Addio all'eretico Alfvén

Addio all'eretico Alfvén Addio all'eretico Alfvén Premio Nobel, studiò il magnetismo PER molti astrofisici il 1995 sarà un anno da ricordare con tristezza. Il 2 aprile, all'età di 86 anni, moriva Hannes Alfvén, premio Nobel per la Fisica 1970, una delle figure più creative e originali della fisica del nostro secolo. Unanimemente ritenuto uno dei padri fondatori della magnetoidrodinamica moderna e della fisica dei plasmi, Alfvén fu ispiratore di rncìt» idee che trovarono applicazioni tanto in astrofisica e nelle scienze dello spazio, quanto nella tecnologia degli acceleratori di particelle, nella fusione termonucleare controllata, nella propulsione spaziale. Nelle scienze fisiche i suoi contributi sono stati enormi: dagli studi sulle fasce di Van Alien (che costituiscono un ombrello magnetico protettivo per la Terra contro gli effetti deleteri dei raggi cosmici) e sulla magnetosfera, agli studi sulla formazione del sistema solare e dell'intero universo. Fu sua la predizione del 1963 sulla struttura filamentosa a grande scala dell'universo, successivamente confermata dagli studi degli Anni Novanta. La sua ipotesi, avanzata nel 1937, dell'esistenza di un campo magnetico galattico è adesso alla base di una delle discipline più floride dell'astrofisica, il magnetismo cosmico. Nonostante questi e altri importanti lavori, Alfvén fu sempre ritenuto un eretico. Le sue teorie furono spesso accettate a distanza di decenni dalla loro prima pubblicazione. Per gran parte della sua carriera, Alfvén non ebbe una vita scientifica facile e spesso dovette pubblicare le sue idee in riviste di second'ordine. A causa del suo approccio non convenzionale rispetto alle posizioni assunte dalla maggioranza della comunità scientifica internazionale, incontrò molte incomprensioni. Per esempio, a Princeton Kulsrud mi raccontò che quando Alfvén propose a Fermi l'interpretazione delle linee di campo magnetico come stringhe elastiche in tensione sog- gette a vibrazioni (ora note come «onde di Alfvén»), inizialmente non ottenne molto successo e Fermi rimase scettico. Ma al suo ritorno a casa, circa tre settimane dopo, ricevette una cartolina da Fermi con un semplice messaggio: «Tu hai ragione!», e sembra che questa circostanza abbia poi motivato Fermi a sviluppare la sua teoria sull'origine dei raggi cosmici. Negli ultimi anni della sua vita Alfvén fu accusato di non essersi adoperato a sufficienza per una migliore divulgazione delle proprie idee scientifiche e così rispose nel 1986: «Dovremmo ricordare che una volta c'era un'unica disciplina chiamata filosofia della natura. Oggigiorno, sfortunatamente, questa disciplina sembra quasi essere scomparsa. E' stata ribattezzata scienza, anche se la scienza di oggi rischia di perdere quel tanto di filosofia della natura che dovrebbe caratterizzarla». Il suo disappunto per la sempre maggiore settorialità della ricerca scientifica e il suo incoraggiamento per un approccio più interdisciplinare, soprattutto nella mente dei giovani scienziati, è cosa ben nota. Ma il 1995 rimarrà nella memoria di molti anche per un altro evento. Eugene Parker, uno dei grandi esperti di fisica solare e stellare, ha annunciato il suo ritiro dall'attività scientifica. Lo preannunciò l'anno scorso allo High Altitude Observatory di Boulder, in Colorado, davanti a un centinaio di specialisti delle varie discipline e quest'anno, nell'ambito di un congresso a Creta, si terrà un simposio in suo onore. Parker è sempre stato tremendamente attivo ed è difficile crederlo completamente a riposo. I suoi contributi alla fisica solare e stellare sono sempre stati germinali. FondamentaU sono i suoi studi sul vento solare e sulla struttura dei campi magnetici nel cosmo e uno degli ultimi suoi interventi fu dedicato agli effetti terrestri della variabilità solare. Ricordo ancora due suoi articoli apparsi su «Le Scienze» nel '76 e nell'83 per la loro chiarezza espositiva. Per chi come me si occupa di aspetti più matematici che fisici, la sua abilità divulgativa fu sempre esemplare. In questo senso l'invito di Alfvén verso più ampi orizzonti ha certo trovato in Parker un paladino.

Persone citate: Eugene Parker, Van Alien

Luoghi citati: Colorado