E' morto Innocenti papà della Lambretta

Le sue moto contesero il primato alla Vespa Le sue moto contesero il primato alla Vespa E' morto Innocenti papà della Lambretta MILANO. Luigi Innocenti ò morto. Ciò che rimane del suo sogno e di quello di suo padre circola nelle strade del subcontinente indiano oppure, più tristemente, giace inutilizzato alle porte di Milano in attesa di essere smantellato. Ma c'è stato un momento in cui le sue Lambrette si sono battute quasi alla pari con le Vespe della Piaggio per la conquista del mercato a due ruoto nell'Italia del «boom» economico, con tanto di gare e scontri, non sempre solo sportivi, tra «vespisti» e «lambrettisti». Una rivalità accesissima, come quella fra Coca e Pepsi o fra Milan e Inter. La Lambretta, più stretta e lunga della rivale, era apprezzata dagli scooteristi per le sue caratteristiche costruttive: motore centrale, telaio tubolare, doppia forcella anteriore e robustezza. Nel suo «partito» ci sono il giornalista e ex ministro Giuliano Ferrara e il consigliere comunale milanese e dirigente Arcigay Paolo Hutter. Tra i vespisti, tanti direttori: Clemente Mimun (Tg2), Enrico Mentana (Tg5), Paolo Mieli (Corriere della Sera). E un regista attore: Nanni Moretti. Ma la Lambretta, non dimentichiamolo, è ormai un pezzo d'antiquariato. Con la scomparsa domenica a Milano di Luigi Innocenti, figlio unico di Ferdinando, il fondatore dell'omonima casa automobilistica e inventore dell'«altro scooter» nazionale, finisce l'ennesima dinastia industriale fra quello che hanno costruito l'Italia del dopoguerra. Luigi aveva 72 anni. I suoi funerali si svolgeranno oggi a Milano, nella chiesa valdese di via Francesco Sforza. Un rito funebre si terrà domani nella cappella di famiglia al cimitero Flaminio, a Roma. Come imprenditori gli Innocenti, che avevano iniziato negli Anni Trenta con una fabbrica di tubi metallici senza saldatura, avevano pero passato la mano dall'inizio degli Anni Sottanta. Per fare fronte alla crisi di quel periodo, la sezione scooter fu venduta alla società indiana Sii (che li produco ancorai, la parte dolio costruzioni meccaniche fu girata all'Innocenti Santeustacchio (poi finita nell'orbita Iril e il settore auto fu comprato dalla Leyland Innocenti, controllata dalla Austin Rover su licenza della quale la fabbrica milanese già produceva le famose Mini. Una parabola, quella dell'auto, che sarebbe passata attraverso la Gepi e il gruppo De Tomaso per finire alla Fiat, lasciando i capannoni di via Rubattino, alla periferia Est della metropoli lombarda, vuoti e abbandonati. Toccò proprio a Luigi Innocenti, rimasto solo alla guida del gruppo in seguilo alla morie del padre nel 1966, decidere di cedere l'azienda dove aveva cominciato a lavorare nel 1948, dopo la laurea in ingegneria. Abbandonata l'impresa di famiglia, Luigi è entrato in un cono d'ombra da cui non é più uscito. Di lui solo scarni dati biografici: un primo matrimonio da cui ò nato un figlio, Gianfranco, una seconda unione con Liliana Querci e un altro figlio, Lorenzo, che ora ha 13 anni. [s. man.] Negli Anni Cinquanta e Sessanta la Lambretta contese alla Vespa il primato fra gli scooter in Italia

Persone citate: Clemente Mimun, Enrico Mentana, Giuliano Ferrara, Liliana Querci, Luigi Innocenti, Nanni Moretti, Paolo Hutter, Paolo Mieli

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma