Dell'Utri oggi forse libero E' giallo sulle dimissioni di Alberto Gaino

Dell'Utri E' giallo Dell'Utri E' giallo oggi forse libero sulle dimissioni TORINO. Il cellulare era stalo accostato il più possibile alla porta a vetri della «procurina» del pool fiscale. Le portiere posteriori spalancate per limitare ancora di più la visuale. E in quello stretto corridoio, alle diciotto e tre minuti, è comparso per una frazione di secondo Marcello Dell'Utri. Sorrideva. Poco più in là, assediato da un truppone di cronisti, l'avvocato Metello Scaparone spiegava: «Non vi sono più esigenze per protrarre la carcerazione del dottore. Abbiamo appena chiesto la revoca del provvedimento cautelare». Avete messo sul piatto le dimissioni di Dell'Utri da presidente di Publitalia? «Il nostro cliente - ha risposto l'avvocato Oreste Dominioni - si e limitato a dare la propria disponibilità in tal senso all'assemblea dei soci». Tre ore di interrogatorio, e stamane i due pm dell'inchiesta torinese • Cristina Bianconi e Luigi Marini - si riuniscono con il procuratore aggiunto Francesco Marzachì: hanno 24 ore per formulare il loro parere al gip Piera Capidoglio. Ancora Scaparone: «Faremo di tutto perché si faccia ih fretta». Le speranze dei suoi difensori «spingono" Dell'Utri fuori della cella di Ivrea entro la giornata, alla vigilia della terza settimana dall'arresto per frode fiscale. Le accuse sono note. l'aver contribuito a creare fondi neri «in concorso con Giovanni Amaboldi, Gian Paolo Prandelli e e Attilio Cavaliere», e aver cercato di depistare le indagini con la storia dei quattro assegni intestati a nomi di fantasia consegnati all'ingegner Gilardoni per la ristrutturazione della sua villa sul Lago di Como. Una «piova» contro di lui che il manager avrebbe cercato di cancellare direttamente e attraverso i suoi emissari, lo slesso Prandelli e l'avvocalo Bertone, che ha confessato la sua parte di «inquinamenti processuali». E ieri? C'era attesa per nuove possibili contestazioni a Dell'Utri «Solo dettagli bancari», ha tagliato corto l'avvocato Scaparone. In queste settimane la Guardia di Finanza ha passato al setaccio i conti del manager presso due banche italiane e ieri i pm, assistiti dal capitano Redi, hanno chiesto conto di alcune operazioni effettuate dal manager. E poi c'è il contante cui Dell'Utri ricorreva spesso come modalità di pagamento per ingenti spese personali: i magistrati erano curiosi di sapere come mai un personaggio come lui avesse saldato parte dei lavori per la villa con 50 milioni di banconote, e anche di questo si è parlato. Come dell'interesse in prima pedona del top manager per l'attività di alcune società estere collegate, ma non-controllate direi- tamente da Publitalia: Intercom, Publipolska, Publiespaha e Publieuropa. Nelle sue confessioni, AmabOldi aveva indicato le società estere del grappo come uno dei canali per creare fondi neri attraverso il sistema delle false fatture. Qui l'inchiesta torinese si è trovala di fronte a insormontabili difficolta: alla richiesta di rogatoria la Germania ha risposto con tre paginette di scarne informazioni sui conti bancari tedeschi, la Gran Bretagna non ha risposto e la Spagna ha negato ogni collaborazione. Dell'Utri non è personaggio da scomporsi facilmente. Anzi, durante l'interrogatorio, ha corretto più volle i propri interrogatori: «Cacciarlo? Meglio, scacciarlo». E l'avvocato Scaparone ha commentato: «Le condizioni del nostro cliente sono ottime e abbondanti». E giù con i motti di spirito: «Non so a chi abbia scritto, se al consiglio di amministrazione di Publitalia o alle fidanzate». Più serio il pm Marini: «Noi potremo parlare solo dopo la richiesta di rinvio a giudizio, e allora si capirà». Alberto Gaino Il presidente di Publitalia Marcello Dell'Utri ieri in procura a Torino dove e stato interrogato per tre ore

Luoghi citati: Como, Germania, Gran Bretagna, Ivrea, Spagna, Torino