La Agnelli Sì con riserva al piano Nato

La Agnelli La Agnelli «Sì con riserva al piano Nato» ROMA. L'Italia guarda con molta cautela all'eventuale aperture di un corridoio lungo la stradu che da Sarajevo attraversa i territori serbi, passando per il Monte Igmun. «E* molto diffìcile dirlo - ha risposto il ministro degli Esteri Susanna Agnelli ai giornalisti che le chiedevano se appoggiasse la proposta del comandante dell'Unprofor in Bosnia, generale Kupert Smith -. Se questo non rappresenta un'escalation della guerra, certamente sì». Il ministro ha parlato al termine di un colloquio di un'ora alla Farnesina con il sindaco di Sarajevo, Tank Kupusovic, secondo il quale «qualcosa di risolutivo dovrà accadere nei prossimi 7-8 giorni» altrimenti «sarà la catastrofe totale». «Siamo a corto di acqua, elettricità, cibo e trasporti - ha avvertito Kupusovic -, Da più di tre anni i 370 mila cittadini di Sarajevo sono ostaggi come lo sono adesso i Caschi blu». Per il sindaco l'apertura di un corridoio «è certamente possibile, perché i serbi hanno mezzi molto maggiori dell'esercito bosniaco ma neppure paragonabili alla potenza militare della Nato e dello stesso contingente Unprofur già dislocato in Bosnia». Il ministro Agnelli ha espresso la volontà di aiutare Sarajevo, anche se «bisogna stare molto attenti a decidere qual è il modo migliore per farlo». L'Italia ha previsto per il 1995 l'invio di aiuti umanitari per 18 miliardi di lire alla Bosnia, cui si aggiungono le tante iniziative di solidarietà, come il gemellaggio dell'ospedale Kosevo di Sarajevo con il Bambin Gesù di Roma e l'Università di Milano, che sarà formalizzato entro fine giugno. Un ruolo importante l'Italia potrà giocarlo nella ricostruzione della repubblica ex jugoslava. «Quando arriverà la pace - ha detto Kupusovic -le nostre relazioni si dovranno intensificare in tutti i campi, dallo sviluppo economico ai rapporti culturali. E' molto importante perché i nostri sono Paesi confinanti, separati unicamente dall'Adriatico». Il ministro Agnelli ieri ha ricevuto anche l'ambasciatore della repubblica federale di Jugoslavia, Lekic. Nel ribadire l'importanza che il governo italiano attribuisce al ruolo di Belgrado per la soluzione della crisi, il titolare della Farnesina ha rinnovato l'appello alle autorità serbo-montenegrine perché esercitino ogni possibile pressione sui serbi di Bosnia per indurli a desistere dallo scontro con la comunità internazionale, procedendo all'immediato rilascio di tutti i Caschi blu tenuti in ostaggio. Nella stessa prospettiva, la Agnelli ha nuovamente auspicato che Belgrado si risolva ad un pronto riconoscimento della Bosnia nei suoi confini internazionalmente riconosciuti. [Agi-Adnkronos]

Persone citate: Agnelli, Gesù, Kupert Smith, Lekic, Susanna Agnelli