Lo spettatore chiede tv spazzatura; Italia, fai volare gli stranieri

Lo spettatore chiede tv spazzatura; Italia, fai volare gli stranieri Lo spettatore chiede tv spazzatura; Italia, fai volare gli stranieri mente, il danno l'ha subito: dall'anno prossimo «in Italia si vola!» (che bello slogan per una campagna pubblicitaria dell'Ente Turismol. L'Alitalia andrebbe in fallimento? Perché no? Come contribuente ohe, attraverso ie proprie tasse, e stato costretto a mantenerla per anni, ci risparmierò un tanto. Come cittadino che si attende da tutti i settori produttivi, fra i quali anche il turismo è importante, il necessario risanamento dell'economia, ci guadagnerò un tanto. Come italiano che, da quella che orgogliosamente si chiama «Compagnia di bandiera» e dipinge il tricolore sui timoni, come italiano che vorrebbe vedere difesa all'estero l'immagine del proprio Paese, non sarò costretto a provare vergogna di fronte alle sfottiture (quando non peggio) dei miei colleghi di tutto il mondo. E allora: se perde soldi in proprio, se ne fa perdere a tutta l'economia nazionale, se contribuisce non a tenere alto ma a svilire l'immagine dell'Italia di cui porta il nome nella ragione sociale, meglio, molto meglio che vada in liquidazione. Perderanno il posto - e la possibilità di reclamare un modesto aumento di oltre venti milioni tanti poveri piloti? Vadano a farsi assumere da quelle compagnie straniere che noi vorremmo qui; Lufthansa, Klm, Swissair, British Airways, e via dicendo. Chi lo sa: forse, se tutto ciò avvenisse, volando poi sui cieli d'Italia non sentirebbero la bua al pancino. Luciano Dal Dosso, Verona Pietro Micca non fu un suicida LA LETTERA DI O.d.B. orfani era ana permesso a chi si era insediato al vertice ed era convinto di poter fare per sempre tutto quel che voleva. Gli orfani, precipitati in improvvise incertezze e contingenze di sfavore, non sono capaci di dimenticare quel paradiso, e si stogano nel ricordo dell'era d'oro. Cera uno spot pubblicitario di allora che ritraeva uno yacht bianco, immacolato, con una ciurma di vip che faceva scorrere fiumi di champagne, o, più patriotticamente, di spumante. Era un'immagine forte della crociera di piacere dei socialisti craxiani. Molti, troppi non possono accettare l'idea di essere stati sbarcati d'improvviso, con le malinconiche conseguenze del caso. Ma c'è anche dell'altro, gentile Signor Giordanengo, lo devo ammettere: c'è anche un modo di far giornalismo che non capisco e aumenta il mio disagio. Un modo di far giornalismo che non rifugge dai pettegolezzi, anzi se ne nutre e pretende di nutrirne i lettori. L'ex onorevole Craxi, per quanto in ribasso, è ancora un personaggio sfruttabile. Purtroppo, l'era postcraxiana non brilla certo di eccessivo nitore, la nostra frequentazione delle urne elettorali è diventata quasi frenetica, o senza quasi, ma i responsi continuano a essere confusi. Preg. Sig. Del Buono, quasi non passa giorno senza dover leggere sui nostri quotidiani interventi dell'ex onorevole Craxi. A ogni avvenimento sufficientemente clamoroso, implacable, ci viene propinato il commento del Bettino già nazionale. Con invidiabile tempestività, puntuale, arriva il fax per esprimerci il suo pensiero in proposito. E quando non interviene di sua iniziativa, ecco l'immancabile giornalista che telefona ad Hammamet per avere l'ambito giudizio su quanto testé accaduto. Non sarebbe ora di smetteria di affliggerci con il sig. Craxi? Mario Giordanengo, Torino GENTILE signor Giordanengo, lei dice: «Basta, per cortesia! E poi, soggiungo, perché solo e sempre lui e mai la voce di altro personaggio parimenti ex importante.'' Pregherei, quindi, di risparmiarci questa sadica informazione proveniente dall'altra sponda. Se poi veramente, si volesse coinvolgerlo - sentenze di tribunale pendono - non sarebbe più utile escogitare il modo di "recuperare" l'uomo, naturalmente con rutti i miliardi che allo Stato competono? Gradirei il suo pensiero in proposito...». Ebbene, gentile Signor Giordanengo, in passato abbiamo avuto qualche divergenza, sostenendo pareri diversi, ma quasta volta sono lieto di dichiararmi del tutto d'accordo con lei. Evidentemente, il personaggio in questione ha lasciato molti, troppi orfani che rimpiangono l'era d'oro in cui tutto era Troppdellcrax Micca non fu un suicida, ma un soldato minatore che si immolò non per un eroismo cieco e «brutale» ma per un rischiosissimo e sfortunato calcolo sulla rapidità di combustione della breve miccia, calcolo che aveva per posta la sua stessa vita. L'Associazione Amici del Museo Pietro Micca (sede via Guicciardini 7, Torino) non è stata fondata (da più di 30 anni) per conservare la memoria di un suicida, ma quella di un soldato che agì lucidamente e che merita il rispetto della nostra Storia. Renato Germonio Tessera 483 dell'Associazione Amici del Museo Pietro Micca e dell'Assedio di Torino del 1706 Il prezzo di Amleto Siamo stati, siamo e rimaniamo amici per la pelle. Non ci siamo scambiati «botte da orbi», se non altro perché subito divisi dalle persone che assistevano a un diverbio animato. L'altra mattina, siamo andati insieme - come spesso accade da tanti anni - al Palazzo di Giustizia di Palermo. Tutti hanno potuto constatare che nessuno dei due aveva fatto uso di cerotti, garze o ingessature. Credeteci, neanche un livido, neanche un graffio. La cronaca dell'episodio (un alterco che ha rischiato di degenerare, questo sì) del vostro corrispondente A. R., era comunque gustosissima. Per completezza di informazione: non è la prima volta che ci capita di litigare. Se dovesse accadere ancora, ci piacerebbe che il Vostro giornale continuasse ad occuparsene... Attilio Bolzoni, Saverio Lodato La lite non è frutto di fantasia ma è stata registrata da testimoni oculari. lone del Teatro era già zeppo di Shakespeare's e che un «altro» Amleto sarebbe stato veramente troppo. Lascio ai lettori e agli abbonati il giudizio su questo metodo farmaceutico di approntare i cartelloni. Infine, sempre in tema di discriminazioni culturali nei confronti di Carmelo Bene, colgo l'occasione dello spazio offertomi per domandare al dott. Carmelo Rocca, direttore generale dello spettacolo, e al dott. Maurizio Scaparro che fine hanno fatto i progetti speciali di Ugo Gregoretti e Luigi Squarzina, finanziati dall'ex ministero del Turismo e Spettacolo al posto del nostro Hamlet Suite perché giudicati più affidabili. Matteo Bavera, Venezia Organizzatore della Compagnia Nostra Signora s.r.l. Violento alterco tra amici per la pelle Antonio Ravidà

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