In Italia 4 mila marines: missione Sarajevo

Belgrado: gli uomini che hanno abbattuto l'F-16 americano arrestati per insubordinazione Belgrado: gli uomini che hanno abbattuto l'F-16 americano arrestati per insubordinazione In Italia 4 mila marines: missione Sarajevo E i serbi liberano un altro gruppo di Caschi blu ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO In Bosnia la Nato continuerà a fornire l'appoggio aereo alle forze dell'Orni, nonché alla forza di intervento rapido, e farà il possibile affinché i Caschi blu non vengano ritirati, anche se il piano d'emergenza per il disimpegno è già pronto. Ma al quartier generale dell'Alleanza Atlantica sono ormai in pochi a credere all'ipotesi del ritiro. Anche se «proprio in questo quadro - spiega un alto funzionario della Nato - quasi quattromila marines sono in Italia per prepararsi a entrare in azione in caso di ritiro dei Caschi blu o di loro riposizionamento». Alla Nato c'è massima discrezione sulla forza di intervento rapido che - si continua a ripetere - non riguarda direttamente l'Alleanza. Domani e venerdì si riuniscono a Bruxelles i ministri della Difesa dell'Alleanza ai quali si uniranno, il secondo giorno, i loro colleghi dei Paesi dell'Est che hanno aderito al programma della Partnership per la Pace, Russia compresa (che ha quindi rinunciato a porre il veto sulla missione in sede di Consiglio di Sicurezza). Per l'Italia sono attesi giovedì e venerdì il ministro della difesa Domenico Corcione ed il capo di Stato Maggiore della difesa Guido Venturoni. La creazione della forza di intervento rapido deve essere formalizzata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu. Se, come pare probabile ai funzionari della Nato, le riserve russe saranno superate e il Consiglio di sicurezza darà il segnale verde, la forza di intervento rapido avrebbe anche la copertura aerea dell'Alleanza. «Copertura che scatterebbe secondo la doppia chiave - si precisa a Bruxelles - la prima viene girata dalla Nato, la seconda dall'Unprofor. E se a chiedere un raid sarà la forza di intervento rapido, non bisognerà più passare per l'Onu». Un numero imprecisato di Caschi blu tenuti in ostaggio dai serbo-bosniaci potrebbe essere rilasciato nelle prossime ore. Lo hanno annunciato fonti di Pale precisando che l'ordine per la liberazione non è stato ancora dato, mentre è già stato impartito quello di radunare un certo numero di soldati dell'Onu presi prigionieri nei giorni scorsi. Il presidente serbo Slobodan Milosevic aveva dichiarato che i 121 Caschi blu ancora trattenuti sarebbero stati rimessi in libertà in tempi brevi. Il leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic aveva avuto un lungo incontro con i ministri degli Esteri greco Carolos Papoulias e quello della Difesa Gerasimos Arsenis, oltre che con il responsabile per la sicurezza di Belgrado Jovica Stanisic. Al termine del colloquio, Karadzic aveva fatto sapere che la questione degli ostaggi sarebbe stata risolta con Milosevic. Questi, da parte sua, aveva diffuso una dichiarazione in cui il rilascio sembrava cosa fatta: «La comunità internazionale e tutte le parti coinvolte nel conflitto dovrebbero sfruttare questa fase di allentamento della tensio¬ ne per avanzare verso la pace». Ma in serata è stata annunciata la liberazione di un gruppo di Caschi blu tenuti in ostaggio dai serbi di Bosnia. Un autobus, con a bordo 58 Caschi blu - 43 ucraini, 14 francesi ed uno spagnolo si trova già a Zvornik, alla frontiera tra Bosnia e Serbia. Un altro gruppo di caschi blu, la cui consistenza non è stata precisata, è atteso per le prossime ore. I francesi rilasciati nei giorni scorsi hanno già ripreso il loro posto in prima linea a Sarajevo. Il premier francese Alain Juppé ha chiesto l'immediato e incondizionato rilascio di tutti gli ostaggi dell'Onu, sottolineando che i dirigenti serbo-bosniaci saranno considerati «direttamente responsabili della sorte» dei Caschi blu. Juppé, che è intervenuto all'Assemblea nazionale, ha precisato che «il monito I non è solo a parole» e ha lanciato un «appello solenne» ai dirigenti serbo-bosniaci perché «prendano coscienza dell'impasse suicida nella quale si trovano, non rispettando le leggi internazionali». Il ministro ha chiesto inoltre «una moratoria completa delle attività militari in Bosnia, come in Croazia», in modo da rilanciare i negoziati. «Una volta liberati gli ostaggi - ha aggiunto Juppé i belligeranti dovranno accettare che il cessate il fuoco venga rinnovato e rispettato in Bosnia, per un periodo significativo». Intanto i componenti della batterìa serba che il 2 giugno colpirono l'F-16 statunitense sarebbero stati arrestati per insubordinazione. Secondo l'agenzia serba «Beta», i miliziani avrebbero agito di propria iniziativa, senza consultarsi con il comando supremo. Ingrid Badurina Un bus a due piani per portare via gli scudi umani. Tornati in prima linea i soldati di Parigi rilasciati

Persone citate: Domenico Corcione, Guido Venturoni, Ingrid Badurina, Karadzic, Milosevic, Papoulias, Radovan Karadzic, Slobodan Milosevic