Pavarotti, dalla piazza al salotto di Sandro Cappelletto

Pavarotti, dai Bici piazza al salotto Roma, Giulini chiude la stagione invernale con l'«Incompiuta» di Schubeit Pavarotti, dai Bici piazza al salotto // tenore più «intimo» in recital a Santa Cecilia ROMA. Carlo Maria Giulini e Luciano Pavarotti: difficile immaginare due personalità più diverse. Mentre il direttore chiude in questi giorni la stagione invernale dell'Accademia di Santa Cecilia, sarà il tenore ad inaugurare i concerti d'autunno. Un recital in una sala musicale è ormai occasione non frequente per il sessantenne cantante, chi; da qualche tempo sembra preferire stadi, parchi, ippodromi, piazze. Invece, il prossimo 7 ottobre, in un programma ancora da definire, i suoi fiati correranno verso un pubblico più esigente. Santa Cecilia propone nei mesi estivi i concerti a Valle Giulia, dove non mancano «contaminazioni» fra stili e generi, come l'appuntamento del 28 giugno con Keith Jarrett e il suo trio jazz, formato da pianoforte, contrabbasso e batteria, o ancora, il 3 luglio, la serata dedicata a Evelyn Glennie, la percussionista americana priva dell'udito. Noi suo centesimo anno Santa Cecilia ha chiamato a dirigere il concerto di chiusura Giulini, legato a questa orchestra da antico affetto: qui, da ragazzo, aveva imbracciato la viola, qui - era il 1944 - debuttò come direttore nel primo concerto dopo la liberazione di Roma Magrissimo, un gesto misurato quanto intenso e lo sguardo, Giulini ha scelto un programma tutto schubertiano: ['«Incompiuta» e la «Messa n. 6» NeU'«Incompiula» Giulini insegue i fantasmi di Schubeit 'e sue divagazioni; preferisce i momenti in cui il racconto sfugge ad ogni preoccupazione formale e rimano sospeso, incantato. Quando poi la potenza dell'intera orchestra riprende il sopravvento e l'opera si avvia alla conclusione {incompiuta è infatti definizione formale) appare chiaro quanto Schubcrt abbia precorso i tempi. Nella Messa D. 950», protagonista è il coro, ben istruito da Norbert Balatsch: ai quattro solisti, ben scelti tra i coristi stabili dell'Accademia, sono riservati infatti brevi passaggi. Eppure, uno indimenticabile: nell'«Incarnatus est», il soprano (Francesca Gavarini) e i due tenori (Ivano Costantino e Carlo Putellil raccontano tutta la sensualità di Schubert. Sandro Cappelletto Il tenore Luciano Pavarotti tornerà ad esibirsi in una sala da concerto, il 7 ottobre all'Accademia di Santa Cecilia a Roma

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