C'è una «dama bianca» sul traguardo di Berzin

Tutta Broni difende la moglie che il ciclista ha abbandonato Tutta Broni difende la moglie che il ciclista ha abbandonato C'è una «dama bianca» sul traguardo di Berzin L'EMULO DI COPPI BRONI (Pavia) DAL NOSTRO INVIATO Stella non piange, si sfiora i capelli e se ne va. Il cameraman abbassa la telecamera. Ci sono sempre le tivù nel mondo di Eugeni. Lui prova a sorridere come sempre, «in fondo è una normale storia d'amore», dice. Già. Stella e Berzin si stanno lasciando, com'era successo a Bugno, o a Coppi, a tutti quegli eroi della fatica elle paiono cosi lontani dalle nostre vicende di peccati. Questa volta, poi, c'è un paese che insorge per proteggere Stella, costretta a tornare in Russia: «Se lei non vuole, resterà con noi». Storie di campioni, favole strane, un po' belle e un po' tristi. C'è una bici, contro il muro, e ci sono gli americani della tivù che aspettano davanti al cancello. Per correre in bici ci vuole forza e coraggio, ti senti il cuore che scoppia e devi tirare avanti. «Per questo ci piace», dicono gli americani. Il cuore di Eugeni Berzin adesso batte più Ione. Le mani grandi sono come quelle di un contadino, e se proviamo a guardarle vien da pensare alla temi o a qualcosa che non c'è più. Al suo paese, in Russia, a Vyborg, dice, «le strade si perdevano nei campi». Come a Broni, sotto a questo cielo nero che scende sui prati e sulle cascine affogale nel verde. In bici si va anche quando diluvia, il ciclismo è fatto così. E' uno sport di contadini, l'ultima epopea di una fatica che non esiste più, l'ultimo canto del mondo dei vinti. E la faccia eli Eugeni Berzin è quella di un bimbo, quando soffre e vince, con il sorriso a cuore. La sua, in fondo, è una sloria antica, come un racconto russo, come un romanzo di Sholokov. Eugeni Berzin e Stella, sua moglie, li chiamavano «la coppia di ferro», erano venuti in Italia e si erano innamorati della nostra terra e della noslra gente. Dicevano che lui non sarebbe di- ventato nessuno senza di lei, che è bella e dura, con i suoi occhi forti elle sembrano guardare sempre lontano. «Non è una donna, è un manager», dicevano. Quando lui non era ancora famoso, uscivano insieme e scherzavano con la gente al caffè. Ma se veniva tardi, lei diventava di ghiaccio: «Basta, ora andiamo». Quando c'era da vincere, arrivava Stella e lo aspettava al traguardo. Non dobbiamo più erodere alle favole. Il campione s'è innamorato di un'altra donna, «alla line dell'anno scorso», confessa, «quando la storia con Stella era andata in crisi, e noi non avevamo più niente da dirci». Al Caffè di Santa Marta sulla via Emilia, ascollano e non capiscono. Hanno fondato un club, dedicato a Berzin e Bobrik, i due campioni russi che vivono sull'Oltrepò senza sognare casa loro. Alfredo Brambilla, il presidente, sta seduto al tavolo e guarda i suoi amici: «Io spero ancora che Berzin ci ripensi, lo sono amico sia di lui che di sua moglie. Continueremo a fare il tifo por lui, lo seguiremo al Tour, ma non possiamo abbandonare così Stella». Perché lei è quella che rischia di più: può slare in Italia sino a fine anno, e poi dovrà tornare in Russia, visto che il suo permesso di soggiorno e legato solo all'attività sportiva del marito. Per questo, la storia di Berzin è diversa da tutte. Lei s'è chiusa nella sua villetta di Vallescuropasso, Dice: «Adesso ho chiamato i miei familiari, li sto aspettando, dovrebbero arrivare [Mesto. Parlerò con loro, vedrò cosa fare. Vedrò anche se Eugeni cambia idea». Finito il Giro d'Italia e arrivato a casa, con un furgoncino, assieme a un amico. S'è fatto aiutare da lui, e ha preso i suoi effetti personali, alcuni soprammobili, i trofei e le medaglie, le