Brescia, dai magistrati gli amici di Di Pietro

Brescia, dai magistrati gli amici di Di Pietro Salamone rientra dalla trasferta romana Brescia, dai magistrati gli amici di Di Pietro Sentito anche l'avvocato Lucibello che rilevò la Mercedes dall'expm BRESCIA. «In questa faccenda giudiziaria il fatto ò assurdo, e estraneo...». E' sicuro - e lo dice con il sorriso sulle labbra - l'avvocato milanese Giuseppe Lucibello. E' uno dei grandi amici di Di Pietro. E qui a Brescia, per tre ore, il legale deve rispondere alle domande dei magistrati Salamone e Bonfigli. Che vogliono sapere dei suoi rapporti con l'ex magistrato. E di quella Mercedes arrivata da Gorrini della Maa, passata per le mani di Di Pietro, finita poi a Lucibello. E' uno dei tanti nodi intricati in questa incàhiesta che riguarda l'ex magistrato di Tangentopoli. Di Pietro - si sa - ò indagato qui a Brescia per concussione. Gorrini della Maa lo accusa per false dichiarazioni al pubblico ministero. In più - ma la notizia non viene confermata dai magistrati - a registro degli indagati ci sarebbe pure un'ipotesi di reato di estorsione, che per ora sarebbe contro ignoti. Si sa che l'articolo 629 del codice, quello che parla appunto di estorsione, è indicato nell'atto di citazione di alcuni indagati. E da giorni Fabio Salamone ripete: «La nostra è una indagine a 360 gradi». Intanto ritornano su Di Pietro i riflettori della procura di Broscia. Dopo i veleni, i dossier, i corvi, gli ispettori, la trasferta romana dei magistrati. E l'ex ministro Biondi che verrà sentito prossimamente. E Previti che invece no, non è nemmeno (per ora) nel registro degli indagati. Adesso tocca al «clan», come viene definito il gruppo di amici in un dossior anonimo, sfilare negli uffici della procura. Il primo è proprio l'avvocato Giuseppe Lucibello. A palazzo di giustizia arriva alle 15 e 30. Sorride, dice che «va tutto bene» e ab¬ braccia davanti alle telecamere una sua assistente di studio. Poi si infila al secondo piano, nell'ufficio dei due magistrati. Lì, come persona informata dei fatti, ci rimane per tre ore abbondanti. Domande su domande sui suoi rapporti con Di Pietro e con gli altri amici del «clan». «E' ovvio che abbiamo parlato anche di quella storia della Mercedes. E' ovvio che abbiamo parlato di tante altre cose... Noi non possiamo permetterci di andare a casaccio», dice Salamone. E sul punto non vuole aggiungere nemmeno una parola. Lucibello annuncia querele, parla delle «varie infamie di questi anni, delle calunnie, di giornalismo spazzatura». E smentisce - veleno contenuto in un dossier anonimo - di essere socio della Isi, una società informatica che avrebbe; partecipato alla informatizzazione del palazzo di giustizia. In mattinata davanti ai due magistrati bresciani era comparso l'imprenditore Franco Maggiorelli, già ascoltato la settimana scorsa. Un breve faccia a faccia per alcune precisazioni dopo che, nel precedente interrogatorio, Maggiorelli aveva confermato di «aver aiutato» Rea a ripianare i suoi debiti di gioco con alcune decine di milioni, così corno gli aveva chiesto Di Pietro. Come in un puzzle i giudici bresciani Salamone e Bonfigli stanno cercando di comporre tutti i pezzi di questa intricata vicenda. L'inchiesta corre veloce, ma avrà una pausa in questo fine settimana. Per motivi personali il giudice Salamone deve partire per la Sicilia. Tornerà a Brescia martedì, quando riprenderanno gli interrogatori. [f.pol.l

Luoghi citati: Brescia, Sicilia