almeno due pullman». Soprattutto dalle zone di Genova, Rimini, Como, Varese, Pescara, il Trentino. «Oggi arriverà un pullman al mese, cu quelli grossi. Più spesso pulmini, piccoli gruppi, famiglie». Si vendevano quintali di zucchero e «cotone benedetto»: cotone normalissimo, comprato a Volvera dai pellegrini, che diventava benedetto dopo che lei l'aveva toccato. E caramelle e zollette da portare a casa, ai malati, con il «fluido» di Mariuccia. Sulla sua tomba ieri c'erano Annamaria e Giuseppe Lamboglia, madre e figlio di 65 e 38 anni: «Siamo venuti da Venegono Inferiore, in provincia di Varese. Era una santa. Venivamo qui anche una volta al mese. E anche adesso, pensare a lei ci fa star meglio». La famiglia vuole proporre la beatificazione. Il parroco, don Gianni Carignano, e in paese soltanto da sei mesi. Alla casa della «santa» non ha mai fatto visita. «Ma mi parlano di lei come di una persona dolce. Che accoglieva tutti, e per ognuno aveva parole di conforto. Una santa? Non so. Su questo sono cauto. In questo mondo è già molto esser buoni». Giovanna Favro
Persone citate: Giacomo Sopegno, Gianni Carignano, Giovanna Favro, Giuseppe Carossia, Giuseppe Lamboglia, Serena Audisio
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