Né divi nè folla per il No concerto triste al Palaeur

Né divi concerto Né divi concerto folla per il No triste al Palaeur VROMA A bene il week-end, va bene il sole, va bene l'ottusità delle plebi televisivo, ma questo imperdonabile deserto al gran finale, i trebbiatori del NO, pròprio non'se lo aspettavano. Altro che «Tre NO in concorto», altro che «grande nottata referendaria». Niente divi, niente folla, ma solo telecamere spente c sguardi allarmati. Alle otto di sera, nel vascone del Palaeur si potevano contare (diciamo così) 12 mila 300 sedie vuote e 700 occupate. Le prime sei, nervosamente abitate da Marco Pannella, Rocco Buttiglione, Cesare Previti, Gianfranco Fini. Maurizio Gasparri, Domenico Gramazio. La settima, dal pacifico Alberto Michelini, non previsto dal programma, ma arrivato prima di tutti, addirittura alle 19, e per di più in coincidenza con l'entrata in scena di Sandra Milo, in calze a rete e rossetto, perciò scansato dai molti fotografi. Quasi invisibile. Chi capisce più in fretta di tutti l'aria che tira è Pierferdinando Casini: arriva, guarda, arretra, sorride e con perfetto know how democristiano indossa bravamente il paracadute: «Purtroppo - dice ai taccuini nel retropalco - devo andare via tra quindici .ninuti. Ho un aereo...». Un aereo sì, come quello che da un'oretta soivola il cielo desorto dell'Eur portando a spasso un lungo «Vota NO - Vota NO», mentre qui in terra, Giorgio Straquadanio, il portavoce del No, si aggira tra i molti deserti della platea, a tutti gli eccellenti ripetendo: «Non avevamo calcolato il momento, la disaffezione...». Ma in politica anche il nulla è qualcosa e vale un po' di inchiostro. Specie se il nulla è costato ai comitati del NO lire 50 milioni e una mobilitazione generale delle telecamere di Canale 5, Hetequattro, Italia 1. Perciò eccoci alle 19 in punto a rimirare un palcoscenico sontuosamente allestito di strumenti, microfoni, altoparlanti e doppi «NO» in plastica gigante. Un videowall pronto per l'uso, ma spento. Una musica d'aeroporto in sottofondo, e rari drappelli di spettatori non paganti spersi nel blu-arancio degli anelli a sgranocchiare patatine. «Ritarderemo un po'» ti dicono le molte vallette che ondeggiano come palme nella sala. E' arrivato qualcuno? «Sono arrivati tutti». Anche Previti? «Anche». E Fini? «Pure». Ma dove saranno mai? «Laggiù». Laggiù sta per: in fondo alla scala, secondo corridoio. Eccoli, tutti in una saletta a fumare come scolari prima dell'esame. Buttiglione ciuccia il mezzo toscano e dice: «Che si fa, andiamo?». E Fini: «Io dico: saliamo sul palco, diciamo che si vota NO e via». E Casini: «Io purtrop- po...». E Previti: «Vabbè aspettiamo ancora un po'...». Nel frattempo, giù in platea, è arrivata Sandra Milo a sfamare lo telecamere: «Non faccio più politica attiva - dice - ma sono qui come lavoratrice, come cittadina, semplicemente come persona». E visto che i microfoni non accennano a dileguare, prosegue: «Ho avuto tre cose importanti nella vita: la religione, la famiglia e l'idea socialista». E quindi? «Quindi adesso che non c'è più l'idea, mi accontento di questa battaglia di libertà». Arrivano un paio di vallette tv, una velina di Striscia la notizia, una biondina in perizoma che sta dicendo: «Mi accingo a lavorare per la Fininvest, perciò spero che non...». E poi Luca Barbareschi, con barba di due giorni, e Eleonora Brigliadori, con occhi di due notti. Che fate, presentate la serata? «Teoricamente». Su nella saletta politica, è tutto un ruminare di telefonini. Gli addetti stampa hanno facce da funerale ogni volta che guardano l'orologio. Buttiglione si fa coraggio: «Che ore sono? Vabbè, andiamo». Fini e Previti si accodano. Così pure Gramazio. Casini sta dicendo: «Io purtroppo...». Tutti fanno «sì» con la testa e lui: «Parlerei per primo così non perdo l'aereo». Si va. Dal palco. Casini sbriga la sua vendetta: «Poche parole, amici, e anche un ringraziamento agli organizzatori di questa manifestazione. Io purtroppo...». E nella ressa delle prime file si consumano le solite foto di gruppo, con militanti venuti a abbracciare Fini: «Presidente, presidente», compreso un tale che gli dice: «Gianfra' sta attento a Buttiglione. Quello è un secondo Bossi...». E Previti che si guarda imperturbabile: «I dossier? Solo veleni», dice, prima di salire anche lui sul palco, snocciolando 3 cartelle contro «i SI' liberticidi», ma glissando qualunque accenno agli eventi suoi. Tutti hanno frotta. Ci sarà musica tra un po' per gli intimi del Palaeur. Stasera va così, ma domani è il gran giorno. Sparisce Buttiglione, sparisce Pannella, sparisce Fini con tutta la coda di flash. Solo Michelini resta. Pino Corrias Solo 700 all'appello E Casini «fugge» dopo un quarto d'ora La manifestazione del Palaeur per il No A destra: Pierferdinando Casini In basso: Sandra Milo

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