Il pianto della gelida Nancy

I Reagan premiati da un istituto che studia l'Alzheimer I Reagan premiati da un istituto che studia l'Alzheimer Il pianto della gelida Nancy «E' terribile questo addio a Ronald» IL DECLINO DI UN LEADER WASHINGTON ANCY ha pianto in pubblico e ha commosso tutti. E così è riuscita finalmente a togliersi di dosso la brutta immagine che le aveva cucito addosso la cattivissima Kitty Kelley nella sua biografia non autorizzata di quattro anni fa. Parlando del penoso «lungo addio» ai propri cari da parte di chi è costretto a prendersi cura di malati con il morbo di Alzheimer, e riferendosi ovviamente al triste tramonto del marito Ronald, l'ex first lady è stata circondata da un affetto di cui non godeva neppure anni fa. E' successo l'altra sera a New York, in una cerimonia organizzata dalla Harvard Medicai School all'Hotel Pierre. Nancy Reagan era venuta per ricevere un premio, anzi il primo conferimento del David Mahoney Prize, offerto dal Mahoney Neuroscience Institute a chi si è segnalato nel diffondere la consapevolezza della terribile malattia. Il premio, consistente in una statua, è stato offerto alla coppia per la decisione di rendere pubblica, con una lettera diffusa sei mesi fa, la malattia che aveva colpito l'ex Presidente. Nancy ha pronunciato poche parole a proposito della speranza che si possa un giorno trovare una cura contro il morbo di Alzheimer, e ha aggiunto: «Nel frattempo, il nostro dovere è quello di sostenerci l'un l'altro ogni singolo giorno, perché per chi presta la cura si tratta davvero di un lungo addio». E' stato qui che Nancy non è riuscita a trattenere le lacrime, rendendo tutti partecipi della pena che sta provando nell'assistere allo svanimento delle condizioni mentali del marito. Nel novembre scorso, Reagan scrisse una lettera aperta agli americani che cominciava con queste parole: «Mi è stato detto recentemente che sono uno tra i milioni di americani che saranno afflitti dal morbo di Alzheimer». «Dopo aver ricevuto la notizia - continuava la lettera - Nancy ed io ci siamo trovati a dover decidere se, come privati cittadini, mantenere questa notizia riservata oppure renderla pubblica». «Noi - concludeva su questo punto l'ex Presidente - sentiamo che è importante condividere con voi questa cosa, perché speriamo che aprire i nostri cuori possa contribuire a promuovere una maggiore consapevolezza di questa condizione». Nella seconda parte della lettera, Reagan informava che «al momento» la sua salute era buona, ma salutava poi tutti con queste parole: «Co¬ mincio adesso il viaggio che mi condurrà verso il tramonto della mia vita». In seguito, notizie fatte circolare da ami¬ ci che erano stati a trovare l'ex Presidente nella sua casa in California, lo dipingevano in progressivo, veloce declino. Spesso, il «Gipper», come lo chiamano i fans per via di una vecchia parte in un film, si fermava a metà di un discorso, essendosi completamente dimenticato quello che stava dicendo un attimo prima. Da tempo gli americani si stanno preparando a dare l'estremo addio a uno dei Presidenti più amati nella storia del Paese. Ma se Ronald è stato ed è ancora molto amato, Nancy venne accettata solo di riflesso. La first lady veniva percepita come una donna che si immischiava troppo in questioni che non l'avrebbero dovuta riguardare, come un'ar¬ rivista sociale e una vanitosa. Si apprezzava, certo, il suo desiderio di promuovere cause nobili, come la lotta alla droga («Just Say No», dite semplicemente no), ma la diffidenza rimaneva. Sembrò che la diffidenza esplodesse finalmente in un'ondata di disprezzo quando Kitty Kelley pubblicò il suo libro e tutti si precipitarono a comprarlo, godendo per le cattiverie scritte su Nancy. La Kelley proclamava, tanto per cominciare, che «gli unici due dati veri nel passaporto di Nancy sono il sesso e la razza». Kelley rivelò che Nancy si era cambiata la data di nascita e, nella sua autobiografia, aveva detto un mucchio di bugie sulla sua famiglia, facendola apparire socialmente molto più elevata di quanto in realtà non fosse. Nancy era accusata di aver coltivato una lunga relazione extra-coniugale con Frank Sinatra anche nelle stanze della Casa Bianca e di molte altre nefandezze. Indignata e ferita, Nancy rispose con il silenzio e cominciò a pianificare il restauro della sua immagine. Paolo Passarmi «Di fronte alla malattia il nostro dovere è sostenerci l'un l'altro, giorno dopo giorno» Reagan e Nancy in vacanza a Honolulu negli anni della Presidenza

Luoghi citati: California, Honolulu, Nancy, New York