Quando la valanga fa più paura

Quando la valanga fa più paura Quando la valanga fa più paura £' italiano il primato degli incidenti (evitabili) MENTRE a Chamonix il sole faceva capolino tra le nubi che incorniciavano il Monte Bianco, al Colle dell'Agnello sopra Pontechianale un'abbondante nevicata, pioggia e diverse valanghe rischiavano di trasformare il 79° Giro ciclistico d'Italia in una tragedia. In quel giorno, proprio nella stazione invernale savoiarda di Chamonix, 130 specialisti della neve erano riuniti all'Hotel Magistic: 1'Anena (Associazione nazionale francese per lo studio della neve e delle valanghe) aveva convocato gli studiosi di una quindicina di Paesi per un simposio sul tema «Apporto della ricerca scientifica alla sicurezza su neve, ghiaccio e valanghe». L'incidente del Colle dell'Agnello non ha sorpreso i convegnisti, ed anzi è stato ricordato da un oratore, che ha citato analoghi incidenti di quest'anno avvenuti fuori stagione in 15 dicembre] in funzione VsM del tipo di attività svolta e della nazione in percentuale sul S 50- 0-S 0- 0 -S o-I 40-S Francia, con cinque morti. Non a caso la stazione automatica del Servizio Valanghe francese a quota 2630 sul versante di Briangon aveva segnalato via satellite la situazione sulla displuviale alpina in occasione della tappa del Giro d'Italia: 45 centimetri di neve fresca umida e pesante (100 chilogrammi per metro cubo), potenzialmente scorrevole per presenza di pioggia, poggiante su altri 55 centimetri di neve compatta al suolo con 0 gradi di temperatura, indice di notevole instabilità del manto nevoso. (Per inciso, oltre all'Anena, Grenoble ospita il Centro studi sulla neve del Météo-France. Vari sono stati i temi affrontati dagli operatori e molteplici le proposte innovative presentate durante il simposio, mentre numerosi interventi hanno reso più vivo il dibattito). Le valanghe possono prodursi in qualsiasi stagione. Interes¬ sante in proposito la relazione di Jean Paul Zuanon, del Cai francese, che, prendendo in considerazione il periodo dal 1" maggio al 15 dicembre, ha preso in considerazione la situazione dei Paesi più influenzati da questo fenomeno, e cioè Francia, Svizzera e Italia. E perché non Austria e Jugoslavia? Perché queste nazioni risentono meno dalle caratteristiche climatiche delle stagioni intermedie. Le prime invece sono direttamente interessate dalla situazione meteorologica che, innescandosi sulle coste atlantiche, investe il settore alpino occidentale. In Francia (con dati disponibili dopo il 1971) 135 valanghe hanno investito 447 persone facendo 131 morti; in Svizzera (in 18 anni) 81 valanghe hanno investito 327 persone con 95 morti; in Italia (un bilancio ancora più grave in 6 anni) si sono avuti 42 morti in 30 valanghe. 30- 20 -S io-I Sci alpinismo Alpinismo estivo Sci fuoripista Sci in pista Facendo un raffronto in percentuali tra gli incidenti mortali durante la stagione invernale e quelli avvenuti fuori stagione, abbiamo cifre che a parità di annate si approssimano tra una nazione e l'altra. In Francia 0,7 per cento d'inverno contro lo 0,98 per cento fuori stagione, in Svizzera 0,74 per cento contro 1,17 per cento, in Italia 0,60 per cento contro 1,40 per cento fuori stagione. Un altro dato molto interessante è la ripartizione del numero di persone investite da valanghe nei tre Paesi considerati, in funzione del tipo di attività svolta durante il periodo 1° maggio/15 dicembre '94. Facendo una analisi globale dell'insieme degli incidenti per valanga avvenuti fuori stagione abbiamo questi risultati abba¬

Persone citate: Jean Paul