«Cari boss solo voi potete salvare mio figlio drogato» di Fabio Albanese

provocatorio «Cari boss, solo voi potete salvare mio figlio drogato» La disperazione della donna, che ha chiesto l'anonimato: le permanenze nelle comunità sono state inutili «Cari boss, solo voi potete salvare mio figlio drogato» Appello a una radio siciliana: «Nessun altro può liberarlo dall'eroina» provocatorio CMESSINA HIEDO aiuto alla mafia! Lo Stato e impotente e io ho chiesto aiuto alla mafia per salvare mio figlio che sta morendo di droga». Comincia con queste parole il drammàtica e inquietante appello che una donna di Santa Teresa Riva ha scritto per chiedere che qualcuno si interessi del suo caso. La donna, che ha detto di voler mantenere l'anonimato, «almeno per il momento», ha consegnato ieri due fogli scritti a mano al direttore della radio locale di Santa Teresa Riva, un centro ad una ventina di chilometri da Taormina. «Intendo rispettare l'impegno che ho preso - dice Giuseppe Piglisi, direttore di Radio Libera 77 -; userò pero il suo documento per rendere; noto a tutti lo strazio di una donna che non riesce a risolvere una questione molto più grande di lei». Nella lettera, la madre disperala parla del figlio «da molti anni nel tunnel della droga». «Ho tentalo tutte le strade per aiutarlo - scrive - ma le comunità dove è slato non sono riuscite a trattenerlo per più eli qualche mese. Ma solo in comunità si può salvare». Per la donna la strada della comunità terapeutica è l'unica possibile per far uscire il figlio dalla tossicodipendenza: «Ma come tare perché vada in comunità e termini il suo programma sino alla fine?», si chiede. «Lo Stato non mi aiuta, mio figlio è in balia di se stesso, i carabinieri e le forze dell'ordine non possono intervenire e i servizi sociali san no solo parlare; intanto passano i giorni e la situazione diventa drammatica». A Radio Libera 77 raccontano che la donna sì è presentala ieri, poco prima del notiziario delle 13, per consegnare la sua letteraappello, una provocazione amara che apre uno spaccato sulla realta di Santa Teresa Riva, un piccolo paese dove la droga ha pero fatto breccia tra i giovani, dopo essere arrivala con il turismo chi; in estate trasforma la | piccola località balneare in un affollato e caotico centro. In paese molti dicono di aver j riconosciuto la donna che ieri ha chiesto aiuto alla mafia. Cini quanl'anni, impiegata in un asilo I e sposata con un artigiano, la I donna ha due figli; una ragazzina | di 17 anni e un ragazzo òli 24, il I tossicodipendente che non riesce i a far smettere di bucarsi. Il gio: vane é slato due volte in comu! nilà; ci ha provato anche Muci (ioli. La sua permanenza però è ] durala poco, un paio di mesi. Poi ! ogni volta e fuggito per tornare a casa. Giusto il tempo di tornare in piazza e di incontrare nuova; nienie gli uomini che lo hanno I trascinato nella droga. Chissà cosa ha dovuto subire I questa madre prima dì prendere questa incredibile decisione: «Vij sto che lo Stato è impotente, chiedo aiuto all'anti-Stato ha scritto nel suo appello -; se c'è qualche uomo d'onore vecchio stampo che si prende a cuore lo strazio di una madre disperata, chi; mi aiuti. Per amor di Dio, aiutatemi. Perché la malia, se vuole, può fare anche del bene sostituendosi ad uno Stato ingabbiato dalle proprie leggi». L'appello si conclude con una sorta di post-scriptum nel quale la donna invita a «scrivere al giornale che mi girerà la corrispondenza». Ma più che una lettera da un boss, la donna sembra aspetlare due righe, un messaggio, una parola di conforto dalle tante istituzioni che si occupano di tossicodipendenza e di lotta alla malia. «Abbiamo ricevuto tante telefonate dopo quel messaggio - dice Puglisi - alcune a favore, altre contro questa iniziativa. Uno ci ha detto: qui, o ci si rivolge alla Madonna, o ci si rivolge alla malia». Fabio Albanese

Persone citate: Cini, Giuseppe Piglisi, Muci, Puglisi

Luoghi citati: Taormina