Scoppia alla Camera la guerra di Marijuana di Filippo Ceccarelli

Scoppia alla Camera la guerra di Marijuana Scoppia alla Camera la guerra di Marijuana «FUMO» DELLA DISCORDIA ENNESIMO stop a Montecitorio, della legge per la legalizzazione delle droghe leggere. A maggioranza, dopo quattro sedute andate a vuoto, le commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali hanno rìi nuovo rinviato la discussione generale su hashish e marijuana in un clima comunque euforico. Vero e chi ieri. sull'Avi/piiire, l'onorevole Giovanardi, Ccd, aveva promesso «le barricate» contro il progetto del verde Corleone che, forte delle firme di 156 deputati di quasi tutti i gruppi parlamentari e del sostegno di personaggi come Taviani, Martino, Pagliarini, Veronesi e Bollea. per la prima volta ha posto la questione dei derivati della cannabis dal punto di vista dei consumatori, «il cui numero - sostiene - supera quello di coloro che assistono alle partite di calciò, visitano gallerie d'arte, comprano un libro nel corso di dodici mesi». Giovanardi, ieri pomeriggio, non ò intervenuto, per cui niente copertoni bruciati. In compenso 1 rappresentanti del Polo, contrari a una legalizzazione che grosso modo si rifa al modello olandese, hanno messo in atto una tale caterva di accorgimenti para-ostruzionistici che il provvedimento non è avanzalo di un'unghia. La melina procedurale s'è incentrata dapprima sullo sciopero degli aerei, con il che, giocherellando, l'anti-proibizionista Taradash ha potuto definire l'onorevole berlusconiano Della Valle «colomba selvaggia». Quindi e divampata sull'assenza del co-relatore leghista e possibilista Ceroda: «Sta in Cambogia, probabilmente a provare gli spinelli», ha osservato Lodo lo D'Oria, di Eorza Italia. L'impianto televisivo a circuito chiuso, purtroppo, non consentiva di valutare appieno l'indubbio grado di eccitazione in aula. E tuttavia, pur nella fissità della figurina della presidente Tiziana Maiolo, peraltro sovrastata da un'immenso quadro di argomento mitologico, il video offriva in primo piano la testa del romanissimo deputato di An Gramazio. infaticabile cacciatore di \iados che fintamente rassegnalo si vohava verso i colleghi con il gesto di chi esclama: nAnvc di questo'.» O questi. Lo schieramento trasversali di chi si oppone a criminalizzare i «fumaioli» punt.iiido alla piti drastica separazione dei mercato delle droghr all'insegna delle politiche di «riduzione del danno», è infatti piuttosto torte E lo scontro, come confermavano ieri sera alcuni strepiti captati dai microfoni «Qui dentro c'è cacca!» inveiva uno, «Stai calmo!» gli rispondeva un'altra voce minacciosamente anonima - si presenta già piuttosto duro. Alla fine il fronte proibizionista, che di solito alterna argomenti ideologici e farmacologici, s'è assestato sulla trincea dell'indagine conoscitiva. Una nutrita serie di audizioni, cioè, e un supplemento di carte da leggere. E cosi, sulle droghe leggere, la logica del rinvio si perfeziona in una dimensione addirittura metafisica. Perché ai commissari sarà pure sfuggito, ma proprio in questi giorni si potrebbe celebrare i'anniversario ventennale ■dell'irruzione dello spinello nella vita pubblica di questo Paese. Il primo luglio del 1975, durante una conferenza stampa nella vecchia sede radicale di via Torre Argentina, Marco Pannella si fece ammanettare, sotto i flash dei fotografi, per aver aspirato una boccata da una «canna» confezionata con un grammo e mezzo di hashish. E poco importa se dopo l'arresto lo slesso commissario che se l'era portalo via su una Giulia Bianca, Ennio De Francesco, gli spedì a Regina Coeli un caloroso telegramma di plauso: «Sono d'accordo con lei stop L'ammiro per il suo nobilissimo gesto stop». Per vent'anni, perciò, tra referendum, leggi, contro-leggi, re- pressioni, ipocrisie, confessioni, smentite e ulteriori disobbedienze civili (l'ultima «spinellatura» di massa nel 1992, davanti a 19 prefetture! l'Italia politica studia, rifletto, si lacera e intanto prende tempo su una questione che altrove, bene o male, è slata risolta. Due anni dopo la fumala di Pannella, infatti, il giovane D'Alema chiese - invano - la legalizzazione dei derivati della cannabis alla direzione del pei. Nel 1980, in quella direzione, si orientò un disegno di legge dell'allora ministro della Sanità Aniasi. Nel 1988, suscitando l'ira funesta della presidente Jotti, diversi deputati dichiararono tranquillamente di aver assunto hashish e marijuana. E a riprova dell'universalità della pratica «proibita» forse giova ricordare che tra questi c'era anche il futuro ministro della Sanità De Lorenzo lera successo a una festa a Berkeley). Nello stesso anno Martelli, su posizioni ampiamente e personalmente favorevoli, fu accusato di aver con sé del ganja a Malindi: cBye bye Kenya, wondeifulla cannabisah gli mise in bocca, in un inglese africanizzato, il vignettista del Kenia Times. Lo «scandalo» venne clamorosamente utilizzato contro Martelli perche in quello stosso periodo Craxi, suo padre padrone, s'ora messo a fare il diavolo a quattro contro i «drogati» e, dopo aver smosso addirittura di fumare sigarette, e averne dato l'annuncio a 'Tribuna politica, aveva preteso e ottenuto una legge tanto punitiva quanto inutile. Legge poi abrogala, certo. Ma mai rifatta e, fino a ieri sera comprosa, rinviata. Filippo Ceccarelli Vent'anni dopo la «canna» provocatoria di Pannella il fronte proibizionista alza nuove barricate Sopra: il parlamentare verde Franco Corleone

Luoghi citati: Berkeley, Cambogia, Eorza Italia, Italia