Licenziata perché si vuole sposare

Licenziata perché si vuole sposare Quando fu assunta, aveva dovuto firmare una lettera di dimissioni in caso di nozze o maternità Licenziata perché si vuole sposare Verona, impiegata denuncia l'azienda-, mi ha ricattata RICATTI IN FABBRICA AVERONA LLA vigilia dello nozze, invece di un messaggio di auguri, sia pure formali, dal suo datore di lavoro, un'impiegata ha ricevuto una copia di una sua lettera di dimissioni. Tutto vero, solo che la lettera era stata scritta più di quattro armi or sono, all'atto dell'assunzione. Solo così Gabriella G., 29 anni, di Villabartolomea, un paese della Bassa Veronese, aveva potuto ottenere il posto di lavoro in un'azienda metalmeccanica di Cerea a conduzione familiare. Una lettera di dimissioni estorta, quindi. Ora la ragazza si è rivolta all'Ufficio Vertenze della Ggil di Legnago per far rientrare le dimissioni chi!, in definitiva, corrispondono ad un licenziamento illegittimo. Le possibilità di successo sono altissime. Basterà fare una perizia sull'inchiostro della biro usata e si potrà cosi accertare facilmente che la firma risale, appunto) ad alcuni anni fa. Ma, intanto, resta il problema dell'accesso al lavoro delle donne, soprattutto in aziende piccole, dove si temo di rimanere senza le collaboratrici nel giro di pochi anni dall'assunzione e per lunghi mesi, quelli assegnati per la gravidanza e poi per l'allattamento. Gabriella G., frangetta all'altezza degli occhi, dai modi dolci, ma decisa, racconta la sua storia che è analoga a quella di tante altro, tutte ri¬ masto sotto silenzio. «L'assumiamo - aveva detto il titolare - però lei ci firma una lettera di dimissioni. Se si dovesse sposare ed avere figli, non siamo disposti a sostenere l'onere di un anno di assenza dal posto di lavoro». «Allora - racconta oggi la ragazza-sposina - non pensavo al matrimonio e tanto meno ai figli. Così ho accettato c firma - to. Avevo bisogno di quel posto. Prima avevo lavorato in un'azienda che aveva pagato i dipendenti con assegni non coperti». Non pensava, Gabriella, che la lettera venisse utilizzata. Due anni di contratto formazione-lavoro, poi l'assunzione regolare in amministrazione per fatture e contatti con gli istituti di credito. Un lavoro di soddisfazione. «Un lavoro che mi piaceva conferma la ragazza -, Anche perché c'erano responsabilità. Poi, duo mesi fa, ho annunciato che mi sarei sposata. Ho persino assicurato che, se: avessi avuto figli, mi sarei assentata dal lavoro solo per il tempo strettamente necessario». Invece, il venerdì, alla vigilia delle nozze, Gabriella e andata in azienda per dare le istruzioni al suo sostituto temporaneo e ne) pomeriggio ha ricevuto per telefono l'annuncio dell'autolicenziamento. Non è il primo caso di assog¬ gettamento a «patti leonini», secondo il sindacato, siglati pur di raggiungere un buon posto di lavoro in una piccola azienda anche noi ricco NordEst. Ne emerge uno su cento. Quello di Gabriella, appunto, come quello di Roberta L. Trent'anni, di Legnago, licenziata dopo tre mesi di aspettativa per una gravidanza interrotta al settimo mese per aborto spontaneo. La ragazza aveva impugnato, come illegittimo, il licenziamento e ieri è arrivata ad un compromesso: Roberta non è stata riassunta, ma ha accettato un cospicuo indennizzo in denaro. E' stato il suo caso quello che ha in definitiva mosso Ga brinila G. verso l'Ufficio Legale del sindacato por far valere i suoi diritti: «Non è possibile rinunciare a farci una vita propria - dice ora la giovane impiegata, decisa a fare la luna di miele e a tornare in azienda - per non perdere il j posto di lavoro». Francesco Ruffo Ma la Basinger è decisa a far causa alla casa cinematografica quella di tante altro, tutte rifigli. Così ho acc Kim Basinger

Persone citate: Basinger, Francesco Ruffo, Kim Basinger, Roberta L.

Luoghi citati: Cerea, Legnago, Verona