maglie azzurre della Gewiss Ballali, le sue bici. Ci ha messo un'ora per portar via tulio, ha fatto più in fretta che poteva; Se n'è andato così, ci vuole poco per cambiar vita. Invia Roma, nel centro di Broni, abita la sua nuova compagna, Elena Cagnoni, che ha 1 5 anni più di luì, è laureata in medicina, ed è titolare della concessionaria Fiat della città. C'era una loto in archivio, lui veslito da ciclista appoggiato a una Ferrarli e lei che sorrideva vicino. L'ha vista chissà quante volle Stella, ma pensava alla Ferrari. Una sloria nor male, persino banale. F.lena è bionda, bella con»! una bambola. La principessa di una fiaba. Vyborg e cosi lontana che il racconto s'è per so nel viaggiò. Se un giorno Eugeni tornerà a casa, ascolleranno la sua storia in silenzio. «Non è che ho lai ■ lo una pazzia», dice Berzin. «E' slata una scelta sofferta, pensata a lungo. Da tempo con mia moglie le cose non andavano bene, non ci parlavamo quasi più e quando lo facevamo era come se fossimo due estranei. Ci avevo pensato prima ancora del Giro d'Italia. Anzi, la decisione l'avevo già presa allora. Solo che per non compromettere l'esito della corsa, ho preferito rimandare tutto alla fine». Adesso è fatta. E' diventala smina la vita di Berzin, come quella di una star. Solo che il ciclismo e fallo di gente diversa, lui tifosi così strambi, che sognano la fatica e la sofferenza dei loro croi, come se questo fosse possibile: gente che sali; su una montagna la sera prima della corsa e aspetta un giorno inte- ro passando il bottiglione di vino che quelli salgano su dai tornanti ondeggiando sui pedali con il cuore che scoppia. E' un minuto al rallentatore, con la corsa che passa e se ne va, e non resta niont'allro elle questo lampo di fatica negli occhi Non è fatto perle st àr, questo sport Jacques Anquetil, che pasteggiava a champagne, non era amato troppo nemmeno dai francesi, che gli preferivano Poti Pou Poiihdor o Jimimdi, come loro chiamavano il nostro (Innondi A vederlo cosi, con il suo ciuffo di capelli biondi e il sorriso allegro, Eugeni Berzin sembra il figlio più vivace della nidiata, L'anno scorso, quando ha vinto il Giro d'Italia battendo il favoritissimo Indurain, era diventato il pupillo di Vianello che con lui riusciva a scherzare sempre, improvvisando duetti da cabaret. Eppure, le sue grane sono cominciate da allora Prima ha fatto di lutto per divorziare dalla sua squadra, la Gewiss Ballali, clie In pagava ancora come il ragazzo di bottega Un tira e molla che è andato avanti quasi tutta la stagione. Poi, se è vero quel che racconta, alla fine dell'anno ha incontralo Elena Un giro di prova sulla «Barchetta», una storia nata come niente. E Stella è rimasta da sola nella sua villa che guarda i campi. Alfredo Brambilla promette che si darà da l'are per trovarle un lavoro, che lei non deve aver paura: «Faremo di lutto, e ci sarà pun^ un modo per non farla tornare in Russia, vedrete Abbiamo già cominciato a cercare. Noi abbiamo adottato lutt'e dui!, non solo Eugeni», Poi, si sa comi- vanno queste cose, l'importante è ci»; il campione vinca. A Broni lo aspellano dopo il Tour, sotto a questo cielo di casa. Oggi con le tivù le fiabe non sono più come un tempo. Possiamo riscriverle, quando si vince. Pierangelo Sapegno Lei adesso rischia di dover ritornare in Russia «La difenderemo» La nuova fiamma ha 15 anni in più del campione. «Una pazzia? No, ho fatto una scelta sofferta» TAccEcamACGccb " »JE!1 :5*"v HP! A sinistra il campione di ciclismo Eugeni Berzin, che ha abbandonato la moglie Stella. A destra Fausto Coppi con Giulia Occhini. conosciuta come la «dama bianca^ " A sinistra il »JE!1 ciclista Gianni :5*"v Bugno. Il campione ha HP! abbandonato la moglie