Sotto torchio il braccio destro di Gorrini

Donzelli, consulente del principale accusatore di Di Pietro, interrogato per oltre tre ore Donzelli, consulente del principale accusatore di Di Pietro, interrogato per oltre tre ore Sotto torchio il braccio destro di Gorrini Perquisite le sedi di Corriere, Giornale e Repubblica Al vaglio di Salamone l'esposto della moglie dell'expm BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO «Chi sono? Chiedetelo al giudice Salamone...». Non dice nemmeno come si chiama l'avvocato Mario Donzelli, 63 anni, da due consulente di Giancarlo Gorrini della Maa, l'accusatore numero uno di Di Pietro. Non dice nemmeno il nome ai giornalisti, ma davanti ai pubblici ministeri Fabio Salamone e Silvio Bonfiglio che l'hanno convocato ci rimane per tre ore e mezzo. «E' stato interessante», dice Salamone dopo l'interrogatorio. I dettagli? Per carità, non una parola dal magistrato che da giorni corre come un treno per venire a capo di questa vicenda intricata. Giancarlo Gorrini qui a Brescia e indagato per falsa testimonianza. Tutte da accertare le sue accuse sui debiti di Di Pietro, anche se non si tratta di un reato. Oltre ai 120 milioni c'ò però quella storia dei prestiti al comandante dei vigili di Milano Eleuterio Rea, 600 milioni o giù di lì. Chiesti - secon¬ do Gorrini - da Di Pietro per conto di Rea. Seicento milioni, più 120 del prestito all'ex magistrato, mica noccioline. Soldi che devono risultare nei conti di Gorrini, nei bilanci delle sue società. Ed ecco che spunta l'avvocato civilista Donzelli, l'uomo che controlla i bilanci, prepara i contratti, sa tutto del «portafoglio» del suo cliente. Sa sicuramente, ma cosa racconta ai magistrati? Donzelli nega di esistere. Il pm Salamone non va molto oltre. Linea del massimo riserbo, la sua. E tanto per far capire che non scherza nel tardo pomeriggio manda la Digos nelle redazioni milanesi del «Corriere», di «Repubblica» e del «Giornale». Da giorni i due magistrati bresciani hanno infatti aperto una inchiesta sulle fughe di notizie. Altre notizie Salamone le smentisce con forza. Ad esempio quelle relative ai conti milionari di Di Pietro. Nega il magistrato: «Ho solo acquisito una documentazione bancaria complessiva re¬ lativa agli assegni indicati dallo stesso dottor Di Pietro in relazione al famoso prestito. E' scorretto che qualcuno metta in giro voci prive di ogni fondamento. A me non interessa nulla del patrimonio del dottor Di Pietro. Quegli assegni li ha indicati lui ed 6 ovvio che io li abbia acquisiti». Altra precisazione il pm bresciano vuole farla per l'inchiesta nata dalle dichiarazioni del generale Cerciello. E per la fuga di notizie sulle intercettazioni telefoniche tra il maresciallo Stolfo delle Fiamme gialle e il procuratore aggiunto di Milano Ilio Poppa arrivate a Brescia con un anno di ritardo. Su Poppa: «Non ho nessuna indagine su di lui. Io sono titolare di un'inchiesta su Emilio Stolfo». Come dire: il processo riguarda solo i 48 finanzieri a processo a Brescia, generale Cerciello in testa. Salamone non manca però di dare una stoccata ai suoi colleghi di Milano: «Questa acquisizione di atti successiva forse poteva essere fatta prima». Il magistrato smentisce anche come scrivono alcuni giornali che l'inchiesta nata dalle dichiarazioni in aula a Cerciello sia arrivata a buon fine, e che la posizione di Di Pietro, qui indagato per abuso d'ufficio, si sia aggravata nel corso delle indagini. Spiega Salamone: «Sto per chiarire tutta la vicenda. Le persone interessate farebbero bene ad avere più fiducia nella giustizia». Dopo tante smentite, una conferma. E' vero che Susanna Mazzoleni, moglie di Di Pietro, ha presentato una denuncia esposto al Tribunale di Brescia per i veleni che la riguardano insieme al marito. Ed è altrettanto vero che sta scrivendo un memoriale. Ultimo capitolo quello relativo all'avvocato Vittorio D'Aiello, l'ex difensore di Gorrini. Il suo studio è già stato perquisito lunedì su ordine dei magistrati bresciani. Sarà interrogato? Il legale dice di non sapere nulla. E questo è un piccolissimo giallo. Fabio Poletti I giudici ordinano un blitz nell'abitazione dell'azionista della Maa e interrompono il «tète-à-tète» La procura di Brescia acquisisce i dati bancari sugli assegni usati dal magistrato per restituire il prestito A sinistra: il pubblico ministero bresciano Fabio Salamone In basso: Giancarlo Gorrini La procura di Brescia acquisisce i dati bancari sugli assegni usati dal magistrato per restituire il prestito I giudici ordinano un blitz nell'abitazione A sinistra: il pubblico ministero bresciano Fabio Salamone In basso: Giancarlo Gorrini

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