Schiaffo ai sindacati spazio ai Cobas

D'Antoni: nessuna rivoluzione, chiedere più democrazia è positivo. Pensioni, non si cambia D'Antoni: nessuna rivoluzione, chiedere più democrazia è positivo. Pensioni, non si cambia Schiaffo ai sindacati, spazio ai Cobas Cofferati: vogliono usare politicamente la nostra sconfitta ROMA. Allarme di Sergio Cofferati. Per il leader della Cgil, «vogliono usare politicamente la sconfitta dei sindacati»: mandare all'aria la riforma delle pensioni e usare come materia di scambio la legge in discussione sulle rappresentanze sindacali e sulle deleghe. «Anche per la definizione legislativa delle materie oggetto di referendum, sembra prevalere una logica di blocco». In pratica sul sindacato battuto l'opposizione di centro-destra si appresta a infierire, con una logica da «resa dei conti» definitiva: 6 il prezzo politico della batosta subita. E questo per l'immediato. Quanto al medio periodo, il verdetto referendario rischia di travolgere l'obiettivo lungamente agognato dell'unità sindacale. A tutto vantaggio delle nuove, frammentarie, agguerrite organizzazioni di base dui lavoratori, che ieri sera erano in tripudio. Quando Pietro Larizza, segretario della Uil, apprende il verdetti deglo exit poli non si scompone: «Questi numeri, se venissero confermati, sono all'incirca quelli che conoscevamo da almeno otto giorni. E poi io l'ho detto tante volte, questi dodici referendum tutti insieme sono una degenerazione della democrazia, lo avevo dato indicazione per 12 no, sarebbe stato un messaggio più chiaro e avrebbe consentito di non disperdere le forze. Ma tant'ò». Sergio D'Antoni, leader della Cisl, commenta a caldo ai microfoni del Tg3, mentre i primi exit poli danno in diretta «la stangata» sindacale. «Quello che è chiaro - dice D'Antoni - 6 che emerge una richiesta di maggiore democrazia all'interno del sindacato, e questo è un fatto positivo, ma emerge anche una maggiore frammentazione, e questo è devastante». Uno coro troppo discorde rende il concerto inefficace. Ecco il punto, secondo D'Antoni, ed ecco la sconfitta del movimento sindacale, anche se non bisogna drammatizzare, perché precisa il segretario della Cisl «non è comunque una rivoluzione». A Telcmontecarlo, a conversare con Curzi, c'è Sergio Cofferati: «Che vincano i si o i no - dice - le materie sindacali oggetto dei referendum andranno in ogni caso regolate per legge. Comunque, se i primi risultati venissero confermati, credo che questo non aiuti il raggiungimento di un'intesa in Parlamento, dove nelle ultime settimane era già pronto un disegno di legge per modificare sia le rappresentanze che le deleghe sindacali. Ora credo che raggiungere un'intesa sarà più difficile, perché da parte di alcune forze politiche c'è l'intenzione di fare delle materie sindacali oggetto di scambio». Il dato referendario, quindi, si sarebbe abbattuto sul processo di cambiamento in atto nel sindacato, come una furia devastante, il cui risultato potrebbe essere l'estrema frantumazione e la conseguente debolezza dell'intero movimento dei lavoratori. Raggiante appare invece Paolo Cagna, presidente del comitato per il Sì: «E' un'occasione straordinaria per il rinnovamento del sindacato. Ora bisogna fare una legge per modificare le procedure democratiche sui posti di lavoro». Anche un leader storico del sindacalismo di base, Ezio Gallori, capo storico dei cobas dei macchinisti delle ferrovie, infierisce sui «concorrenti» sconfitti: «Dopo i risultati positivi del referendum sulle pensioni, registriamo que¬ sto dato che costringerà Cgil, cisl e Uil a prendere atto che ormai i 'padroni sindacali' non esistono più, ma esiste una libera competizione tra tutte le organizzazioni sindacali». Lo tre più gloriose sigle del movimento operaio italiano pagano davvero come dice Gallori - il prezzo del loro impegno sulla riforma previdenziale? Può darsi. Comunque, dice Luciano Lama un padre fondatori! dell'unità sindacale - cortamente «la vitto¬ ria del Si ò anelli! il risultato di una offensiva portata avanti con durezza e determinazióne dallo schiaramento di destra, e alla quale le confederazioni non hanno risposto con altrettanta determinazione)». Quel ch'è certo - sintetizza il portavoce di An Francesco Stura ce, òche «d'ora in poi il sindacato dovrà inseguire il consenso piuttosto che pretenderlo per delega». Raffaello Masci Cofferati (Cgil): ora ci vuole una legge Ma raggiungere un accordo sarà molto più diffìcile Storace (An) «Adesso il consenso dev'essere inseguito non si può più averlo per delega» 1 tre segretari dei sindacali confederali: Sergio Cofferati (Cgil), Sergio D'Antoni (Cisl) e Pietro Larizza (UH)

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