« Ricevo minacce di morte »

« « Ricevo minacce di morte » // ministro polemizza con Pellegrino «Di Pietro gira con un cameriere» ROMA DALLA REDAZIONE Il ministro della Giustizia, Filippo Mancuso, ha rivelato di essere sta lo - specie negli ultimi tempi - più volle minacciato di morto. Il guardasigilli ha scelto, per la clamorosa esternazione, la seduta della Commissione parlamentare sulle stragi che, per l'occasione, si è trasformata in un palcoscenico dove è andata in scena una movimentata polemica col presidente Giovanni Pellegrino, senatore progressista. L'audizione del ministro era stala decisa (già da tempo) nell'ambito della problematica suscitala dalla relazione sulla banda della «Uno bianca», scritta da Antonio Di Pietro nella sua qualità di consulente della commissione. Mancuso ha tenuto un atteggiamento ostentatamente polemico nei confronti del- l'organismo parlamentare c del suo presidente. Ha lamentato di aver ricevuto negli ultimi mesi «insulti cocenti alla persóna, all'ufficio e alla vita privata». E' arrivato a so stenere di essere stalo oggetto di «azioni spionistiche» da parte di alcuni giornalisti. Quindi il colpo di scena. «Sono stalo fatto oggetto anche di minacce di morte, dopo l'ultima delle quali ho eliminalo una dello due macchine di scorta». Il guardasigilli ha concluso: (Questa è dignità, serietà, imparatela». E' stalo allora che Pellegrino ò intervenuto contestando il ministro ed esortandolo a mantenere un «tono educato» nei confronti della commissione. Il guardasigilli non si è tonnato, anzi ha rimproverato a Pellegrino il tono di alcune dichiarazioni dello ultime ore nelle quali, alludendo al ministro, usava il termine «vecchia toga di ermellino». Il vivace battibecco si è concluso con l'ulteriore invito di Pellegrino a Mancuso a non confondere la persona con l'ufficio rappresentato. «Se c'è bisogno di un chiarimento deve essere fatto in sode privata e non in commissione». Mancuso, nel corso dell'audizione, ha tuttavia confermato le sue perplessità e ribadito che le critiche a riguardo della relazione di Di Pietro erano rivolte solo alla pubblicità data al documento, «che poteva turbare, ed ha turbato l'attività degli inquirenti». Per esplicitare meglio il suo pensiero, Mancuso ha detto che gli era sombrato poco opportuno che il contenuto della relazione fosse finito sui giornali «a poche ore di distanza da quando erano state depositate da parte del consulente, accompagnato da un funzionario di polizia che gli faceva da cameriere». Pellegrino si è opposto duramente al linguaggio di Mancuso: «Non le consento di parlare cosi di un funzionario di polizia». Ma il ministro non e arretralo di un passo. «Ma le ha viste le immagini in televisione? Comunque so non vogliamo chiamarlo cameriere allora chiamiamolo samaritano». Poi un'allusione: «Mi meraviglio che la commissione non sia stala in grado di stabilire nome e cognome del volatile che ha diffuso per l'aere i contenuti di questa indagine». Il ministro della Giustizia Filippo Mancuso

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