Cantanapoli, c'è il signor Mike e il Vesuvio finisce in cartolina

Cantanapoli, c'è il signor Mike e il Vesuvio finisce in cartolina TIVÙ'& TIVÙ' Cantanapoli, c'è il signor Mike e il Vesuvio finisce in cartolina UNA è Napoli, l'altra è soltanto la rappresentazione, arrangiata, di una sua sancita caratteristica, la musicalità. Una è la Napoli dell'esasperazione, dell'emarginazione, delle accuse allo Stato, dell'iniziativa e della creatività, dei ragazzi in pericolo e della droga, delle madri mediterranee e dei padri che si arrangiano: ce l'hanno raccontata, benissimo, Carlo Fido, Ivan Palermo, Raffaele Siniscalchi su Raidue in «Sotto il vulcano», uno speciale della «Cronaca in diretta». Ce l'hanno raccontata andando negli ospedali, per strada, in Comune, in una delle rare piccole aziende artigiane in regola con i contributi, raccogliendo lagnanze assurde e rivendicazioni sacrosante. Oltre un milione e mezzo di telespettatori alle 22,30. Su Canale 5 c'era l'altra Napoli, messa in scena dall'ineffabile Mike Bongiomo. Eccolo lì, uguale a se stesso, nei secoli fedele come i carabinieri, a presentare una rassegna di canzoni ovviamente napoletane, le più conosciute, le più classiche, arrangiate e inter- canz I ne, I clas: pretate, a parte alcuni casi, da improbabili esecutori. Ricordava, Bongiorno, tutti i Festival di Napoli che ha presentato, tanto tempo fa: «Almeno 7 o 8», assicurava continuamente a questo e quello, forse anche di più, visto che si risale agli Anni Cinquanta. Bongiorno non è cambiato di una virgola rispetto a quello che su di lui scriveva Umberto Eco nella sua «Fenomenologia» del '61: è sempre confortante, rassicurante nel suo essere uguale a tutti noi. Che non sappiamo niente, che siamo superficiali, facciamo le gaffes, ci accontentiamo con facilità. E chi si contenta, ci conforta il vecchio adagio, gode. Accanto a lui, in qualità di Ospiti Illustri, Renzo Arbore con l'Orchestra Italiana e Renato Carosone; inoltre, a presentare (mai più senza), una statuaria Mara Venier in bianco istituzionale e grandi seni. Ricordate la storia? Lei ha un contratto in esclusiva con la Rai che già l'ha prestata al nemico per una serie di telefilm con Gianni Morandi. Adesso c'è in pista quest'altro impegno (realizzato pure l'anno scorso), e sembra un po' ecces¬ sivo. Telefonate tra Brando Giordani, direttore di Raiuno, e Bongiorno medesimo, che si sono messi a mercanteggiare sulla partecipazione della Venier. Se la lasciate presentare, farò tre programmi alla Rai, avrebbe detto il vicepresidente Fininvest. Affare fatto. Pare che sia stata soltanto una battuta, e peggio per l'audience della Rai, visto che il vecchio Mike è sempre una sicurezza: 7 milioni 277 mila spettatori per questa prima puntata di «Viva Napoli». Ora ci attende un'altra semifinale e poi la finale. Il programma è registrato, c'è un'orchestra vera di «ben 37 elementi», si vanta Bongiorno, «36 più il maestro», formata da musicisti tutti veri anche loro. Che sensazione di leggera follia, di stordimento da altitudine anche sulla terra, deve essere trovarsi lì in balia dei capricci delle star della Televisione e della Canzone, che sono poi le autentiche star del nostro spettacolo. Di fronte a loro, Beethoven, Paganini, che saranno mai... Inezie, quisquilie, pinzillacchere. Alessandra Coma zzi il

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