Moro, la tv e il dolore del mondo
Moro, la tv e il dolore del mondo H - LA LETTERA DI O.d.B. Moro, la tv e il dolore del mondo ENTILE Signora, le chiedo scusa per il ritardo G ^^^r con cui rispondo alla sua lettera così accorata e perplessa, ma, a volte soccombo alla quantità di carta, libri e giornali e lettere C faccio confusione- con le date. ••Esco, dovevo tenere un gruppo eli studio: una città deserta (o erano i miei occhi che non vedevano?)", ricorda lei, ritrovando l'asprezza di ciuci giorni, «un vento crudele che spazzava le vie - passo davanti alla sede distaccata della Facoltà di Lettere di via Balbi 4 ed ecco alle finestre un tripudio di bandierine che garrivano al vento. Gli studenti festeggiavano cosi la morte di Moro (del tiranno? dell'oppressore? del nemico? del Male? non so). Ma non le scrivo per farla partecipe dei mici ricordi: vorrei da lei un parere sulla questione Faranda e relativo show in tv, dato che la Panetti riconosceva ili non potere dire se avessero ra- Moroe il ddel m la tv olore ondo gione i "prò" o i "contro". Giusto riconoscere anche alle B r un travaglio interiore (Costanzo), affermare: "Se la giustizia dello Stato riconosce pagato il loro debito dobbiamo accettare che diventino persone, con tutti i diritti" (Santoro). Ma io penso alla sofferenza di migliaia di vittime innocenti e non tanto a quelle che hanno tratto dalla loro formazione la capacità di trasformare il dolore in luce (la carissima famiglia Bachelet cui sono particolarmente legata, i Taliercio ed altri) ma quelli ormai senza nome, dimenticati, annullati: la famiglia Leonardi per esempio - i ragazzi emigrati, la vedova abbandonata anche moralmente. Giustissimo che la Faranda affitti a sue spese o a spese di chi la sostiene, sale, teatri, cinema, ovunque possa andare chi si interessa a lei e ai suoi problemi, ingiusto che, tramite la tv, entri di forza in tutte le case a rinnovare ferite non rimarginate con show certamente ben pagati...-. Gentile Signora, la capisco, ma purtroppo la televisione è Io strumento attraverso il quale viene celebrato lo sfruttamento come spettacolo del dolore di tutto il mondo. E hi responsabilità passa da chi la fa a chi la consuma. La tv non entra di forza nelle nostre case, ci entra con il nostro consenso. Oreste del Buono Caro OdB, ho seguito la trasmissione su Moro con uno strazio acuito dal ricordo e rimpianto del comune lavoro e della profonda amicizia (eravamo stati eletti insieme presidenti nazionali della Fuci). Veramente allucinante la registrazione del messaggio di morte, allucinante la scena del ritrovamento (al rallentatore) della Renault. Ricordo quel giorno come se fosse oggi: martedì pomeriggio, da mia cognata, apro a caso 'a televisione (io non la posseggo): ecco un primo piano col cadavere di Moro... Bianca Cavasola Penco Genova
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