Clint: la forza del cuore

Eastwood conquista il pubblico e la Streep con «I ponti di Madison County» Eastwood conquista il pubblico e la Streep con «I ponti di Madison County» Clint: la forza del cuore Ora l'ex duro commuove l'America LOS ANGELES. Trarre un film da un best-seller è un'operazione rischiosa. C'è sempre un esercito di lettori pronti a insorgere, a lamentarsi perché il regista non ha colto lo spirito delle pagine. Con «I ponti di Madison County» Clint Eastwood è invece riuscito a far riflettere o commuovere gli otto milioni di americani che si erano appassionati nel seguire la storia di amore tra Robert Kincaid, un fotografo del National Geographic inviato a ritrarre i ponti coperti disseminati tra i campi dello Iowa, e Francesca, la massaia di origine italiana che con Robert e con la famiglia lontana prova per la prima volta l'estasi. Risultato: Eastwood ha conquistato i critici, e anche il cuore di Meryl Streep. Infatti sembra che per lui l'attrice più amata d'America abbia lasciato i fi gli e il marito: verità o soltanto una trovata per lanciare il film? Sarà il tempo a raccontarlo. Per ora l'uomo senza nome dei film di Sergio Leone, il Dirty Harry della pistola facile di tanti polizieschi, si è affermato come uno dei grandi registi contemporanei, conquistando l'Oscar per «Gli Spietati» e un riconoscimento alla carriera degli Academy Awards di tre mesi fa. Ma Eastwood che dirige e interpreta un film di amore è un evento che pochi si sarebbero aspettati. Invece è stato applaudito per il suo stile sobrio e misurato, per le lunghe e significative pause, per aver saputo esprimere erotismo e passione con una doccia che sgocciola o con un ballo in cucina al suono gracchiente di una radio. Affidandole la parte di Francesca e dandole un accento italiano e espressioni e vestiti che ricordano Anna Magnani, Eastwood ha infine saputo ripresentare sugli schermi una Streep all'altezza dei suoi film migliori. Giacca grigia e cravatta, l'attoreregista cammina fermo e sicuro come negli anni di Leone. Non fa niente per nascondere le rughe e la timidezza. Come mai ha aspettato così tanto per buttarsi in un film come questo? «Non è stata una mia scelta, c'è solo il fatto che questo particolare materiale è arrivalo a questo punto della mia vita. Mi fosse capitata l'opportunità dieci anni fa, probabilmente l'avrei colta». Vuol dire che non ha avuto esitazione ad affrontare un tema così lontano dalla sua immagine di macho? «No, al contrario. Abbiamo tutti dei feelings dentro che possiamo esprimere quando richiesto dal ruolo. E non penso che gli uomini debbano temere di mostrare il lato più sensibile, anzi. Quanto all'immagine, nel corso degli anni me ne hanno affibbiata una a causa dei ruoli che ho interpretato, ma non ho mai avuto il desiderio di inseguire criminali lungo le strade di San Francisco. Quelle sono solo fantasie». All'uscita da «I ponti di Madison» uomini e donne sono in lacrime e iniziano a riconsiderare le loro relazioni... «Spero che il film aiuti la gente a non dare per scontati i loro partner. Steven Spielberg, che originariamente doveva dirigere questo film, mi ha raccontato che dopo averlo visto la prima volta è corso a casa e ha abbracciato a lungo sua moglie. Nelle relazioni c'è molta abitudine. E spero che il film ci costringa a dare un po' più di attenzione a questo problema». Meryl Streep ha raccontato che dopo un paio di settimane lei non le aveva mai fatto alcuna osservazione e aveva interpretato il suo silenzio come disapprovazione. «Nel mondo ci sono tante brave attrici, ma non so se ce n'è una che può superare Meryl. Il film racconta la storia di due che all'inizio non si conoscono e io ho voluto tenere le cose così anche tra noi. Le ho anche detto che se non finivo ogni scena dicendole quanto era stata brava non significava che non era così. Sono passato sotto tanti registi e so bene che per un attore non c'è niente di più irritante che avere un legista insicuro che impartisce continuamente or- dini. Non è il mio stile». Poi siete diventati molto amici? Avete parlato di amore, e dei temi sollevati dal film? ((Abbiamo parlato a lungo di solitudine, di amore, di amicizia, di relazioni. Nel film, Robert è un solitario con un buon lavoro che non si è mai sistemato e che, quando è pronto a farlo, capisce che non è pratico. Quando Francesca trova il primo amore profondo della sua vita realizza che, anche per lei, non è pratico. E questo è ciò che determina la tensione drammatica». Cosa ha in progetto dopo «I ponti di Madison»? «Una bella estate di ozio». E le sue ambizioni politiche? «Inesistenti. Mi sono fatto coinvolgere come sindaco di Cirmel per interesse negli affari della comunità dove vivo. Tutto qui». Lorenzo Sona decenza e della dignità umana» ha subito pensato non alla difesa dei principi etici ma al semplice calcolo politico. Perché il favorito nella corsa alla nomination repubblicana per le presidenziali del '96 ha additato quale esempio di film accettabile il violentissimo «True Lies»? Forse perché il suo protagonista è il repubblicano Arnold Schwarzenegger? E perché Dole propone di tagliare i fondi alla televisione pubblica, l'unica che manda in onda programmi educativi e di qualità? «Ci sono molti problemi, nel mondo e nel nostro Paese», continua Eastwood. «E spero che Dole, come politico, affronti questi prima di quelli di Hollywood». Altri colleghi dell'attore-regista sono stati meno diplomatici. «Come puoi prendere sul serio uno che discute di arte ammettendo di non conoscerla?». Jack Valenti, il presidente dei produttori di cinema, ha tirato in ballo un ex Presidente che è stato il padrino politico di Dole. «Dovremmo bandire dall'approvazione pubblica tutti i Presidenti perché Richard Nixon ha commesso il crimine più odioso, l'aver disonorato la gente che aveva giurato di servire?». Risposte che il Senatore è ben contento di ascoltare. Con il suo attacco Dole è finito sulla copertina di «Time». Dice Eastwood: «Clinton si è fatto vedere a fianco di attori, registi, produttori. Dole sta facendo la stessa cosa, ma dalla parte opposta». [1. s.] Eroina del film è una grande Meryl nella parte di un'italiana che ricorda Anna Magnani Uscito dalla sala Spielberg ha abbracciato sua moglie Clint Eastwood è riuscito a far riflettere e commuovere otto milioni di americani che si erano appassionati nel seguire la storia di amore tra Robert Kincaid, un fotografo e Francesca, una massaia di origine italiana Clint Eastwood e Meryl Streep in una scena del film. Sembra che fra i due sia realmente scoccata una scintilla d'amore

Luoghi citati: America, Hollywood, Iowa, Los Angeles, Madison, San Francisco