La D'Eusanio guida la rivolta anti-Mimun

mm Il consiglio di amministrazione dovrà decidere dopo i referendum la sorte del direttore del Tg2 La D'Eusanio guida la rivolta anti-Mimun Era una «fedelissima», adesso chiede la sua testa alla Moratti POLTRONA A RISCHIO SROMA I avvicina il giorno del giudizio per elemento Mimun direttore del Tg2? La sua testa poteva essere servita già oggi da Letizia Moratti alle sinistre in cambio della rinuncia alla cacciata del vertice Rai. Ma il punto, già inserito nel «vertice del giovedì», è stato rinviato al dopo-referondum. Bisognerà aspettare por vedere, forse, il compimento del tragitto paradossale di Mi" • in Rai: arrivato dal Tg5 al Tg .all'onda dell'occupazione da parte del governo Berlusconi, potrebbe essere il primo ad essere scaricato. Incerto sulle valigie (farle o non farle?); il direttore del Tg2 conta amici, pochi, e nomici. A capo degli oppositori una ex amica, Alda D'Eusanio strappata proprio da Mimun dal purgatorio del Tg della notte. Un trattamento con i guanti bianchi per la D'Eusanio (proprio con Mimun è tornata al ruolo di primadonna che occupava ai tempi dello strapotere craxiano) e un favore alla Moratti gande amica di Alda, anche lei del partito di San Patrignano. Ma la D'Eusanio ha chiesto di fare oltre che la conduttrice, gli speciali e le interviste politiche. Finche Mimun non l'ha delusa. Infranta presto l'intesa, adesso la giornalista guida la fronda. Insieme a lei Gianni Raviele vicedirettore del Tg2 e probabile futuro direttore del TG 2. Raviele, 64 anni, di cui 35 in Rai vicino ai democristiani, è anche direttore del telegiornale di S. Marino dove passa 4 giorni a settimana. Con tanta voglia di arrivare più in alto. Mimun non lo ha accontentato, desiderava la nomina a condirettore. Ma pazienza, Raviele probabilmente prenderà dirottamento il suo. posto. * Ora una lettera inviata da Mimun al eda impone un chiarimento. Il direttore del Tg2 si difende per iscritto dall'accusa di aver fatto precipitare gli ascolti. E porta i dati. I suoi dati. La colpa della fuga di telespettatori dalle news di Raidue è da cercare non nella direziono del Tg, ma in quella della rete. Con la guida di Gabriele La Porta Raidue ha visto scendere pericolosamente gli ascolti. Una disfatta che ha travolto anche il tiggi. A maggio, nelle 24 ore l'ascolto medio di Raidue è sceso di un punto percentuale rispetto ad aprile. Una caduta nella quota di mercato di 0,96 punti di share. Perdite anche nel «prime time» dove Raidue mantiene solo il 12,56% di share, con cadute sotto il 10% superata perfino da Italia Uno di 2 punti. Il fatto è che il Tg di Mimun perde sia nell'edizione delle 13 che in quella delle 19,45, ma mono di quanto perda la Rete. Se si confrontano gli ascolti del Tg con la disatrosa discesa degli ascolti della Rete allora si può dire che il Tg2 ha tenuto. Questi sono i conti. Tg delle 19,45: all'avvìo (il momento di maggior attenzione, quando sono davanti al video le persone «trainate» dai programmi precedenti), l'anno scorso c'erano in media 2 milioni o 996 mila telespettatori, con uno share di 16,29 punti percentuali. Oggi lo stesso Tg interessa 2 milioni e 391 telespettatori e lo share è sceso a 12,56%. Significa che la gestione La Porta ha perso 650 mila spettatori: la quota che manca, che non viene «consegnata» al Tg. A conti fatti, Mimun perderebbe meno della rete: soltanto 350 mila telespettatori contro 650 mila e 2% di share contro 3,73%. Dunque Mimmi ritiene di aver fatto bene. Soprattutto se si guarda alla fortuna del suo collega Carlo Rossella al Tgl, bacialo degli ascolti del varietà preserale di Pippo Baudo. Stesso discorso anche per il Tg delle 13 abbandonato da 619 mila spettatori. Un risultato negativo ma in linea con le perdite della Rete. E causato anch dalla perdita di Beautiful, la «soap opera passata» da Raidue a Canale Cinque e che va in onda subito dopo il TG 5. Mentana, si giustica Mimun nella lettera al Consiglio, ha rapito cosi tutto il pubblico femminile amante di Ridge. Le colpe, Mimun non ha dubbi, sono solo della dissennata gestin ne del palinsesto della Rete. Chiare in tal senso lo sue parole secondo cui Gabriele La Porta si è aito l'obiettivo «di privilegaire la qualità e non curarsi degli ascolti. Obiettivo certamente raggiunto per quel che riguarda l'auditel». [m. cor.) Il direttore del Tg2 Clemente Mimun

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