Omaggio al papà dell'auto

Omaggio al papà dell'auto La rassegna dal 20 giugno al 30 settembre e a lui sarà dedicato il sottopasso Omaggio al papà dell'auto II Museo celebra Michele Lanza Un'umile cassettina da imballo, in legno dolce, pagata poche lire al «Mercatino delle pulci» di Giaveno, ò finita con tutti i riguardi al Museo dell'Automobile, Il direttore Antonio Amadelli si compiace ancora dell'acquisto: «Perche questa cassetta per candele è l'unico oggetto che ci rimane della geniale attività di Michele Lanza, colui che nel 1895 ideò e costruì a Torino la prima auto italiana». A lui, dal 20 giugno fino al 30 settembre, il Museo renderà omaggio con una rassegna che ricomporrà il profilo della sua impresa. Nato a Rivoli il 7 agosto 1868 e morto a Torino il 15 agosto 1947, Lanza era l'erede del più grande saponificio d'Italia: la «Premiata Reale Manifattura di saponi e candele Steariche Fratelli Lanza». L'impresa, nota a Torino fin dal 1832, ancora oggi è ricordata dalla «Mira Lanza», marchio della multinazionale Benckiser. Nel 1895 permise a Lanza di investire risorse nella sua più grande passione: i motori. A 27 anni ideò a casa sua, in via Lamarmora 32, la prima auto italiana. Era una «Wagonette» a 4 ruote, b posti, con motore a benzina, 8 cavalli di potenza, a trazione posteriore, posto sul telaio di una carrozza. Raggiungeva circa 20 chilometri orari. Fu la prima di una serie di 12 modelli, prodotti in poche copie fino al 1903, quando Lanza si ritirò. L'ultimo suo guizzo fu un'avveniristica auto di nome «La bizzarra», disegnata dal cairozziere Viotti. Lanza la costruì perse, nel 1925. Poi, lasciata l'avventura «automotoristica», lece smantellare le auto invendute e riprese a produrre sapone. «Sbagli, sei troppo schivo, ti metti troppo in disparto» lo rimproverava l'amico Carlo Biscaretti di Ruffia, il fondatore del Museo dell'Automobile. «Spero - gli rispose Lanza - di trovare tra le mie cose qualche mio progetto per il tuo costruendo museo». Fu promessa vana. Lanza rimase scapolo, senza figli che perpetuassero la sua memoria. Anche della «Wagonette» non rimangono al Museo che poche foto e il modellino che Biscaretti di Ruffia costruì personalmente in ricordo dell'amico. Solo ora, dopo faticose ricerche, il Museo riuscirà a rendere «Omaggio a Michele Lanza» con una rassegna che prende avvio proprio da quella cassetta di «candele privilegiate a base conica scanellata», brevetto di Lanza. Le rendeva ideali per illuminare senza vibrazioni i pianoforti a coda. Si passa poi al «primo carburato- ro» brevettato da Lanza nel 1896. La storia dell'automobilismo parte da immagini familiari, con «passeggiate» su auto incerte, in mezzo a stradoni sterrati come era allora corso Francia. Il prodotto automobilistico è ancora poco affidabile. Dopo 100 chilometri il motore può fondere, si rompe la trasmissione o bisogna rivedere la carburazione. Ma la corsa è incominciata. Nel 1902 dinanzi alla fontana delle Stagioni al Valentino si organizza il primo salone dell'auto. Fra il 1899 e il 1905 a Torino lavorano 13 fabbriche: Fiat, Star, Itala, Peugeot Croizat, Mantovani, Junio Ema¬ nuel, Ceirano, Àquila, Lanza, Staz, Fort, Taurinia e Diatlo. Lanza si interessa anche della Fiat. Un documento inedito del 1899, esposto in mostra, lo annovera fra i potenziali soci fondatori, con una sottoscrizione di 50 azioni che non ebbe però seguito. Fu invece fra i promotori dell'Automobil Club. Si interessò alla prima scuola guida d'Italia, che paterno la prima donna: Emestina Prola. La rassegna ne fa cenno prima di descrivere le proposte di moda per i «proto» automobilisti, dalle maschere antipolvcre ai guanti in lapin. Infine si affacciano le auto di Lanza, non le origi- Maurizio Lupo nali, ma riproduzioni fotografiche a grandezza naturale, ambientate in diorami, con fondali d'epoca. Lanza sarà onorato anche dal Comune. Gli dedicherà il sottopasso di corso Bramante, mentre il piazzale dinanzi al Museo dell'Automobile verrà intitolato ai fratelli Ceirano. La cerimonia avrà luogo il 23 giugno, quando sarà celebrata anche la prima corsa automobilistica: «Torino-Asti Torino». Avvenne il 28 maggio 1895. Dal 23 al 25 giugno verrà ripercorsa da una trentina d'auto costruite prima del 1918. Della famosa «Wagonette» non restano che poche foto e un modellino costruito dall'amico Biscaretti di Ruffia Nel 1895 il geniale imprenditore ideò e costruì a Torino la prima auto italiana Una infilata delle vetture d'epoca che si trovano esposte al Museo dell'automobile Biscaretti di Ruffia A sinistra la favolosa Itala del 1907 esposta al Museo A destra, la vettura Lanza su telaio Fiat del 1902