Dalla Quercia un attacco a metà

Dalla Quercia un attacco a metà Dalla Quercia un attacco a metà Bassanini: basta ispezioni o mozione di sfiducia AL BIVIO ON so proprio come andrà a finire... so che c'è questa partita del ministero dell'Interno e Dini, che finora è stato bravissimo, ha la possibilità di intervenire, di fare un cambio tra Brancaccio e Mancuso...». Al cellulare la voce di Pietro Folena, responsabile della Giustizia del pds, è dubbiosa. A Montecitorio quella di Franco Bassanini, invece, è ferma: «Se il ministro va avanti con le ispezioni - dice l'esponente della segreteria della Quercia - si porrà un problema politico, e a quel punto ci vorrà una mozione di sfiducia individuale. E se Dini coprirà il Guardasigilli, il problema politico si aprirà anche con lui». Folena, che spera ancora - ma è il solo, ormai - in un intervento salvifico del presidente del Consiglio; Bassanini, che sembra non fidarsi più tanto del premier: scene di pidiessini sull'orlo di un bivio. Linea morbida? Linea dura, a costo di man- dare a carte quarantotto il governo? Alla fine, quasi certamente, prevarrà la prima: proclami e ferme prese di posizione, a cui non seguiranno i fatti (ed è indicativo, in questo senso,, che non vi siano comunicati ufficiali di Massimo D'Alema). Solo se il pds si ritroverà sbattuto sulle pagine dei giornali come il partito che abbaia e non morde, allora può essere che Botteghe Oscure sarà costretta a compiere qualche passo concreto. Del resto, che con Mancuso ci sia poco da fare, il primo a capirlo, nel pds. è lo stesso segretario, che in mattinata chiama Dini per chiedergli conto del Guardasigilli e per suggerirgli di spostarlo al Viminale. Però, a parte le solite rassicurazioni sul fatto che gli ispettori non andranno a Milano (ma per fare la loro in¬ chiesta, almeno per ora, non hanno nemmeno bisogm di quel viaggetto), il leader della Quercia non riesce a spuntare un granché. E la foglia di fico di quel comunicato in cui si precisa che l'iniziativa avviata da Mancuso non è un'ispezione, bensì un'«attività conoscitiva», è un po' pochino. Dunque, c'è imbarazzo, nella Quercia: uno stato d'animo abi¬ tuale per i pidiessini, da quando Mancuso ha deciso di occuparsi di Mani pulite. Luciano Violante chiede chiarimenti. Ma non li ottiene. Il vicepresidente della Camera vuole sapere che cosa siano queste «attività conoscitive»: «Se si tratta di quell'ispezione a cui il senato ha detto "no" - afferma - allora il ministro si è messo contro la sua maggioranza». E Cesare Salvi, tonante: «Siamo in una situazione poco decorosa, che e meglio risolvere una volta per tutte. Se si va avanti con le ispezioni porremo, anche istituzionalmente, la questione Mancuso». Una mozione di sfiducia? Sì, ma se ne parla e basta. Metterla in atto è tutt'altro affare. Meglio attendere, come suggerisce il presidente del comitato per i servizi, Massimo Brutti: «Mancuso - spiega l'esponente della Quercia - mina la credibilità del ministero, ma vediamo come evolvono le cose, e del resto una mozione noi l'abbiamo già presentata. Adesso che dovremmo fare, precisare meglio quegli indirizzi? Già... la situazione è complicata». E Folena aggiunge: «Noi non faremo marcia indietro, non ci accontenteremo di tarallucci e vino. La questione va affrontata, da Dini e anche dal Capo dello Stato. E' possibile pure una mozione di sfiducia. Però in questo momento il governo deve fare delle coso importanti, ci sono le pensioni, e noi siamo persone responsabili, non possiamo far precipitare la situazione». Dunque il pds prende tempo e nel frattempo qualche maligno insinua che la Quercia teme l'iniziativa del Guardasigilli perché riguarda anche le inchieste sulle tangenti rosse. «Macché - replica secco Folena - quel filone dell'indagine è una furbizia di Mancuso che cerca solidarietà dall'altra parte». Maria Teresa Meli Da sinistra: Luciano Violante, il segretario del pds Massimo D'Alema e Franco Bassanini

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