Ritratto di nazione con artifici

Da Garibaldi a Calvino passando per il Duce Biennale. Inaugurata la grande rassegna fotografica del Padiglione Italia Ritratto di nazione con artifici Da Garibaldi a Calvino passando per il Duce ~ym\ VENEZIA I.' ORSE per magnificare la ti memoria storica - inauI gu razione della prima _*_J Biennale da parte della regina Margherita -, o per i buoni uffici del grande specialista di fotografia delle origini, Michele Falzone del Barbaro, «Un secolo di ritratto fotografico in Italia» al Padiglione Italia ai Giardini è stato inaugurato daSua Altezza Reale Maria Gabriella di Savoia. L'unica stampa fotografica in mostra della Fondazione Umberto II di Losanna da lei presieduta è un ritratto colorato a mano di Margherita, giovane regina, in una veste di incredibile kitsch fino al cappello di paglia con i liori e davanti al classico fondale dipinto dello studio professionale (giardino sul lago). Questa mostra è un «ritratto» senza pari di un secolo e mezzo della nostra storia, da Garibaldi a Lyda Borelli, dalla fotografa ambulante ripresa da Gabinio alla metà degli Anni 30 al volto di Sanguineti nel 1990. In una non metaforica battaglia di dame, la Margherita kitsch nel finto giardino è preceduta dalla «carte de visite» di Alphonse Bornoud che ritrae in un ambiente nudo, senza orpelli, la fiera bellezza della terribile Sofia di Borbone, la bombardiera di Gaeta, in amazzone con frustino e stivaletti: un capolavoro delle origini, perfettamente coevo, nel suo puro linguaggio di ombra e luce, con l'esplosione di Manet. Si va da documentazioni inizio secolo di casi clinici dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna e il fotomontaggio di Mussolini dominante sulla folla del consenso, le foto dei «paparazzi» con Silvana Pampanini e il sarto Schubert in via Veneto e le foto di Elisabetta Catalano che ritraggono la modella incatenata («plagiata») di De Dominicis, Sandro Chia e Italo Calvino. E' in evidenza l'aura specifica e non segreta della fotografia, la continua alternanza e alternativa tra la forma della luce e la pregnanza istantanea di un documento del tempo, del costo me, la rivelazione di una psicologia individuale o collettiva (doppia rivelazione, fra fotografo e soggetto): immagini osten latamente costruite e artefatte e immàgini che esprimono un punto di vista sulle mutazioni del quotidiano reale e sociale. Su quéste ultime registriamo i passaggi della storia e del tempo. Con la fiducia originaria nel puro occhio documentario, ancora ad inizio secolo i Fratelli Alinari ritraggono frontalmente la famiglia Corsi Salviati in villa a Sesto Fiorentino e un «basso» meridionale, mentre contemporaneamente la «fotografia artistica» parifica magicamente due maschere e due divismi cosi intimamente diversi come quelli della Duse e della Borelli. Le ultime propaggini su questa strada, negli Anni 20 e 30, sono le foto femminili delle «classi alte», da Wulz a Ghitta Caroli a Eva Barret. Con fin troppo facile bisticcio verbale, il parallelo e costituito dalle foto ufficiali di alta classe, talora con risultati inconsciamente irresistibili: il nero di Mussolini in cilindro e tight sul bianco dell'ingresso di Villa Torlonia il giorno del matrimonio di Edda e Ciano, perfètto fotogramma del Padri no; il giovine bellissimo Umberto di Savoia (Fellini, Amarcord, Gradisca) nella cappa nera della Misericordia fiorentina. Ma queste foto sono anche il ritratto di una storia collettiva: il popolo della ricostruzione di Boiler, di Carlo Bevilacqua, di Casiraghi continua a vivere nel 1991 nei nomadi e nei viaggiatori Milano-Bari di Berengo Cardili, ma e antropologicamente diverso dalle ragazze di Telemike in attesa riprese da Rossella Bigi o dalla gente di discoteca di Raffaelli e di Bossan. Unico elemento comune, la ricchezza e pienezza di significato dell'immagine. Anche l'arte italiana vive le sue mutanti stagioni: mondi e modi intrinsecamente diversi contrappongono i ritratti in fotocomposizione futurista [Depero di Castagneri, Marinetti di Unterveger) e quelli solarizzati di Veronesi, tipicamente contrassegnati 106bis, 112 B,c l'operazione 1972 di Franco Vaccari Lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio o le Fotocoppie concettuali di Maurizio Berlincioni. Marco Rosei Silvana Pampanini immortalata dai paparazzi anticipa le vallette di Telemike Eleonora Duse e Mussolini in due fotografie esposte alla grande mostra fotografica del Padiglione Italia alla Biennale. La mostra ripercorre un secolo e mezzo di vita italiana

Luoghi citati: Bologna, Ghitta, Italia, Milano, Sesto Fiorentino, Venezia