America la riscossa del maschio bianco

Storica sentenza della Corte Suprema Storica sentenza della Corte Suprema America, la riscossa del maschio bianco Cancellate quote e carriere agevolate per neri, ispanici e le altre minoranze WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Potrebbe essere l'inizio di una svolta radicale. Con un sentenza votata a strettissima maggioranza, la Corte Suprema ha imposto vincoli rigidissimi all'applicazione di quella che viene chiamata «azione affermativa». Si tratta di centinaia di programmi federali che incoraggiano a privilegiare nelle assunzioni, negli appalti o nelle carriere chi appartiene a una minoranza etnica. In termini concettuali si tratta di qualcosa di molto simile a quelle che in Italia vengono chiamate le «quote», ma negli Stati Uniti l'«azione affermativa» ha una storia antica e profonda, essendo stata una bandiera, prima che delle donne, del movimento dei neri per i diritti civili. Como sempre, la Corte Suprema si ò pronunciata su un caso specifico, la causa intentata da una ditta posseduta da un bianco contro il governatore del Colorado perché gli preferì una ditta «ispanica» per la costruzione di un'autostrada nonostante il suo preventivo fosse più basso. Come sempre, questa sentenza aprirà la via a molte altre cause del genere. E per dirimerle le corti federali dovranno tener conto del pronunciamento della Corte Suprema. Con cinque voti contro quattro la Corto Suprema, pur non dichiarando 1 «azione affermativa» incostituzionale, ha stabilito che d'ora in avanti potrà essere applicata solo in casi eccezionali e dopo uno «strict scrutiny», cioè una valutazione molto rigida. Lo «strict scrutiny», una prassi già seguita in altri casi, prevede che una decisione possa essere presa solo se si potrà dimostrare che essa serve a correggere una grave e precisa discriminazione compiuta precedentemente. E la valutazione deve essere compiuta sul piano individualo precisa la sentenza -, perché la Costituzione garantisce piena copertura della legge «a persone, non a gruppi». La sentenza non si spinge fino a sostenere che l'aziono affermativa può costituire una «discriminazione alla rovoscia», come invece predica la destra repubblicana. Ma certamente si pone più in sintonia con chi è all'attacco dell'azione affermativa che con elii la difende. E, in questo momento, l'attacco è fortissimo. E' stala ovviamente la grande vittoria repubblicana nelle elezioni dell'autunno scorso che lo ha innescato. Newt Gingrich si è impegnato a smantellare gran parte dei programmi di azione affermativa messi a punto nell'arco degli ultimi 25 anni. Sollecitato dal l'ala liberal del partito democratico e dal «black caucus» (il gruppo che riunisce i parlamentari di colore) a opporre una fiera resistenza, Bill Clinton annunciò invece la costituzione di una commissione por la «revisione» della materia. Questo perché, effettivamente, l'azione affermativa raccoglie critiche anche da parte dell'ala moderata dei democratici e, perfino, di gruppi di neri. Infatti, sé l'aziono affermativa può proteggere un membro di una minoranza etnica, rischia più di rinfocolare che di sopire lo tensioni razziali. Per esempio: l'operaio bianco che non ottiene un posto anche se lo merita perché gli viene preferito un nero, rischia di diventare razzista anche se non lo è; oppure quello stosso nero che per tutta la vita si sentirà rinfacciare di aver fatto carriera non per i suoi meriti ma per la sua pelle, odierà di più i bianchi invece che provare gratitudine. Ma la commissione è una scatola vuola. Alla fine Clinton dovrà decidere da che parte stare e, secondo il capo del «black caucus», Kweisi Mfume, «non ha molto tempo». Paolo Passarmi

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Kweisi Mfume, Newt Gingrich

Luoghi citati: America, Colorado, Como, Italia, Stati Uniti, Washington