Colombia, arrestato il nuovo Escobar

Colombia, arrestato il nuovo Escobar Una «soffiata» e uno spettacolare blitz incastrano Orejuela. Le felicitazioni di Clinton Colombia, arrestato il nuovo Escobar Capo del Cartello di Cali, era il re del narcotraffico mondiale BOGOTA'. Duemila perquisizioni domiciliari, ore e ore di intercettazioni telefoniche e pedinamenti, 007 statunitensi ed europei impegnati gomito a gomito con i colleghi colombiani, e poi finalmente la mossa indovinata. Il narcotrafficante Gilberto Rodriguez Orejuela, 56 anni, massimo esponente del Cartello di Cali, è stato catturato senza sparare un solo colpo e si trova ora in un carcere di massima sicurezza a Bogotà. Orejuela era nascosto in un armadio a muro in un appartamento del quartiere residenziale Santa Monica di Cali. Quando ha capito di essere in trappola si è consegnato alle forze dell'ordine esclamando: «Tranquilli, muchachos, non accoppatemi che sono un uomo tranquillo! Avete fatto un buon lavoro». Dalla morte, il 3 dicembre '93, di Pablo Escobar, capo del Cartello di Mcdellin, abbattuto in uno scontro a fuoco con la polizia, gli equilibri di potere nel mondo della produzione e della commercializzazione del Era nascosto in un armadio a muro. Agli agenti ha detto «Bravi, avete fatto un bel colpo» questo al momento di consegnarsi alla polizia ha detto: «Bene, questa partita l'avete vinta voi». Orejuela è stato scovalo in un nascondiglio ricavato sul fondo di un armadio a muro in una villetta a due piani. Il capo del «bloque de busqueda», una forza speciale costituita da effettivi dell'esercito, della polizia e dei servizi segreti, ha ammesso che è slata determinante la soffiata di qualcuno solleticato dalla taglia di 1,7 milioni di dollari, 2,8 miliardi di lire. Gli agenti hanno fatto irruzione nell'edificio venerdì alle 16 (le 23 la cocaina si erano decisamente inclinati a favore del Cartello di Cali e della famiglia Rodriguez Orejuela. I tre fratelli Jorge, Miguel e soprattutto Gilberto hanno accresciuto la loro forza, arrivando a controllare l'80 per cento della cocaina venduta nel mondo e il 90% di quella spacciata a New York. Un impero costruito, diversamente da quello di Escobar a Medellin, non sul terrore e su un uso spregiudicato delle armi, ma sull'intelligenza e la strategia. Per questo Gilberto Orejuela era soprannominato «lo scacchista», e per era stanato. «Lo scacchista» ò emerso pallido, la paura scritta in volto, la barba incolta da giorni. Gli sono state sequestrate tre pistole e contanti in peso colombiani e dollari Usa per alcuni milioni di lire. Da domani Orejuela, che rischia 30 anni di carcere per narcotraffico e arricchimento illecito, comincerà ad essere interrogato dai magistrati. La cattura di Gilberto Orejuela è stata salutata con esultanza dal presidente colombiano Ernesto Samper, da mesi inseguito dal sospetto che la sua vittoriosa campagna elettorale nelle presidenziali dell'anno scorso fosse siata finanziata dal narcoboss. «E' l'inizio delia fine per il Cartello di Cali - ha dichiarato alla televisione -, Non ci fermeremo finché non saremo arrivati in fondo». Da Washington, dove nun si era mancato di prendere nota delle cosidette «narcocassette» in cui i fratelli Rodriguez al telefono discutevano di finanziamenti alla campagna di Samper, il presidente Clinton ha inviato le sue congra¬ italiane), hanno fermato due domestici e due sospetti complici e hanno cercato a lungo, sicuri di avere braccato la loro «preda». «Sapevamo che c'era, l'informazione che avevamo era di primissima qualità», ha dichiarato l'ufficiale di polizia che ha guidato l'operazione e ha voluto restare anonimo per timore di rappresaglie. Nella sala della televisione al 2° piano ha suscitato sospetto per lo dimensioni insolite un armadio a muro, semi-mimetizzato dietro il grande apparecchio tv. Un controllo, qualche colpo alla parete di fondo e Orejuela tulazioni. Gli Usa erano giunti a minacciare tagli agli aiuti alla Colombia accusando il governo di Bogotà di inefficienza e compiacenza con i trafficanti di droga. Il riscatto di Samper era iniziato il 3 marzo con l'arresto del minore dei fratelli Rodriguez, Jorge, 31 anni. A piede libero resta ora solo Miguel «el sehor», 51 anni, l'intellettuale della famiglia, laureato in legge, che gestisce gli affari «puliti», come negli Anni Ottanta quando era il principale azionista della squadra di calcio di Cali, l'America. Proprio «ol serior» è diventato il nuovo capo del Cartello. Sposato quattro volte, sulla sua testa pendono condanne per traffico internazionale di stupefacenti sia negli Usa che in Colombia. Il numero due nella gerarchia della cosca è ora «Chepe» Santacruz, 52 anni. Sulla sua testa il governo colombiano ha messo una taglia di 600 mila dollari. Poco più di un terzo di quella offerta per i fratelli Orejuela. le. st.) SUD AMERICA Gilberto Rodriguez Orejuela (nella foto tra gli uomini del corpo speciale che lo hanno arrestato) ha 56 anni ed è considerato con il fratello Miguel il massimo esponente del Cartello di Cali