COME ZORRO

COME ZORRO COME ZORRO IlRiziero di Battistelli nella Roma del Settecento IN una Roma settecentesca inventata al novanta per cento, si muove un personaggio sorprendente, giustiziere infallibile, difensore e vendicatore, splendido cavaliere e spadaccino insuperabile, un personaggio che richiama alla mente Zorro: è il protagonista del nuovo romanzo di Fabrizio Battistelli, Riziero e il Collegio invisibile. Come Zorro, qualche volta Riziero non disdegna di mettere la sua spada al servizio dei più deboli. Ma questo non è il suo impegno principale; egli è anzi al servizio della nobiltà, dei grandi di Roma, di quella piccola parte che non è corrotta e che non si diletta delle opere del male. Il dieci per cento infatti della Roma di Riziero è fatta di personaggi storici come papa Benedetto XIV, alcune grandi famiglie, prelati e cardinali. In questa fascia ristretta si muove il favoloso Riziero, favoloso per coraggio, bellezza ed imprese erotiche. Qualche volta la sua azione penetra nello sfondo di una plebaglia arrogante e rissosa, pronta ad estrarre il coltello come Riziero è pronto ad estrarre la spada. Va da sé che lo spettacolo offerto dalla nobiltà romana e papalina è tutt'altro che edificante, e va da sé che l'eroe ci si muova con estrema disinvoltura. Pronto a cogliere l'avventura erotica ogni volta che se ne presenti l'occasione, di preferenza in situazioni a dir poco strane, come attraverso la parete che divide due palchi di teatro, o con una fanciulla pronta per essere sacrificata in una specie di messa nera, l'eroe di questa straripante avventura è altresì pronto ad estrarre la spada per difendere un giovane sconosciuto aggredito dal popolaccio fanatico, o a vendicare la morte di uno zingaro acrobata utilizzato e poi ucciso dai potenti signori romani. E qui si entra nel cuore della trama, che consiste nel recuperare uno scritto giovanile del papa, allora cardinale Lambertini, che avrebbe potuto provocare uno scandalo teologico. A tale scopo infatti era stato trafugato dagli av¬ Angela Bianchini Isabel Clara Simo La selvaggia traduzione di Gianni Guadalupi Anabasi, pp. 192, L. 25.000 Antonio Gala La passione turca traduzione di Angelo Morino fi/zzo/i. pp. 325. L. 30.000 versari del papa, il Collegio Invisibile citato nel titolo. E a questo punto Riziero si trasforma in Rocambole sfuggendo ai suoi persecutori attraverso le fogne della città; la famosa Cloaca Massima. Ma non si creda che a questo coacervo di avventure - se fosse un film si potrebbe definire film d'azione - faccia da sfondo una Roma altrettanto inventata o sommariamente descritta: le mirabolanti imprese del protagonista avvengono sullo sfondo di una Roma settecentesca ricostruita con sicura perizia fin nei particolari. Anche la folla del popolo romano ha, nella sua trucida rozzezza, i caratteri di un affresco storico. Forse è dal contrasto tra lo sfondo architettonico e umano - e in questo rientrano alcune figure storiche, come papa Lambertini, questioni teologiche come la disputa sui santi e la lampante eccessività delle avventure, che nasce l'ironia che sottende tutto il romanzo, e sfuma personaggi e vicende. Siamo di fronte ad una finzione, e tutto ce lo ricorda ad ogni passo: basterebbe l'abitudine del protagonista di fare il bagno dopo ogni impresa, esattamente come l'eroe di un film, ma attenzione! Riziero si immerge in una tinozza di ottone in cui l'acqua, sempre bollente, viene versata da recipienti che provengono dal fuoco. Che tutto sia un gioco lo dimostra il fatto che l'episodio centrale del romanzo si svolge durante la grande festa di carnevale nel palazzo dei marchesi Rosaspina, in cui macchine perfette mettono in moto un ingranaggio perfetto, in cui si risolve la vicenda conclusiva. E se è un gioco, bisogna dire che è un gioco ben riuscito: il lettore infatti si diverte. E forse si è divertito anche l'autore. Nel panorama di romanzi astrusi o punitivi, quale è l'attuale, divertirsi è cosa rara. Laura Mancinelli Fabrizio Battistelli Riziero e il Collegio invisibile Garzanti pp. 137, L 23.000

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