Tra Madrid e Lisbona guerra per l'Eldorado marino di Gian Antonio Orighi

Tra Madrid e Lisbona guerra per l'Eldorado marino I «cacciatori di tesori» privati potranno intascare dal trenta al settanta per cento del bottino, il resto andrà allo Stato Tra Madrid e Lisbona guerra per l'Eldorado marino Una legge portoghese autorizza il recupero dei relitti (spagnoli) al largo delle Azzorre MADRID NOSTRO SERVIZIO A 1500 chilometri ad Ovest del Portogallo, ove si stagliano in pieno Atlantico le nove isole dell'arcipelago delle Azzorre, sta per scatenarsi una caccia al tesoro sottomarina che promette di essere la più ricca mai realizzata al mondo. La Segreteria di Stato per la Cultura di Lisbona ha infatti appena approvato una discussa legge, il «Regolamento sui lavori archeologici sottomarini», che permetterà ai «cazatesoros» di poter legalmente intascare dal 30 al 70 per cento del bottino recuperato (la percentuale, da studiare caso per caso, dipende dalla difficoltà che presenta il lavoro). La decisione del Parlamento di Lisbona, che ha già richiamato nella capitale portoghe se noti specialisti in ritrovamenti sottomarini come lo statunitense Robert Marx (che sta già cercando i permessi necessari) farà riaffiorare quello che gli esperti chiamano «Eldorado sotto il mare». Nei gelidi fondali delle Azzorre, ad una profondità di 1500-2000 metri, giace la flotta spagnola che trasportava oro, argento e gioielli rapinati quattro secoli fa agli indios dai «conquistadores» di Carlo V e Filippo II. Marx, che se ne intende, si dichiara soddisfattissimo: «E' un sogno che si è trasformato in realtà». Gli archivi dell'epoca coloniale spiegano il perché: nel «cimitero marino» sono affondati ben 867 galeo ni stracarichi di tesori destinati alla «Torie dell'Oro» di Siviglia, il «Fort Knox» dell'epoca. Solo nelle acque dell'Isola della Terceira sono colate a picco 274 navi, tra cui un grande convoglio composto di 88 bastimenti, annientato da una tempesta. La ragione di tanti naufragi è dovuta alle condizioni meteorologiche dell'arcipelago. Passaggio obbligato nel viag¬ gio di ritorno dalle Americhe, le Azzorre erano spazzate da tremendi uragani. Ma, a differenza di quanto è successo per i galeoni colati a picco nei Tropici (le cui stive sono state agevolmente svuotate), il «cimitero marino» portoghese giaco in acque molto profonde e per raggiungerlo sono necessari robot subacquei. Ma le acque atlantiche, freddissime, e la forte pressione che c'è in quelle profondità, hanno preservato le navi (ed il loro preziosissimo carico) dalla normale erosione prodotta dai mari di altre latitudini. La nuova legge «trasformerà il Portogallo nel centro della archeologia sottomarina mondiale», afferma il deputato promotore Rui Gomes da Silva, e potrebbe risolvere tutti i problemi. Infatti le università ed i centri di ricerca non hanno fondi e il recupero è costosissimo. Ma i rappresentanti del Museo Nazionale di Archeologia protestano: una buona parte del patrimonio nazionale andrà a finire in mano di privati e l'obiettivo dei «cazatcsoros» è quello di recuperare solo i pezzi di grande valore. Il quotidiano di Madrid «Abc» commentava l'altro giorno polemicamente: «Ci sarà qualcosa per la Corona spagnola, proprietaria di navi e carico? Pare che le autorità portoghesi si siano dimenticate dei veri padroni dei relitti: il loro obiettivo è guadagnare quattrini e recuperare oggetti, compresa forse la prima caravella completa, per esporla all'Expo mondiale di Lisbona del '98 centrata sull'esplorazione degli oceani... Giuridicamente la Spagna ha molte carte da giocare e da vincere». Gian Antonio Orighi q CORVO /n Santa Cruz das Flores FLORES FAIAL Sao Mateus GRACIOSA © TERCEIRA Q SÀOJORGE PICO Rlbeira SAO MIGUEL Grande Poma^s»*^ Delgada ISOLE AZZORRE OCWJO . ATLANTICO

Persone citate: Carlo V, Cruz, Flores, Gomes, Knox, Marx, Poma, Robert Marx