Tangenti arrestato La Ganga
32 Coinvolto nell'affare delle assicurazioni in Provincia, ammette: «Presi 60 milioni» Tangenti, arrestato La Ganga L'exparlamentare confessa: subito scarcerato E anche per Giusi La Ganga arrivo il giorno delle manette: un solo giorno però, dalle 7 di mattina alle 18 di ieri sera, quando ha confessato ed e tornato a casa. E' accusato di ricettazione: tre anni fa ha ricevuto 60 milioni che facevano parto della tangente pagata da un assicuratore Ina alla Provincia. Un'inezia per l'ex proconsole di Craxi in Piemonte che, negli anni d'oro delle tangenti, ha ricevuto mazzette per centinaia di milioni. In testa, con 10 avvisi di garanzia, alla classifica dei politici piemontesi indagati, era riuscito ad evitare il carcere perché parlamentare. Poi, nel gennaio di un anno fa, aveva pensato di chiudere i suoi conti con la giustizia con un maxi patteggiamento: un anno e otto mesi di carcere e 500 milioni di risarcimento, forse il più alto pagato da un politico in Piemonte. Si chiudeva cosi alle spalle tutte le grane giudiziarie: da quella sull'o¬ spedale di Asti (promessa di 6 miliardi), a quella sul teleriscaldamento dell'Aedi, a quella sul Cdiu (consorzio intercomunale di igiene urbana) di Collegno ed altre che gli avevano reso tangenti per circa un miliardo e 200 milioni. Ora il conto si è riaperto. La storia è quella della tangente di 120 milioni pagata da Lorenzo Silva, agente generale dell'Ina, per aggiudicarsi un contratto di assicurazioni per gli stabili di proprietà della Provincia (valore della polizza, lui miliardo e 200 milioni). Il denaro fu consegnato al presidente della Provincia, Luigi Ricca (indagato per corruzione) che, nei giorni scorsi, ha raccontato al pm Corsi: «Ho tenuto 20 milioni per me, ho ceduto 40 a Ivan Grotto e i restanti 60 a La Ganga». Grotto ha negato ma, dopo una notte di meditazione alle Vallette, ha finito per ammettere. E anche La Ganga ieri mattina non ha opposto molta resistenza. Ha cercato solo di ridimensionare la cifra: «Non ricordo bene. Erano forse 30, comunque tra i 20 e i 40 milioni». Nel pomeriggio La Ganga, difeso dall'avvocato Badellino, è stato mosso a confronto con Ricca. L'ex presidente della Provincia, difeso dagli avvocati Volante e Balosso, ha ripetuto la sua versione: «Ho messo il denaro, 60 milioni, in una busta e l'ho lasciata su un tavolo in corso Palestre), nella sede del Psi. O forse non era sul tavolo, ma in un cassetto. So però che l'ha presa La Ganga». E La Ganga ha finito con l'ammettere: «Dev'essere proprio come dice Ricca. Sa, non ricordo bene. Una parte l'ho data al compagno di partito Permetti, il resto è servito per pagare l'affitto della sede di corso Palestre»), Nino Pietropinto A sinistra l'ex presidente della Provincia di Torino Luigi Ricca. Sopra il giudice Vittorio Corsi, che guida le indagini sullo scandalo delle assicurazioni
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