Logorati dalle urne; Santa Severa, non c'è privacy in «caserma»

Logorati dalle urne; Santa Severa, non c'è privacy in «caserma» lettere AL GIORNALE Logorati dalle urne; Santa Severa, non c'è privacy in «caserma» La «battaglia» delle 5 schede La continua chiamata alle urne e un fatto che logora. Logora il Viminale che produce e mette in circolazione assurde schede con effetto copiativo incorporato e quindi ad alto rischio di invalidità. Logora i nostri rappresentanti politici che escogitano sistemi elettorali sempre diversi e sempre più incomprensibili. Logora i conduttori televisivi che sempre più sono capi fazione e non già moderatori, accapigliandosi talvolta persili meglio dei segretari di partito. Logora i cittadini che sempre più con il passare delle tornate elettorali sono attanagliati dal pensiero di chi o cosa votare. Logora i presidenti dei seggi elettorali che, per ignoranza o per indolenza, palesano dubbi ed incertezze nell'espletamento della loro attività. Ed è in questo quadro di avvilente logoramento collettivo che si e consumata un'accesa discussione fra me e due signore, presidenti di seggi elettorali. Volevo esprimere una preferenza solamente in alcuni campi, ritirando cinque schede. Preferivo, infatti, una condotta totalmente omissiva per materie per le quali non possedevo alcuna conoscenza o per le quali, semplicemente e candidamente, non avevo alcuna idea in proposito. Ma a mia precisa richiesta mi veniva dapprima timidamente risposto dal giovane scrutatore che potevo ritirare tutte e 12 schede ed apporre la croce solo in quelle in cui ritenevo opportuno farlo. Ma il presidente trasecolava, scoraggiata e scontortala, chiedeva aiuto alla presidente del seggio a fianco, che entrava nel seggio chiedendo: «Chi e?». Ribadii la mia volontà e col passare dei secondi la mia fermezza anziché scemare lasciava spazio allo stupore: mi stupivo di come due presidenti di seggi elettorali potessero respingere mie legittime richieste, ignorando completamente le regole referendarie. La situazione stava precipitando, allorquando, grazie all'inter¬ vento di una elettrice che aveva assistito a tutta la scena e che ad alta voce si domandava «ma se non hanno voglia di lavnrare perché hanno deciso di svolgere questo incarico?», mi furono consegnate le ormai a quel punto «famigerate» cinque schede. L'episodio non ha fatto altro che confermare il mio scetticismo sul significato e sull'utilità dei referendum. In questo spaccato semiserio all'italiana solo i politici sembrano possedere certezze assolute: si susseguono davanti alle telecamere analizzando con grande autorevolezza e precisione i dati usciti dalle urne; riescono a penetrare compiutamente il dato elettorale tanto da ricavarne significati reconditi; facendo astruse proiezioni futuristiche traducono il nudo dato numerico in dato meramente ed assolutamente politicò; Ma la realta è un'altra: la gente è sempre più incerta e scocciata di andare a votare. Luca Spada, Sanremo Forza Italia e le pensioni Leggo su La Stampa di ieri in prima pagina dal titolo «E sulle pensioni è subito guerriglia» una notizia che inerita una puntualizzazione. Mi riferisco all'articolo nel quale appare che il gruppo Forza Italia si accingerebbe a presentare centinaia di emendamenti al disegno di legge del Governo di riforma del sistema pensionistico. Nella mia qualità di coordinatore per il gruppo Forza Italia, del progetto pensioni, vi preciso che è nostra intenzione proporre una serie limitata e qualificata di emendamenti correttivi e costruttivi diretti a migliorare la struttura del testo governativo. Non è assolutamente nelle nostre intenzioni, ostacolare un serio esame del provvedimento con la presentazione di centinaia di emendamenti. La posizione di Forza Italia è quella di prevedere una serie di interventi correttivi traducibili in una decina di emendamenti sostanziali caratterizzati da un equo rigore e da una più autentica solidarietà. Per quanto attiene al rigore, essendovi la necessità di rispettare i risparmi di spesa previsti dal Governo chiederemo l'introduzione di una clausola di salvaguardia. Al fine di rendere più equa la riforma prevediamo l'estensione del sistema contributivo per