NOZZE D'ORO COI GIORNALI di Guido Ceronetti

«Basta col governo dei tecnici» NOZZE D'ORO COI GIORNALI parleranno senza ombra di pessimismo morale. - Presidente, come Lei vede l'economia mondiale nei prossimi cinque anni? - Ci sarà una netta ripresa, ma in molti paesi forse addirittura nel nostro, aumenterà l'inflazione. Bisognerà stare in guardia. Per una risposta così, un giornale spende un bel po' di milioni, il povero Inviato deve dormire in allucinanti grattacieli e intossicarsi di porcherie, tra farmaci e cene. Lo stesso per la pace. «La pace va difesa ad ogni costo» sono sicuro che me lo direbbero tutti, anche i più biechi criminali di Stato con arsenali chimici e batteriologici. Allora avrei fatto meglio ad intervistare Scipione l'Africano, Annibale, Giulio Cesare, tutta la Roma liviana, nessuno di loro mi avrebbe detto «la pace va difesa ad ogni costo», fa¬ cendomi pensare: «Ma perché, perché sono venuto fin qua? Adesso, poi, mi tocca anche scrivere l'articolo!». Forse il culmine della desolazione intervistatoria toccò a quel disgraziato della -Pravda» incaricato di fare a Stalin domande sulla Linguistica, rni pare nel 1950 o 51. Ricordo la prima domanda (le interviste furono sontuosamente pubblicate sulla rivista di Togliatti), un capolavoro: - La Linguistica dev'essere considerata un mezzo di produzione? La risposta del Grande Compagno arrivò subito ai vertici del pensiero: - No. La Linguistica non va considerata uno dei mezzi di produzione. Ogni tanto mi è venuta voglia di intervistare pontefici. Perché per farlo occorre «varcare il Portone di Bronzo». Quante volte, questo, l'avrete letto o ascoltato? Tutti i giornalisti, almeno una volta nella vita, hanno scritto di persone, tose, idee (anche derrate alimentari, barili di acciughe) che «varcano il Portone di Bronzo». Così anch'io avrei varcato il famoso Portone, ma poi? Sia Pio XII che Giovanni XXIII, sia Paolo VI che Giovanni Paolo II, papi della mia vita, li avrei potuti intervistare senza varcare neppure il portone di casa mia. Bastava una telefonata del Direttore: - Senti, mi fai una bella intervista al Papa? - Subito l'avrei fatta, ho tutto l'occorrente: catechismi, Sant'Agostino, la Vulgata, il Pescatore di Chiaravalle, il Barbanera, Frate Indovino... Di ecumenismo non so gran che, però intuisco. Ho anche l'epistolario completo, l'edizioene Misciattelli in sei volumi, di Caterina da Siena, ma qualePapa tirerebbe in ballo l'irresistibile Mantellata? Caterina è irraggiungibile da parola terrena di pontefici e a volte mi consolo di non aver imparato le liguc difficili, perché almeno la sua, un toscano che non scherza, un trecentesco di raggi e viole, l'ho percorsa e un poco inviscerata. Un colloquio non immaginario mi piacerebbe averlo con qualcuno più vecchio di me, ancora in vita, che sicuramente non mi deluderebbe: Henri CartierBresson, Claude Lévi-Strauss, Ingmar Bergman, Peter Brook... Ma affrontare dei viaggi, che angoscia, che fatica! I primi due, possibile, gli altri... Bergman vive addirittura in un'isola del Mare del Nord, e non mi offrirebbe che del pesce, alimento | che abbonano. Peter Brook non so dove sia. Mi pare abbia lasciato il suo teatro delle Bouffes du Nord. Oltre la Manica non mi sono mai arrischiato, e il Tunnel j ha reso le isole britanniche più che mai remote dal continente. Rinuncio; ogni rinuncia avvicina Nirvana. Cinquantanni tra giornali, più che di giornalismo. Di essermi mescolato a questo, con tanti guizzi di vita, sono piuttosto contento. Guido Ceronetti

Luoghi citati: Chiaravalle, Siena