A 2 anni seviziata e uccisa dal patrigno

L'uomo ha dato la colpa a una crisi d'asma. Smascherato dall'autopsia voluta dalla mamma L'uomo ha dato la colpa a una crisi d'asma. Smascherato dall'autopsia voluta dalla mamma A 2 anni seviziata e uccisa dal patrigno Orrore a Prato: è morta dopo quattro giorni di agonia PRATO. Ventitré mesi. Soltanto voglia di vivere e crescere. Ma qualcuno glielo ha impedito. Erica è stata uccisa, con una violenza inaudita. Dentro il suo corpicino gravissimo lesioni interne. Segni evidenti di sevizie. Una vicenda terribile nata in quella frangia di emarginati, di piccoli delinquenti e di ex tossici. Una storia atroce vissuta in una casa popolare della periferia di Prato, tra una mamma non ancora donna, Monia Paci, di appena 18 anni, ex tossicodipendente in attesa di un secondo figlio, e un marito violento, Luigi Spera, poco più che ventenne. Monia e Luigi, una coppia difficile. Lui senza lavoro, precedenti penali per spaccio e rapina, lei impiegata in una stireria. Si sono sposati appena un mese fa. E ora il dubbio terrificante: il patrigno potrebbe aver ucciso la figlia della sua giovanissima sposa. Ha già ricevuto un avviso di garanzia por omicidio firmato dal sostituto procuratore di Prato Marco Modena. E' stato consegnato 48 ore fa. «Un atto dovuto per procedere all'autopsia» hanno spiegato gli investigatóri. Ma i sospetti esistevano ina ed erano tanti. Soltanto ieri la cruda verità e emersa quando il modico legale di Anatomia patologica di Firenze Marco Leoncini ha terminato quella che avrebbe dovuto essere un'autopsia di routine: di verifica sul come e perché una bimbetta che sembrava sana all'improvviso ha avuto un blocco cardio-respiratorio che l'ha portata alla morte. Precise le causo del coma: una emorragia cranica estesa, con lacerazioni, provocata da un violento urto. Ematoma alla base del cranio. Lesioni interno diffuso per tutto il corpo. Non è azzardato parlare di sevizie, nemmeno di quelle di natura sessuale. Un verdetto agghiacciante. Il calvario di Erica, bionda, dolcissima, una bimba scatenata che già parlava e correva, è cominciato martedì pomeriggio. «Mia figlia ha sempre sofferto di bronchiti asmatiche - aveva spiegato la mamma - lo sapevamo, era sotto terapia». La conferma venne dal pediatra della piccola, il dottor Franco Benassai. E' stato lui l'ultimo a visitare Erica, poche ore prima che cadesse in coma. «Stava bone. Aveva avuto qualche linea di febbre. Ma nulla di preoccupante» spiegò. Allo 17,30 la tragedia. In quella casa di via Bologna a Prato c'erano solo Luigi Spera e Erica. Monia, la mamma, era uscita da qualche minuto. Secondo la ricostruzione del patrigno la bimba si sarebbe sentita male all'improvviso. «Rantolava» ha raccontato. Avrebbe chiesto aiuto poco prima di cadere per terra senza più conoscenza. Nessun segno esterno. Nessun indizio di violenza sul corpicino. Pochi minuti più tardi la corsa pazza all'ospedale di Prato, il «Misericordia e Dolce». Di lì il trasferimento nella clinica pediatrica di Firenze, il Meyer. Por lirica non c'era già più nulla da fare. E' rimasta attaccata alla macchina per la respirazione forzata per quattro giorni. Poi la spina è stata staccata. Immediati i dubbi, i sospetti su quella strana e incomprensibile morte, ma ancora di più su quella strana famiglia. Monia per prima ha chiesto che si compisse ogni atto por raggiungere la verità. Non ora convinta. Aveva lasciato la figlia in buone condizioni e un'ora piti tardi l'aveva ritrovata in fin di vita. Lei non ora presento. Dal primo interrogatorio svolto negli uffici della questura di Firenze è emerso un quadro famigliare impressionante, un mosaico di piccole violenze, di liti furibonde, di disperazione. Lui, Spora, aveva più volte minacciato di togliersi la vita. Porche? Lo ha spiegato ai poliziotti che l'hanno atteso per ore davanti a casa con un mandato di perquisizione. Cristina Orsini A destra una scena del film «Il branco» di Marco Risi

Persone citate: Cristina Orsini, Franco Benassai, Luigi Spera, Marco Risi, Meyer, Monia Paci

Luoghi citati: Firenze, Modena, Prato