« Tele+ controllata da Silvio » di Susanna Marzolla

« « Tele + controllata da Silvio » Parla Novick, ex manager Fininvest L'INDAGINE SULLA TV INSISTE, la procura di Milano. Insiste nel voler sapere com'è (o almeno era, prima della vendita alla cordata tedesco-sudafricana) il vero assetto azionario di Telepiù. Ovvero: la Fininvest si è davvero adeguata alla legge Mammì, con il 10 per cento delle azioni, oppure aveva in realtà molto di più, coperta da soci-prestanome? La Guardia di Finanza, nel suo rapporto, ha già scritto che esistono «perplessità sulla reale proprietà delle quote Fintel», cioè quelle dell'immobiliarista Renato Della Valle. Che le pagò con 140 miliardi, avuti da banche straniere senza alcuna garanzia. La Fininvest protestò per la pubblicazione del rapporto, ammettendo però ^assistenza» dei suoi uomini nella compravendita delle quote. Qualcosa di ben di più dell'«assistenza», si scopre adesso. «Di fatto Silvio Berlusconi parlava di Telepiù come se fosse una società della quale potesse disporre liberamente»: questo dice Oliver Novick, già manager Fininvest, ascoltato come testimone dai pm Francesco Greco e Gherardo Colombo appena pochi giorni fa, il 2 giugno. Un manager importante, Novick: «Mi occupavo - spiega - dei progetti straordinari e delle strategie e sinergie infragruppo». Con simile ruolo fa parte del Comitato Corporate, «un organismo a cui partecipavano tutte le persone più importanti della Fininvest»: Alfredo Messina, direttore generale; Giancarlo Foscale, amministratore della Standa, nonché cugino di Berlusconi; Salvatore Sciascia, responsabile dei servizi fiscali (e arrestato per la vicenda delle tangenti alla Finanza); Ubaldo Livolsi, direttore finanziario. Tutti questi si ritrovano anche nella villa di Arcore, in un altro organismo «che si occupava di strategia e politica di gruppo» assieme ad Adriano Galliani e, soprattutto, Silvio Berlusconi II fratello Paolo, Novick dice invece di non averlo mai visto. Dunque le teste d'uovo Fininvest si riuniscono, discutono e un funzionario (Guido Possa) diligentemente prende appunti. Quei verbali, però, finiscono alla procura che, in data 18 gennaio '93 (ovverosia parecchi mesi dopo l'ufficiale ridimensionamento di Fininvest al 10 per cento), così può leggere: «Silvio Berlusconi fa ai presenti un quadro complessivo della situazione di Telepiù... Il Presidente (Berlusconi, ndr) ne seguirà personal- mente le scelte, anche nei dettagli... Quanto a vendere un'importante partecipazione non è questo il momento, continua il presidente, nonostante le necessità finanziarie... Dobbiamo avere fiducia in Telepiù e impegnarci a fondo per il suo sviluppo. Comunque possiamo iniziare fin d'ora i rapporti con potenziali partners». Non è un interessamento eccessivo per un socio con appena il 10 per cento? Risponde Novick: «La Fininvest aveva il controllo operativo-gestionale di Telepiù». Due mesi dopo, l'8 marzo, un altro verbale: «Messina ipotizza come nostra richiesta per il 30 per cento di Telepiù la cifra di 150 miliardi subito e altri 150 miliardi al raggiungimento di una soddisfacente soglia di diffusione». Spiega Novick: «Non abbiamo mai parlato della titolarità delle azioni in questione. Si parlava della vendita come se fosse una cosa che poteva deci¬ dere il gruppo Fininvest». Un anno dopo (21 marzo '94), un appunto: «Telepiù Rupert o Canal Plus - 150 miliardi - aprile giugno - chiamato quadro garante "dopo le elezioni"». E Novick: «Il gruppo Rupert voleva assicurazioni dal garante che in caso di acquisto non ci sarebbero state contestazioni poi... Si sarebbe affrontata la situazione ad elezioni avvenute». Quelle elezioni che Berlusconi vinse, e Rupert comprò davvero Telepiù. Ufficialmente dalla Cit del Lussemburgo, ma «c'era l'impressione - dice Novick - che il gruppo Fininvest potesse disporre anche delle azioni intestate alla Cit: l'ho tratta quando Galliani mi ha chiesto di occuparmi di quella vendita». Dubbi della procura anche su Telecinco, la televisione che Berlusconi possiede in Spagna. Ufficialmente al 25 per cento (è il tetto massimo previsto dalla legge), ma la procura sospetta che anche qui «Fininvest controlli molto di più». Novick dice di non saper rispondere, ma sulla vendita di Telecinco aveva mandato una «nota riservata» a Berlusconi. Quando? Il 23 settembre 1994, quando Berlusconi era il presidente del Consiglio che sedeva accanto alla Spagna nella Cee. Susanna Marzolla I pm Francesco Greco e a destra Gherardo Colombo

Luoghi citati: Arcore, Lussemburgo, Messina, Milano, Spagna, Telecinco