Tre milioni di schede bianche

Tre milioni di schede bianche Tre milioni di schede bianche Baldassarre: troppo poche500 mila firme ROMA. Tre milioni di schede bianche e nulle e circa mezzo milione di astenuti al seggio hanno condizionato l'esito di almeno due dei dodici referendum, quelli sulle rappresentanze sindacali e sulla legge elettorale nei Comuni con più di 15 mila abitanti, contrassegnati dai numeri 1 e 8. In entrambi hanno prevalso i No, ma per una manciata di voti. L'affluenza alle urne (57,2% dei volanti) ò stata la più bassa in assoluto dal '78 in poi tra tutti i referendum ritenuti validi. In pratica, circa 16 milioni di italiani non si sono presentati al seggio. Il dato più sorprendente, però, ò stato indubbiamente il minimo scarto di voti di differenza (appena 13.721 voti a favore dei No) registratosi sul referendum sulle rappresentanze sindacali, che è stato anche il meno votato rispetto agli altri 11 (56,9%). Mai prima d'ora si era avuto un distacco così lieve, un record nella storia referendaria. Ma che sarebbe successo se vi fossero state meno schedo bianche e nulle o se mezzo milione di italiani avessero ritirato al seggio anche la prima scheda colorata? Sono stati, invece, 286.524 i voti di scarto nel referendum riguardante la legge elettorale nei Comuni con più di 15 mila abitanti. Anche qui ci sono stati 3 milioni 160 mila voti non validi e circa 400 mila astensionisti al seggio. La tornata referendaria ha, comunque, riproposto all'attenzione dell'opinione pubblica il problema della modifica in Parlamento delle norme che da ben 25 anni regolano il funzionamento delle consultazioni popolari. A rilanciare il delicato tema è stato ieri il presidente della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre, secondo cui è «opportuno e giustificabile sia l'innalzamento del limite di 500 mila firme per indire un referendum, sia la revisione dei criteri di ammissibilità». In un'intervista al Tg2 il professor Baldassarre ha affermato che quella di innalzare il limite previsto dall'articolo 75 della Costituzione «ò una proposta che può avere una sua logica, considerato che il numero fissato dall'Assemblea Costituente era in relazione a una popolazione inferiore». Dal '48 a oggi, infatti, il corpo elettorale è quasi raddoppiato per effetto sia dell'incremento naturale della popolazione, sia dell'abbassamento a 18 anni della maggiore età. Il problema è stato più volte portato all'esame delle Camere. Nel '90 il de Nicotra suggerì di alzare il limito a 3 milioni di elettori, il liberale Battistuzzi, invece, a 800 mila, mentre il de Bianco ad un ventesimo della popolazione. Ma queste ed altre proposte sono finite come una bolla di sapone senza alcun concreto risultato. Per Baldassarre ha «una giustificazione» anche la proposta di rivedere i limiti di ammissibilità di un referendum. Sull'argomento si sono da tempo schierali a favore autorevoli giuristi ed ex presidenti dell'Alta Corte, i quali hanno anche auspicato che la Consulta possa pronunciarsi sull'ammissibilità dei quesiti referendari agli elettori prima dell'inizio della raccolta delle 500 mila firme, e non un anno dopo, come avviene oggi. Pierluigi Franz

Persone citate: Antonio Baldassarre, Battistuzzi, Nicotra, Pierluigi Franz

Luoghi citati: Roma