La dolce morte in tv al capezzale di uno choc

La dolce morte in tv, al capezzale di uno choc «Mixer» ha trasmesso ieri sera le immagini di un documentario sull'eutanasia realizzato in Olanda La dolce morte in tv, al capezzale di uno choc ECCO, ora abbiamo visto la morte, nei limiti in cui la si può vedere in Italia, o non uscirà mai più da noi. E' come so un poco fossimo morti anche noi, accompagnando il malato che voleva morire, ieri sera tardi, su Rai Due, a «Mixer». Della sua morte abbiamo visto tutto, tranne i due minuti finali. I minuti in cui avviene «la cosa». Quelli non sono visibili, non sono estetici, non sono istruttivi, non fanno spettacolo, o lo spettacolo che fanno è immondo, da nascondere. Ce l'hanno nascosto. Lo spettatore che ha visto ed è turbato, deve sapere che è turbato per la piccola porzione di morte che può stare in una trasmissione televisiva: la morte reale ò più intollerabile, più inguardabile di questa. L'urto della morte di ieri sera sul nostro cervello era provocato da questo fatto: non si trattava di una morte causata dall'impotenza della medicina, ma dalla potenza della medicina. Questa è l'eutanasia. Il malato ha deciso di farla finita, e il medico corre in auto per aiutarlo. Il medico, la cui morale lavora continuamente sul discrimine che separa la vita dalla morte, ma per tirare di qua, verso la vita, chi sta cadendo di là, in questo caso, permesso dalla legge (in Olanda), agisce nel senso contrario, il malato non ce la fapiange, è angosciato dalla interminabile caduta verso lmorte, il medico gli dà lspinta estrema, affinché sifinita. Prima di quella spintacerca l'approvazione: parlcol malato, ne indaga la volontà, lo elogia per il coraggio. Alla fine, quando la pratica è legalizzata, il medico gprende il braccio (questo nol'abbiamo visto, in Italia), gaccosta la siringa, cerca lvena buona, punta l'ago, preCornelis Van We me, gli scarica in vena il sonnifero. Il malato entra nella non-volontà, nella non-coscienza. Il medico cambia siringa, e inietta il curaro. La non-volontà e la non-coscienza restano per sempre. E' finita. La scelta vien giustificata con oscurità: Io ti precedo - dice prima di morire il malato alla moglie -, camminerò sulla Via Lattea verso l'Orsa Maggiore, e lì ti aspetterò. Il gelo della vera morte dovrebb'essore scaldato da questa falsa poesia, così utanasia inautentica, così scolastica, la realtà dovrebbe essere riscattata da queste vuote parole: ò morto, e dovremmo pensare che cammina por la Via Lattea. In realtà, oltre che inmostrabile, e perciò nascosta, la morte è anche indicibile, e perciò mentita. La spiegazione che ce ne dà il documento ò menzogna; la verità, so c'è, dov'essere altrove. Morente e medico sanno che altri malati, in ben peggiori situazioni tirano avanti. Questo cede perche non sa più lavorare, usar le mani, muoversi, rendere. Muore l'uomo perché ò morto il borghese. E' la morte nelle società avanzate. La morte burocratica. Quando non c'è che questa morte, vuol dire che non c'era nessuna vita. Il me¬ dico vede questa assenza di tutto, e la ratifica: il paziente vuol morire, ha fegato, che muoia, non sono io che lo uccido, è lui che si uccide attraverso di me. E così il medico diventa, da colui attraverso il quale si può guarire, colui attraverso il quale si può morire. Non mi pare l'altezza di una linea scientifica, ma la bassezza di una linea morale: la vita ò banale, la morte e banale, il medico ò banale e collabora affinché la vita finisca perché anche per lui la vita ha un valore negativo, è un disvalore. La scienza gli permetterebbe ormai di eliminare il dolore fino all'insensibilità totale: ma la vita che rosta 6 un guscio vuoto, meglio buttarlo via e schiacciarlo. Questo paziente non muore per una malattia fisica, muore per ben altro. Era già morto. La trasmissione ci ha fatto vedere non quanto la morte sia tragica, ma quanto tutto sia insensato. Se voleva render simpatica l'eutanasia in Italia, credo che, ieri sera, abbia ottenuto tutto il contrario. Ferdinando Camon Cornelis Van Wendel, assistito dalla moglie, poco prima dell'eutanasia

Persone citate: Ferdinando Camon Cornelis

Luoghi citati: Italia, Olanda