E Davigo denuncia Feltri di Vittorio Feltri

E Davigo denuncia Feltri E Davigo denuncia Feltri // Giornale: «Era in società con Cerciello» SCOOP IN TRIBUNALE MILANO. Tempo di querele fra il sostituto procuratore della Repubblica di Milano, Piercamillo Davigo, e il Giornale di Vittorio Feltri. Galeotto è stato lo «scoop» pubblicato ieri dal quotidiano. Titolo: «La strana coop Davigo-Cerciello». Catenaccio: «Nella stessa società edilizia il giudice, il generalo della Finanza e l'uomo che prestò i soldi a Di Pietro». «Questi signori hanno ricevuto notizie dal mio legale. Ne riceveranno di ulteriori», ha ribattuto seccamente Davigo, dopo aver dato mandato al proprio avvocalo di sporgere querela. Tanto più che c'è un precedente, se 6 vero che sempre il Giornale scrisse già in passato di questa vicenda. Con una variante: allora, infatti, il nomo di Davigo era stato accostato a quello di Diego Curtò, il magistrato finito in carcere nel '93 per corruzione e abuso d'ufficio nell'ambito dello tangenti Enimont. Di cosa si tratta, questa volta? A «incuriosire» il quotidiano, è la partecipazione di Davigo a «Diogene», una cooperativa edilizia fra i cui soci si contavano parecchi nomi noti. Stando a quanto si legge nel servizio, era presieduta dal procuratore aggiunto Ilio Poppa, e, come presidente del collegio sindacale, dal generale della Gdf, Giuseppe Cerciello. Fra gli iscritti, l'ex tenente della Gdf, Emilio Stolfo, e il collaboratore di Giancarlo Gorrini, quell'Osvaldo Rocca ora al centro del «pasticciaccio» che vede coinvolto Antonio Di Pietro. «Se fino a ieri nessuno conosceva Rocca - commenta il Giornale nel servizio incriminato - oggi si scopre che questo travet aveva contatti di altissimo livello con magistrati, generali e ufficiali nella Milano alle porte di Mani pulite». E via con l'elenco dei nomi, tutti rigorosamente in neretto, fra cui quello di Davigo. «Il buon Osvaldo era socio con tutti. Dove? In una cooperativa edilizia che aveva in sogno un obbiettivo davvero prestigioso: costruire una bella palazzina», prosegue il quotidiano, forte di un verbale della seduta consigliare. E più avanti: «Certo, accomunare i nomi di Cerciello e Stolfo a quello di Davigo appare quasi una bestemmia. Il sostituto rimane per tutti un magistrato indiscusso e indiscutibile, ma fa quantomeno sorridere che proprio lui, il giudice-mastino che indagò per mesi sui finanzieri corrotti, fino a poco prima fosse in società con Cerciello e Stolfo, imputati eccellenti dell'intera inchiesta». Davigo però si era subito dimesso dalla cooperativa, della quale, peraltro, aveva già parlato il 3 aprile scorso lo stesso Emilio Stolfo in un'udienza del processo Cerciello a Brescia: in quell'occasione, Stolfo aveva aggiunto che i soci avevano versato 500 mila lire a testa per la sua costituzione, ma che la stessa società era in liquidazione. Successivamente, fonti del Giornale hanno precisato che la coope¬ rativa oggetto dell'articolo pubblicato ieri non è quella della quale aveva parlato Stolfo al processo di Brescia. Secondo il quotidiano, alcuni dei soci della «Diogene», tra i quali Stolfo e Cerciello, lasciarono questa cooperativa per entrare nella «Domus res», della quale poi parlò Stolfo a Brescia il 3 aprile scorso. Sono 25 le persone che, secondo quanto pubblicato ieri dal quotidiano, facevano parte della «Diogene»: 5 magistrati, 11 ufficiali della Gdf e dei carabinieri, un prefetto, 2 professionisti, un maestro di violino e l'impiegato Osvaldo Rocca. La ricostruzione fornita dal quotidiano collima con le dichiarazioni di Stolfo al processo di Brescia il 3 aprile scorso, quando parlò della cooperativa della quale aveva fatto parte con colleghi e magistrati, salvo alcuni particolari: il tenente diede un altro nome alla cooperativa, chiamandola «Domus res», e indicò i nomi di due magistrati milanesi che non compaiono nella rosa dei cinque indicati dal quotidiano come soci della cooperativa. All'indomani i giornali non diedero risalto a questo particolare della lunga deposizione di Stolfo, perchè pròprio il 3 aprile cominciò l'interrogatorio del generale Cerciello e nello stesso giorno Di Pietro annunciò, nel corso di un convegno all'ospedale San Raffaele di Milano, che si era dimesso ufficialmente dalla magistratura, [r. i.] Il sostituto del pool: «Hanno già ricevuto notizie dal mio legale e presto ne riceveranno ulteriori» mice ei di aogli oegia, un a», clo gli ispettori Dinacci già in calendario per martedì nella capitale. Anche a lui Salamone e Bonfigli chiederanno il perché quell'indagine su Di Pietro - che nei suoi contenuti adesso esplode qui a Brescia venne chiusa in »

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