tutti i lavoratori dall'entra¬ ta in vigore del provvedimento. Per quanto attiene alla solidarietà abbiamo previsto una diversa disciplina per consentire la costruzione di una posizione previdenziale per le casalinghe. on. Adriano Teso, Gruppo parlamentare Forza Italia, Roma «Prigionieri politici» a causa del corpo Ogni estate, puntuale, scoppia qua e là qualche petardo più o meno pirotecnico, più o meno fastidioso, più o meno pericoloso. La condizione della dipendenza, sia per disabilità fisica che psichica, ha di queste prerogative: c'è sem¬ pre qualche concentramento di persone con disabilità che fa scoppiettare di rabbia qualche cittadino o cittadina in vacanza. Ultimo il caso di S. Severa, bella cittadina sulla costa laziale. Io non credo vi sia una sola ragione e un solo torto, come sempre. Tutte le persone hanno diritto-bisogno al riposo e alla vacanza. C'è, io credo, qualcosa di sbagliato nel concentrare tante persone in un solo luogo. Le persone con disabilità non sono diverse dalle altre, se potessero sceglierebbero. E potrebbero, se lo Stato italiano non si ostinasse ad ignorare l'art. 2 della nostra Costituzione: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo (e della donna ndr)....». Lasciare la cura di una condizione umana solo a chi si «prodiga» e altro non può fare che riunire un certo numero di persone sotto lo stesso tetto, con un personale ridotto al minimo, significa lavarsene le mani e mettere a repentaglio il diritto alla privacy di ciascuno di noi, con e senza disabilità. Non c'è privacy «in caserma» ed è difficile nelle case vicine alle «caserme». Immaginiamo che ogni persona con disabilità abbia un suo o una sua assistente personale e sia libera di scegliere con chi e dove andare in vacanza, pensate davvero che sceglierebbe di stare con tanta gente per lo più sconosciuta e in un clima forzatamente da caserma? Spesso, sbagliando, si dice che le persone con disabilità psichica non possono scegliere, io non ne ho mai conosciuta nessuna che stia bene con chiunque e dovunque e che non comunichi, sia pure con linguaggi diversi, il proprio piacere o il proprio malessere. Proviamo ad immaginare che, anziché in un luogo di concentramento, le persone, con disabilità siano sparse nel territorio del mondo, non per forza e solo S. Severa, a chi darebbero fastidio? Qualsiasi concentrazione di persone non semplici, oltre alla barbarie che di per sé esprime, crea gli stessi disagi nelle vicine e vicini di casa. Sono certa che chi non abita vicino ad un campo rom, non debitamente attrezzato, prova lo stesso scandalo che oggi si scatena contro chi abita nello vicinanze del luogo di concentramento di S. Severa. Questo «gridare al cattivo», a mio avviso, può puzzare di ipocrisia. Non conosco nessuno che abbia casa presso l'edificio che ospita l'associazione «Anni verdi» né le sue e i suoi ospiti, so però che per nulla al mondo chiederei liberamente di fare una vacanza in un luogo di concentramento e per nulla al mondo potrei divertirmi o anche solo riposarmi standomene a guardare uno dalla mia finestra. C'è modo e modo d'essere Stato, ecco il vero scandalo. Le persone che non possono fare da sé siano da considerarsi prigioniere politi che, poiché vengono perseguitate nei loro diritti inviolabili in ragione della forma del loro corpo e forse anche delle ideo. Miriam Massari Roma •«Prigioniera politica" Un procedimento già concluso In relazione all'articolo pubblicato il 7 giugno a pagina 3, dal titolo «Si ho pagato io i debiti di Rea», intendo precisare che non sono mai stato accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Il gip presso il tribunale di Palermo il 25 maggio 1993 emise nei miei confronti una ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere contestandomi il reato di associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti. Detto provvedimento custodiate venne revocato dal tribunale per il Riesame per manzanza di esigenze cautelari. Ho richiesto per tale reato l'applicazione della pena ed il relativo procedimento si è concluso. Filippo Salamene Agrigento

Persone citate: Adriano Teso, Filippo Salamene, Luca Spada, Miriam Massari

Luoghi citati: Agrigento, Palermo, Roma, Sanremo