«Dissi no ad Alain Delon»

In un libro uscito a Vienna la principessa racconta la sua vita In un libro uscito a Vienna la principessa racconta la sua vita «Dissi no ad Alain Delon» Amori e rinunce di Ira Furstenberg LE MEMORIE DI UNA NOBILDONNA QUANTE altre donne potrebbero dire: «Alain Delon ha dovuto accontentarsi di guardarmi da lontano»? Oppure: «Da me Roger Moore non ha avuto nulla?» E ancora: «Con Sinatra proprio no. Mi fa ballare, ma è più basso di me»? Sono rarissime le dame che possono vantare nel proprio blasonato carniere principi come Alfonso von Hohenlohc (sposato) e Ranieri di Monaco (quasi, secondo i cronisti mondani). O miliardari (in dollari ovviamente) come Baby Pignatari. Lei, sì. Lei è una principessa. Ira Furstenberg. Cinquantacinque anni di slalom tra i corteggiatori, di dribbling ai paparazzi, cene da «Chez Maxim's» e balli alle corti d'Europa. Bella, senza il bisogno di sforzarsi. «Quando mi paragono a altre donne, mi rendo conto di aver avuto una grande fortuna. Non ho mai dovuto darmi da fare per piacere gli uomini. Ero sempre piena di inviti». Ricca, senza il bisogno di esserlo. «Gli uomini che ho sempre avuto attorno non mi hanno mai lasciato pagare una cena o un aereo. E nessuno mi ha mai chiesto se avevo bisogno di un taxi». A una nobildonna non si nega un passaggio, o, più probabilmente, una limousine con autista. Un sogno durato 55 anni. Eppure, fino a qualche tempo fa, la principessa dichiarava ai cronisti che la inseguivano: «Se dovessi scrivere un libro sulla mia vita, non saprei cosa dire. Il passato è passato». Deve aver cambiato idea. La sua autobiografia, «Ira Furstenberg, Principessa e Ribelle», edita da «Criterion», ha venduto ventimila copie in due settimane. Il film della sua vita comincia a 15 anni. La figlia di Clara Agnelli e del principe Tassilo von Furstenberg sposa il principe Alfonso von Hohenlohe a Venezia: teste coronate, campielli, gondole (da una delle quali cade in acqua il parrucchiere francese, stremato dalla tensione). Nascono due figli, cui il padre impone il nome dei santi che vegliano sulle sue grandi passioni: le automobili (e il maggiore sarà Christoff) e la caccia (il secondogenito si chiamerà Hubertus). La (dolce) vita di Ira comincia nei Sessanta. «Gli anni in cui si scopriva l'amore senza tabù. Io avevo alcuni amanti, molti spasimanti e moltissimi amici». Davanti a lei sfilano gli uomini più desiderati del jet-set. Dino De Laurentiis la scrittura per il suo primo film (ne girerà una trentina). Karl Lagerfeld la veste («e niente altro»). Ted Kennedy tenta di sedurla in un parco. Qualcuno la snobba: «Gary Cooper passò con me un'intera serata senza rivolgermi la parola». I più la adorano. Lo Scià di Persia. Henry Kissinger. Re Hussein di Giordania. Persino il marajah di Jaipur. Ma spesso il successo arride a nomi meno altisonanti. Bene gli italiani: il costumista romano Piero Tosi, un cineasta, un industriale tessile. La spunta un brasiliano, il playboy miliardario Baby Pignatari, che Ira sposa in seconde nozze (ma non durerà). Un caro amico è Sean Connery, ospite d'onore alla grande festa di Londra per i suoi cinquant'anni, a casa Spencer, i genitori di Lady Diana. E poi lui, Ranieri di Monaco. Per mesi i giornali scrivono di nozze imminenti, che non verranno. «Ranieri ha molto charme, e ci gioca», assicura la principessa. La sua esistenza si trascina tra le ville in Messico, sulla spiaggia di San Paolo, a Miami, a Marbella, e gli appartamenti a Roma, Parigi, Londra. Ma non è tutto oro. Ci sono anche le preoccupazioni. «Per tutta la mia vita ho cercato di perdere 5-6 chili. Ogni tanto mi chiudo in casa, per due settimane di dieta severa». Tortini di carote, sogliole, soufflé di pere. Il tempo di espiare, per poi tornare ai piatti preferiti, tagliatelle e bignè. Preferibilmente, da «Chez Maxim's». «A volte mi sembra che la mia professione sia la vicina da tavola di celebrità». La principessa lo ammette: «Sì, sono una snob. Lo dico in tutta sincerità. Mi piacciono le comodità. Il denaro mi sfugge tra le dita». Ma ha una consolazione: «Se domani il mio aereo cadesse, almeno potrei dire che ho vissuto bene». Non ne dubitavamo. Aldo Cazzullo L'attore francese non è l'unico ad aver rimediato una delusione. Stessa sorte è toccata a Roger Moore e Frank Sinatra «Potrò sempre dire di aver vissuto bene» SCHIERA DI CORTEGGIATORI vita n» rg » La principessa Ira Furstenberg ha pubblicato un libro sulla sua vita: ha venduto ventimila copie in due settimane «Alain Delon ha dovuto accontentarsi di guardarmi da lontano» scrive Ira Furstenberg Tra i suoi amici, Sean Connery e Roger Moore «Ma Gary Cooper non mi rivolse la parola tutta la sera» «Con Sinatra proprio no. Il grande Frank mi faceva ballare Mi divertivo ma lui era più basso di me No, non potevo proprio» «Ranieri ha molto charme e ci gioca» Per mesi i rotocalchi diedero per imminenti le nozze tra Ira e il principe di Monaco ma il «si» non arrivò *