Seviziata a 2 anni è giallo Il patrigno accusa il nonno

Seviziata a 2 anni, è giallo Il patrigno accusa il nonno Prato: forse a stuprare e uccidere sono state 2 persone diverse Seviziata a 2 anni, è giallo Il patrigno accusa il nonno PRATO. Gelo e silenzio intorno a quella piccola bara bianca. Non una lacrima, non un singhiozzo, non un gesto d'ira o di rifiuto dell'immensa tragedia che ha travolto una bambina di nemmeno due anni. Solo le parole pesanti come macigni di un giovanissimo parroco di periferia, scandita con fermezza per non commentare. Nessuna frase banale per la morte di Erika Massaro, uccisa barbaramente, seviziata e poi finita con un violento colpo al cranio. Ai funerali di Erika, 23 mesi, svolti nella parrocchia di Chiesanuova, un quartiere popolare della periferia di Prato, mancavano i protagonisti dell'ennesima vicenda nella quale i bambini non sono altro che oggetti in mano a adulti. Non c'era la mamma-bambina, Monia Paci, 18 anni, non c'era l'uomo che l'ha sposata un mese fa e dal quale attende un secondo figlio, Luigi Spera, 28 anni, indagato per omicidio e violenza carnale. Il padre naturale, Pasquale Massaro, 23 anni, invece ha partecipato alla cerimonia. Ha portato tra le braccia la minuscola bara della figlia «Voglio giustizia, solo questo» ha detto. Monia e Pasquale al momento delle esequie, celebrate alle 15, erano in tribunale, a rispondere alle domande del sostituto Marco Modena e del procuratore capo Antonino Guttadauro. Tre ore di interrogatorio per lui, che ieri verso mezzogiorno si è presentalo spontaneamente ai magistrati, accompagnato dal suo avvocalo Massimo 'l'aiti, dopo una notte trascorsa a girovagare chissà dove. Due per lei, che è stata sentita in qualità di persona informata sui fatti. Alla fine nessun arresto, nessun provvedimento restrittivo. Nemmeno per Spera, il maggiore indiziato. Interrogatori pesanti quelli di ieri, durati fino a oltre le 16. Deposizioni e dichiarazioni che gli inquirenti dovranno valutare con attenzione. E' il commonto dello stesso procuratore Guttadauro, che ha aggiunto: «E' una fase conoscitiva, per capire cos'è successo». Luigi Spera ieri ha dato la propria versione dei fatti. Ha fatto un altro nome, dell'uomo che secondo lui potrebbe aver abusato di Erika. Si tratta del nonno paterno della bambina, Francesco, una settantina di anni, agricoltore. «Non ho fatto proprio nulla - ha dichiarato all'uscita della chiesa, al termine del funerale - si può dire quello che si vuole. Spera ha fatto il mio nome? Staremo a vedere. Quando la magistratura mi chiamerà, darò delle risposte. La bambina da noi è sempre stata volentieri ed è sempre stata bene in salute. Domenica 4 giugno l'ho vista per mezz'ora, poi sono andato nei campi». Secondo Spera, che ha detto di aver amato la figlia di sua moglie più della sua (una bimba di 6 anni avuta in un precedente matrimonio), Erika avrebbe avuto frequenti problemi nei periodi trascorsi in casa del padre. «Andava da loro nei weekend, ma non volentieri. La scorsa domenica è tornata a casa con evidenti segni di percosse sulla testa e nelle ore successive ha mostrato di non sentirei bene». L'agonia di Erika e cominciata nove giorni fa alle 17,30. Blocco cardiorespiratorio è stata la diagnosi dei medici. Ma nessun sintomo, nessun indizio della vera causa di morte della bimba. La Tac compiuta nell'ospedale di Prato immediatamente dopo il ricovero aveva dato esito negativo. Anche il pediatra della piccola, l'Yanco Benassai, di Prato, che aveva visitato la bambina poche ore prima del coma, non aveva notato nulla di strano nel comportamento e sul corpicino di Erika. L'autopsia ha provato che il colpo mortale e stato inferto poco prima che la bambina manifestasse i sintomi che l'hanno poi portata alla morte. Gli inquirenti ora potrebbero trovarsi davanti a due episodi separati, ma entrambi agghiaccianti: le sevizie e l'omicidio. Responsabili, forse, due uomini diversi. Cristina Orsini 11 marito della madre «Le volevo bene più che a mia figlia» Il padre: «Chiedo soltanto giustizia» Prato, un momento dei funerali di Erika Massaro, 23 mesi, morta dopo quattro giorni di agonia in seguito alle terribili sevizie subite

Persone citate: Antonino Guttadauro, Benassai, Cristina Orsini, Erika Massaro, Guttadauro, Luigi Spera, Monia Paci, Pasquale Massaro

Luoghi citati: Chiesanuova, Modena, Prato, Spera