Una scia di terrore lunga 7 anni

Una scia di terrore lunga 7 anni Una scia di terrore lunga 7 anni La prima condanna per l'ultimo colpo FAMIGLIA OMICIDI CON la prima condanna inflitta a due dei componenti della banda della Uno bianca crolla un mito: quello dell'imprendibilità di una «gang» che sparava e fuggiva come un fantasma. Con 23 omicidi e 103 reati accertati sulle spalle era diventata una specie di «Primula rossa» che ossessionava le notti di coloro che, come casellanti autostradali e benzinai, erano i più bersagliati. Il processo ai fratelli Savi avrà una coda - ancora a Pesaro - il 19 giugno per i reati compiuti tra il 1987 ed il 1994. Alla banda vengono imputate le rapine al casello autostradale di Pesaro, alla Coop di via Giolitti, a tre benzinai, il furto di esplosivo in una cava di Novafeltria e la rapina, con tentato omicidio, dell'ufficio postale di Santa Maria delle Fabbrecce compiuta il 28 agosto del 1991. In quella occasione l'auto dei Savi venne intercettata dalla polizia con conscguente conflitto a fuoco nel corso del quale due poliziotti rimasero feriti. L'ultimo colpo in terra pesarese, quello che costò la vita al bancario Ubaldo Paci, risale a un anno fa. Quando la polizia identificò all'interno della propria organizzazione i componenti della Uno bianca, il procuratore della Repubblica di Pesaro, Gaetano Savoldelli Pedrocchi, dichiarò: «L'arresto del poliziotto Roberto Savi va a confermare una delle tosi sulla quale stavamo lavorando da anni. Ossia che i componenti della banda fossero persone facenti parte o appena uscite da strutture militari o investigative dello Stato. Troppi particolari ce lo indicavano». I primi a essere individuati, nel novembre 1994, furono Fabio e Roberto Savi. Nel garage di quest'ultimo, a Bologna, venne rinvenuto un arsenale: armi lunghe e corte, numerosi proiettili e, soprattutto, la Beretta 98F bifilare calibro 9x21 usata in dodici episodi di san¬ gue. Tra il materiale recuperalo anche schede telefoniche usate per l'accensione delle auto rubate, che poi venivano lasciate nella vettura come firma, e 200 milioni in contanti. Già nel 1991, dopo la rapina di Santa Maria delle Fabbrecce, erano partite le indagini dei carabinieri presso il poligono di tiro di Rimini, condotte su incarico di Savoldelli Pedrocchi. A seguito di quegli accertamenti, grazie ai quali forse sarebbe stato possibile scoprire la banda mollo tempo prima, è esplosa la polemica con l'ex dirigente della Criminalpol di Bologna, e uno scambio di accuse tra la polizia e l'Arma. [1.1.]

Persone citate: Beretta, Gaetano Savoldelli, Pedrocchi, Roberto Savi, Savoldelli Pedrocchi, Ubaldo Paci

Luoghi citati: Bologna, Novafeltria, Pesaro, Rimini